Rubriche

La bisaccia del pellegrino 23-2012

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana

 

Giugno 2012, prima settimana:  3–9 giugno

1. Vangelo della domenica 3 giugno –  SS. Trinità – «Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
2. Aspetti della vita  – « Morto nel terremoto per salvare la statua della Madonna.».
3. Un incontro con S. Alfonso –  L’atto di amore. Le mele del Santo.
4. Vivere la settimana con la liturgia =  4-9 giugno 2012.
5. Curiosità calabresi del passato  =  La settimana santificata. 

1. Vangelo della domenica –  (Mt 28,16-20)
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

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Il Nuovo Testamento fonda l’universalità della missione nello speciale rapporto che Gesù risorto ha con ogni uomo.  Il Vangelo dev’essere annunciato a ogni uomo, perché Gesù è la verità dell’uomo, ha ricevuto dal Padre ogni potere in cielo e in terra, perché ha fatto la volontà del Padre fino alla morte aprendo così per ogni uomo la via verso la pienezza della vita. Di qui le caratteristiche della missione:

  • – la forza che l’anima è lo Spirito Santo che da Gesù risorto viene promesso e trasmesso ai discepoli, come principio della vita nuova, che deve essere annunciata e comunicata a ogni uomo;
  • – il contenuto della missione è la sequela di Cristo, l’obbedienza al Vangelo, l’osservanza dei comandi di Gesù, l’adesione battesimale alla vita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, il distacco dalla vita incredula, implorando e accogliendo la remissione dei peccati;
  • – la speranza che sostiene i missionari nelle fatiche e nelle difficoltà è la certezza che Gesù è sempre con loro sino alla fine del mondo (La Chiesa.it). 

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Siamo eredi di Dio! – Abbiamo un destino di gloria – La solennità della Santissima Trinità è come una pausa nel cammino dell’anno liturgico, volto alla conoscenza sempre più profonda del mistero di Dio: essa ci invita piuttosto alla contemplazione! Siamo chiamati, come gli apostoli nel momento dell’Ascensione del Signore, a prostrarci dinanzi a lui per adorarlo e ringraziarlo per i doni del suo amore.
E tuttavia, il nostro inginocchiarci di fronte a Dio non è il gesto obbligato dello schiavo dinanzi al padrone, ma quello del figlio che mediante lo Spirito partecipa della gioia del Padre e sa di esserne l’erede.
Tutto ciò non per meriti acquisiti, ma per un dono di Dio, che ha rivolto a noi la sua Parola e ha manifestato la grandezza del suo cuore con prove, segni e prodigi.
Così noi, riconoscenti di essere il popolo dell’Alleanza, abbiamo il compito di rispondere a tale grazia con l’adesione della fede, nell’osservanza della Legge del Signore, e assaporare fin d’ora il destino di gloria che ci attende, quando saremo in comunione piena con Cristo, nell’unità dello Spirito Santo, per vedere Dio così come egli è!  (Tiberio Cantaboni in “La Domenica”). 

 2. Aspetti della vita: Morto nel terremoto.
Per salvare la statua della Madonna.

Non era mica un temerario. Si chiamava don Ivan, aveva 65 anni. Ed era parroco a Santa Caterina di Rovereto di Novi, nel Modenese, da sette anni. Dopo che la terra, come un drago non più mansueto, aveva tremato la prima volta nella giornata del 29 maggio, era tornato nella sua Chiesa per vedere come stavano le cose. E lì è stato mortalmente colpito da un grande frammento caduto. Era tornato nella sua Chiesa, nella casa di Dio. In questi giorni sembra quasi che il buon Dio voglia farci riflettere sul fatto che mentre la casa di Dio, come ha detto il Papa, è scossa da tempeste ma non cade, anche là dove cede la costruzione in muratura, e dove si schiantano – dopo decenni o secoli – le testimonianze di fede del nostro popolo, non crolla la fede, non crolla la Chiesa invisibile che sempre ama e ricostruisce la Chiesa visibile.
Don Ivan, con il suo gesto semplice, non ingenuo (era in compagnia dei pompieri), non spavaldo, ci ha mostrato cosa significa amare la Chiesa visibile. Ha compiuto il gesto che tutti i parroci fanno quando c’è una situazione del genere. Poste in salvo le persone, si va a vedere come sta la Chiesa. Poste in salvo le vite, si va vedere come sta il segno del senso della vita.
Come sacerdote era lui stesso segno, servo di Dio nel mondo. La sua testimonianza, la sua inaspettata grandezza – sì, inaspettata, e gli è toccata in sorte proprio nell’atto di morire – sono ora un segno per tutti circa il metodo che Dio usa per stare con il suo popolo: una casa in mezzo a noi.
Era tornato a vederla, la sua chiesa di parrocchia, dopo che la terra drago aveva tremato, la terra povera creatura come noi, abitata da fratture, da movimenti incontrollabili.
Una casualità, si dice. Una questa parola che acceca e ferisce… Se la applichi alla morte, è piena di pianto, ma se la avvicini a circostanze liete della vita, sorride. Nella morte di don Ivan la casualità si apre al Mistero.. Don Ivan, una morte che si fa segno.
(da Il prete e il drago  di Davide Rondoni in Avvenire del 30/05/2012 )

Una preghiera per restare vigili
Illuminaci, o Gesù, «Andate dunque e ammaestrate tutti popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). Aiutaci, Signore Gesù, a non dimenticare questa promessa che ci chiedi di compiere con l’amore di un Padre, l’obbedienza di un Figlio e la forza dello Spirito Santo. Fa’ che da parte nostra ci sia l’adesione alla Trinità, di cui vogliamo celebrare ed esaltare il mistero nella nostra vita. (Letizia Battaglino).

3. Un incontro con S. Alfonso
Come fare l’atto di amore. Le mele del Santo.

Al Padre Isidoro Leggio, artefice della incresciosa e dolorosa situazione seguita al Regolamento (divisione delle Case del Regno da quelle dello Stato Pontificio riconosciute fedeli alla Regola di Benedetto XIV), S. Alfonso nel 1781 scrisse: “Questa è l’unica preghiera che io sempre farò: Dio mio, non mi fate uscire un punto dalla vostra volontà”.
Un pomeriggio sonnolento stava sopra la sedia a ruote nel corridoio ed era visibilmente angustiato. Il p. Volpicelli, un religioso svelto, accostatosi, gli disse che a quell’età e in quello stato non era tenuto ad alcun obbligo e con un atto di amore soddisfaceva agli esercizi regolamentari omessi. “Con un atto di amore?” – ripigliò ammirato Monsignore.  “Sì – soggiunse risoluto il confratello: con un atto di amore soddisfate a tutto”. Ed egli che aveva scritto L’amore dell’anime, la Pratica di amar Gesù Cristo e nel 1775 il Trattatello dell’amor divino e dei mezzi per acquistarlo, illuminandosi in volto chiese ingenuamente: “Imparatemi come si fa quest’atto di amore”.
Perché sordastro, il p. Volpicelli gli si avvicinò, suggerendo a voce alta:”Dio mio, vi amo con tutto il cuore…”. Alfonso, nel ripetere la giaculatoria, fu sorpreso da un moto estatico e fu visto saltare oltre un palmo in aria, dando una testata solenne sotto il mento del suggeritore. E un altro giorno il santo Vescovo bramava che gli venisse insegnato nuovamente l’atto di amore; lo.fece il p. Volpicelli, ma cautamente, tenendosi a congrua distanza per scansare qualche improvvisa carezza al mento, che ancora gli doleva.
Dovette accadere in questo periodo ciò che riferisce un altro testimone circa il breviario che continuava a recitare, benché fosse stato dispensato. “Un chierico, recitando con esso l’offizio, non so perché fu sopraffatto da riso, e non poteva contenerlo, né seguitare i salmi. Pazientò per un pezzo Monsignore, e vedendo che il chierico non si rimetteva:”Via su, disse, ridiamo tutti e due“. E realmente si mosse anch’egli al riso. Così il chierico si pose in serio”.
Finezza pedagogica secondo lo stile si S. Filippi Neri. Un tipo scorbutico avrebbe allontanato con un acerbo rimprovero il povero giovane, ch’era stato investito senza colpa da un fenomeno nervoso.
E un altro giorno, essendogli annunziata con sussiego la visita di alcune dame dell’aristocrazia napoletana il santo vecchio riprese con candida gioia: “Che dame! La mia dama è la Madonna”.

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È ancora palpitante nella tradizione popolare l’aneddoto delle pere, che è riportato in un manoscritto settecentesco: “L’anno 1783, essendosi portato in Agerola in tempo di quaresima un nostro. religioso, girò nella contrada per procurare quattro pere per Monsignore; n’ebbe da rotole 50. Monsignore avendole vedute si consolò.
Il p. Volpicelli disse: “Monsignore, fate una benedizione a tutte quelle piante, che l’hanno prodotte. Ed egli alzando la mano disse: Sia benedetta quella terra, che l’ha prodotte”.
L’anno susseguente non era raccolta di pere, e quelle piante ne produssero tante e tante che gli alberi si spezzavano, e si vendettero a vil prezzo. Veduto questo prodigio quei di Agerola promisero di portar ogni anno le pere a Monsignore”.
Chi scrive ha gustato le pere del fondo benedetto da sant’Alfonso; gli attuali proprietari attestano che né essi né gli antenati si sono mai lagnati di scarsezza e attribuiscono la fecondità alla protezione del glorioso Santo di Pagani.
(cf  Oreste Gregorio, Monsignore si diverte, pp. 166-168)

4. Vivere la settimana con la liturgia = IX Settimana Tempo Ordinario
(4-9 giugno) Liturgia delle Ore: I settimana. 

4  giugno  (lunedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Mio Dio, in te confido. – Il rischio di comportarsi come i vignaioli disonesti è sempre presente. Occorre veramente fare attenzione al nostro stile di vita e alle nostre scelte.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = 2Ptietro 1,2-7; Salmo 90,1-2.14-16; Marco 12,1-12.
  • – Santi di oggi  =  San Quinzio; San Francesco Caracciolo; San Filippo Smaldone. 

5  giugno  (martedì) – Colore liturgico rosso.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. – Dobbiamo stare attenti a non cadere nell’ipocrisia, perché il rischio è quello di abituarsi e di smarrire la nostra identità.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = 2Pietro 3,11-15a.17-18; Salmo 89,2-4.10.14.16; Marco 12,13-17.
  • – Santi di oggi  =  San Bonifacio, Vescovo e martire. San Pietro Spanò.

6  giugno  (mercoledì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  – A te, Signore, alzo i miei occhi. – La risurrezione dei morti è una verità di fede che andrebbe meditata spesso, perché offre la risposta all’anelito più profondo che alberga nel cuore dell’uomo: l’immortalità.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = 2Timoteo 1,1-3.6-12: Salmo 122,1-2; Marco 12,18-27.
  • – Santi di oggi  =  San Norberto; San Marcellino Champagnat.

7  giugno  (giovedì)  –  Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Fammi conoscere, Signore, le mie vie. – Amare concretamente il prossimo è il segreto per amare Dio che non vediamo. È racchiuso qui tutto l’insegnamento di Gesù.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = 2 Timoteo 2,8-15; Salmo 24,4-5.8-10.14; Matteo 12,28b-34.
  • – Santi di oggi  =  Sant’Antonio Gianelli; San Colman; B. Anna di san Bartolomeo.

8  giugno  (venerdì) – Colore liturgico verde.

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Grande pace, Signore, per chi ama la tua legge. – Il Messia è segno di scandalo e contraddizione per molti. Occorrono gli occhi della fede per riconoscerlo e accoglierlo nella nostra vita.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =   2Timoteo 3,10-16; Salmo 118; Marco 12,35-37.
  • – Santi di oggi  =  San Medardo; San Fortunato; B. Nicola Medda.

9  giugno  (sabato) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  La mia bocca, Signore, racconterà la tua giustizia. – L’obolo della vedova è il segno concreto dell’amore verso Dio e verso il prossimo. È un esempio perché anche noi esercitiamo a pieno la carità anche se costa.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = 2Timoteo 4,1-8; Salmo 70,8-9.14-17.22; Marco 12,38-44.
  • – Santi di oggi  = Sant’Efrem; B. Anna Maria Taigi; B. Luigi Boccardo.

5. Curiosità calabresi del passato
La settimana santificata

Lu luni, ch’è de Santa Catarini,
Guardandu lu sue juornu a nui cumbene,
Voze patire assai strazi e martiri
Pe’ dare ‘scmpio a lle cose terrene.

Della Madonna vitti ch’è lu marti,
Cristiani fidili, stati accorti,
Cà a chistu mundu si joca a lli carti,
Viàtu cu’ cce l’ha la buna sorte;
Ed io, l’amaru chi juocu pe’ arte,
Madre Divina, nun mi dati tuortu;

Lu mièrcuri, ch’è di l’abitinu,
Chissu è lu signu di lu cristianu,
Viàtu cu’ lu serbe de quintinu
Cà lu disignu sue nun cade ‘nbanu,
Cà cce l’ajuta Dio e Santu ‘Ntoninu
E la Madonna li porge la manu,
Ss’ha de passare ‘ncunu malu distirru,
Dio le caccia de le pene de Vurcanu.

Lu jovi, ch’è de lu Spiritu Santu
Chiddrhu Verbu ‘Ncarnatu Sacramentu,
Viàtu cu’ si cumboghia cu ‘ssu mantu,
Campa filici e pue more cuntientu.

Lu vènnari chi è de la Santa Passioni,
Cu Ttia, Signuri, m’aduru e mi ‘ncrinu,
Mi nde viegnu cu lle mie ‘razioni
‘Vanzi li tue piedi Santi e Divini;

Viàtu cui lu sabatu diùna
-Campa filici de sira e matina
Pue se ricoglie e dice la curuna
E la ‘pprisenta alla Matri Divina.

La dominica, ch’è de la Santa ‘Ternitate
L’anime avanzi a Dio stannu ricote,
Vannu allu ‘mpiernu l’anime dannate
Cercanu grazie all’anime divote.

Haju lodatu tutta la simana
Fundu nun truovu supra la scrittura,
E delle donne pigghiu la Suprana:
Quantu è cchiù bella la Matri Divina.
Cu’ la dici tri bote a Dio
Va ‘n Paradisu cu Matre Maria;
Cu’ la dici tri bote la notte,
Scanza de ‘mpiernu e d’ogni mala morte;
Cu’ la dici tri bote lu sabatu a diùnu,
Have tricentu mila parti de perdunu. ( n. 2940 – Tiriolo).

Raffaele Lombardi Satriani
In “Canti popolari calabresi” Volume IV
Napoli, Eugenio De Simone editore, 1933

 

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