Rubrica religiosa settimanale
a cura di P. Salvatore Brugnano
Luglio 2010, prima settimana: 27 giugno – 3 luglio 2010
1. Vangelo della domenica – «Si mise in cammino verso Gerusalemme».
2. Aspetti della vita – Schiacciati e infranti.
3. Un insegnamento di S. Alfonso – Piangere i propri peccati.
4. La settimana con la liturgia = 28 giugno – 3 luglio 2010.
5. Saggezza calabrese = Esame di coscienza.
1. Vangelo della domenica – Lc 9,51-62
«Si mise in cammino verso Gerusalemme».
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Seguire Gesù senza esitazioni – Gesù intraprende la strada verso Gerusalemme (9,51) con consapevolezza, coraggio e decisione. Ma anche con fatica: «Rese di pietra il suo volto», così il testo greco. Luca ha iniziato il racconto della missione pubblica di Gesù in Galilea con l’episodio del rifiuto dei nazaretani (4,16-30), ora introduce il viaggio verso Gerusalemme ponendo ancora all’inizio un rifiuto, quello dei samaritani. Sembra che l’evangelista voglia porre tutta l’attività di Gesù sotto il segno del contrasto e del rifiuto. Gesù è rifiutato dai samaritani per un motivo politico e razziale, a lui del tutto estraneo. Gesù ha provato personalmente che cosa significhi vedersi negare l’ospitalità perché straniero, ma all’intolleranza dei samaritani Egli non risponde – come avrebbero voluto i discepoli – con un castigo, bensì con la comprensione. Da rimproverare sono piuttosto i discepoli, che ancora non hanno capito la novità del Maestro, a loro volta prigionieri di quegli stessi pregiudizi che ora tanto li offendono.
Lungo la strada un uomo chiede a Gesù di volerlo seguire. L’uomo è già consapevole che la sequela comporti una vita itinerante: «Dovunque andrai». Ma c’è qualcosa in più che deve sapere: non semplicemente la povertà gli è richiesta, né semplicemente la fatica di una vita pellegrinante, ma l’insicurezza e la precarietà. Un secondo breve dialogo è fra Gesù e un uomo che egli stesso invita alla sequela. Di fronte alla richiesta di Gesù («seguimi») quest’uomo chiede una dilazione. La risposta di Gesù è drastica: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti». L’annuncio del Regno viene prima di tutto, senza eccezioni: viene anche prima della legge. Con questo Gesù non intende qui abolire un dettato della legge, né correggerla. Afferma però che è giunto qualcosa che la supera. È venuto il Regno di Dio, il cui primato non ammette dilazioni. Certamente si tratta di un linguaggio paradossale. Non è questione di seppellire o no i propri cari. È questione di accorgersi che è arrivata una novità che tutto fa impallidire.
Un altro sconosciuto è disposto a seguire Gesù ma chiede il tempo di salutare quelli di casa. Il verbo greco significa salutare e lasciare. Gesù risponde con una specie di proverbio: «Chi ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, non è adatto per il regno di Dio». Se il contadino vuole arare ha diritto, non può però permettersi di guardare indietro. In altre parole, la sequela non sopporta rinvii, né distrazioni, né nostalgie, né uscite di sicurezza. (Bruno Maggioni)
2. Aspetti della vita
Schiacciati e infranti (valore della sofferenza)
Rabbí Moshe di Kosnitz diceva: «Sta scritto nel libro dell’Esodo: Olio d’oliva, puro, di frantoio, per far luce (27, 20). Bisogna essere schiacciati e infranti, ma non per giacere per terra, bensì per far luce!».
Ecco una piccola perla della tradizione dei Chassidim, gli ebrei mitteleuropei noti per la loro spiritualità gioiosa, i cui testi – sorti a partire dal Settecento – sono stati raccolti dal filosofo ebreo Martin Buber (1878-1965). La riflessione prende spunto da una norma liturgica del libro dell’Esodo, destinata a fissare la qualità dell’olio della lampada del candelabro da tener acceso davanti al velo che celava l’arca dell’alleanza nel santuario di Israele. Per avere olio puro è necessario che le olive vengano stritolate e spremute nel frantoio. Rabbí Moshe conclude: così deve avvenire anche per il giusto.
Egli è sottoposto ad aspre prove nella vita, è spesso isolato ed emarginato, schiacciato sotto il peso delle sofferenze e della povertà. Ma è proprio attraverso questa “triturazione” interiore che brilla la purezza, la fortezza, l’intensità della sua testimonianza di luce. Certo, quando si è “schiacciati e infranti”, si può correre il rischio di “giacere per terra”, nello scoraggiamento e persino nella disperazione. M a il fedele si aggrappa alla fiducia e sa che il suo dolore – come ha insegnato Cristo – può essere fecondo e illuminante, proprio secondo la legge della maternità e delle sue doglie ( Giovanni 16, 21). Kafka, un altro ebreo mitteleuropeo, giungeva al punto di scrivere: «La sofferenza è l’elemento positivo di questo mondo, è anzi l’unico legame tra questo mondo e il positivo». (Mons. Gianfranco Ravasi).
3. Un insegnamento di S. Alfonso
Piangere i propri peccati
Alla missione di Gragnano (dopo la Pasqua 1752) Alfonso fu chiamato da Monsig. Giannini Vescovo di Lettere e vi fu con ventidue Soggetti. Furono tali e tante le conversioni, specialmente di uomini sciagurati, che si vedevano posti a piedi di Maria Santissima mucchi di pistole, stili, ed altre arme proibite. Vi sortì tra gli altri il ravvedimento di Clemente Servillo, uomo evitando, e famoso omicidiario. Dovendosi alzare il Calvario [a ricordo dellla missione, così come ce ne sono tanti nei dintorni di Tropea], Alfonso impose a Clemente che si caricasse anch’esso della sua Croce. Pianse il popolo a tale spettacolo; ma Clemente, piangendo anch’esso, disse: “Voi piangete… lasciate piangere me, che porto tutto Monte Calvario su le mie spalle”, intendendo il grave fardello de’ tanti suoi peccati.
In questa missione non vi fu ricco che non restituisse grosse somme; tante cattive donne si ravvidero e si mantennero nel santo proposito; molte giovanette non vollero saper di marito. In Gragnano, mi attesta il Sacerdote di Giovanni, non vi era idea di visitarsi il Santissimo Sacramento; ma partito Alfonso, si videro le Parrocchie ripiene, specialmente verso sera, di uomini e donne all’adorazione di Gesù sacramentato. (Tannoia, Della Vita ed Istituto del venerabile servo di Dio Alfonso M. Liguori, libro II, cap.37, p.239)
4. La settimana con la liturgia = 28 giugno – 3 luglio 2010 – Liturgia delle Ore: I settimana
28 giugno (lunedì) – Perdona, Signore, l’infedeltà del tuo popolo. – Nonostante i prodigi che Dio ha operato per il suo popolo, questi continua a peccare e a infrangere l’alleanza stipulata. È il perdono che restaura l’amicizia tra Dio e l’essere umano.
Letture di oggi = Am 2,6-10.13-16; Sal 49,16-23; Mt 8,18-22.
Santi di oggi = Sant’Ireneo, vescovo e martire; Santa Vincenza Gerosa.
29 giugno (martedì) – Il Signore mi ha liberato da ogni paura. – Santi Pietro e Paolo apostoli. Solennità. Sia Pietro, in cui si rende visibile l’unità della Chiesa, sia Paolo, l’apostolo delle genti, conclusero la loro testimonianza a Cristo con il martirio a Roma.
Letture di oggi = At 12,1-11; Sal 33,2-9; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19.
Santi di oggi = Santi Pietro e Paolo apostoli.; Beato Raimondo Lullo.
30 giugno (mercoledì) – A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio. – Dio ci invita a cercare il bene e non il male. Per fare questo ci ha donato la sua Parola e i Sacramenti.
Letture di oggi = Am 5,14-15.21-24; Sal 49,7-13.16; Mt 8,28-34.
Santi di oggi = Santi Primi martiri Chiesa di Roma; Sant’Ottone; Sant’Adolfo.
1 luglio (giovedì) – I giudizi del Signore sono fedeli e giusti. – La parola di Dio può essere una parola dura, di condanna come quella pronunciata da Amos, o di perdono come quella annunziata da Gesù al paralitico: è una spada a due tagli che divide e purifica.
Letture di oggi = Am 7,10-17; Sal 18,8-11; Mt 9,1-8.
Santi di oggi = Sant’Aronne; Beato Ignazio Falzon; Beato Antonio Rosmini.
2 luglio (venerdì) – Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio. – Avere fame e sete della parola di Dio e non di pane e acqua è l’esperienza vissuta dai profeti e da ogni cristiano.
Letture di oggi = Am 8,4-6.9-12; Sal 118,2.10.20.30.40.131; Mt 9,9-13. Primo Venerdì.
Santi di oggi = San Bernardino Realino; Beata Eugenia Joubert.
3 luglio (sabato) – Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo. – Se in un primo momento san Tommaso voleva unirsi alla morte del suo Signore (Gv 11,46), in un secondo momento non credette alla sua risurrezione (Gv 14,5s.) anche se poi manifestò apertamente la sua fede in Cristo (Gv 20,24-29).
Letture di oggi = Ef 2,19-22; Sal 116,1-2; Gv 20,24-29.
Santi di oggi = Sant’Eliodoro; San Leone II.
5. Saggezza calabrese
Esame di coscienza
Arzu l’occhi a Vui, Signuri,
E vi viju a la cruci stari,
‘Ncatinatu di catini,
‘Ncurunatu siti ‘i spini.
Haju setti piccati mortali
E no’ mi sacciu cumpessari.
Mi cumpessu cu’ Vui, Dio mio,
Vui sapiti lu cori mio,
Vui sapiti la mia cuscenza,
Datimi locu e pinitenza.
Vui sapiti la mia figura,
Datimi locu e siportura. (Tropea)
(cf Giuseppe Chiapparo, Etnografia di Tropea, Scritti demologici e storici, M.G.E. 2009, pag. 150).