La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale

a cura di P. Salvatore Brugnano

Giugno 2010, terza settimana: 13-19 giugno 2010
1. Vangelo della domenica –  «Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato».
2. Aspetti della vita – Gli elefanti e l’erba.
3. Un insegnamento di S. Alfonso –  Flash sulla coscienza.
4. La settimana con la liturgia = 14-19  giugno.
5. Saggezza calabrese – Desiderio della Comunione.

1. Vangelo della domenica –  Lc  7, 36-8,3
«Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato».

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo.
Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».
Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene».
E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».
In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Gesù è stato accusato di essere amico dei peccatori. Ebbene sì, vuole esserlo. Ma in che senso? Il Vangelo di oggi lo spiega. In quei tempi era costume che si invitassero i maestri itineranti. Prima del pasto, erano obbligatori alcuni gesti di ospitalità come, ad esempio, offrire dell’acqua e salutare con un abbraccio. Ecco che una donna, conosciuta come peccatrice, mostra nei confronti di Gesù un’ospitalità eccessiva, mentre Simone non è certo prodigo in gesti. Di fronte alla sua perplessità, Gesù racconta una parabola sul perdono. La donna si converte, piange lacrime di contrizione e di ringraziamento. Gesù dichiara: “Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato”. Gesù la conferma nella sua fede: davanti agli occhi di tutti riconcilia la peccatrice con Dio e la reintegra nella società degli uomini onesti. Abbiamo, dunque, qui l’esempio della contrizione perfetta. Il confessore ripete nella formula dell’assoluzione le parole che nell’epilogo Gesù rivolge a questa donna. Gesù era un infaticabile viaggiatore che annunciava il vangelo. Lo accompagnavano non solo i discepoli, ma anche le donne. Egli le ha associate alla sua attività apostolica, ha accettato il loro servizio e il loro aiuto materiale, comportandosi così in modo rivoluzionario per quell’epoca. Gesù restituisce pienamente alla donna la sua dignità di essere umano: agli occhi di Dio è pari all’uomo.
Il perdono viene offerto da Cristo a chi sa amare, perché l’amore è già la ricerca appassionata del perdono, carico di gratitudine. Ma dove è il peccato? Non è forse nel cuore di chi nella sua coscienza è acuto nel giudicare e condannare? Di chi è convinto della superiorità dei suoi meriti e vive una fede formale, distaccata, fredda? Di chi ha l’animo cattivo e si comporta con grettezza, senza guardare dentro di sé?  Ricordiamo: tutti siamo peccatori, tutti siamo “debitori” verso Dio.  Accogliamo il suo perdono rispondendo con l’amore sincero verso di lui e verso il prossimo.

2. Aspetti della vita
Gli elefanti e l’erba

Quando gli elefanti combattono, è sempre l’erba a rimanere schiacciata.
E’ un missionario, che è stato in Senegal e che ora mi scrive dall’Italia, a suggerirmi di commentare questo proverbio africano. L’immagine è certamente incisiva ed è una parabola sulla capacità del potere e della ricchezza di prevalere sempre a scapito dei deboli e dei poveri. Le guerre lasciano immani sofferenze nella gente semplice, mentre i capi in un modo o nell’altro se la cavano.
I colossali fallimenti mandano in malora i piccoli risparmiatori, mentre i capitalisti riescono sempre a custodire ricchezze nei vari “santuari” di nazioni compiacenti. Sì, gli elefanti cozzano tra loro, ma a farne le spese è sempre lo strame della terra, ossia le vittime vere sono sempre quelle.
E’ facile, allora, sentir affiorare nell’anima la tentazione di saltare in sella all’elefante, cioè di trasformarci in persona di successo, lasciando cadere le remore della morale e adottando la legge della prevaricazione. Anche il Salmista, nella Bibbia, è tentato di «invidiare i prepotenti» che «dell’orgoglio si fanno collana, il cui vestito è la violenza, pronti a levare la loro bocca fino al cielo e la loro lingua a percorrere la terra, seduti sempre in alto, così che non li raggiunga mai la piena delle acque». Si provi a leggere il Salmo 73 per scoprire l’esito finale di quella tentazione. Ci sono, infatti, valori per i quali non bisogna mai ragionare in termini economici o di vantaggio, se si vuole rimanere persone vere, con una dignità intatta e la pace della coscienza (Mons. Gianfranco Ravasi).

3. Un insegnamento di S. Alfonso
Flash sulla coscienza

La prima regola del ben operare è la divina legge, a cui deve uniformarsi la coscienza. La legge divina tuttavia è regola remota, poiché regola prossima è la coscienza: poiché la bontà o malizia dell’opera a noi appare come l’apprende la coscienza. Quindi la coscienza si definisce: un dettame, o sia lume della ragione, con cui giudichiamo quel che al presente in pratica abbiamo da fare o fuggire. La coscienza si divide in retta, erronea, perplessa, scrupolosa, dubbia e probabile. (dall’opera Confessore diretto per la gente di campagna).
Tannoia, biografo di S. Alfonso fa sapere: “Avendo rilevato in questa prima visita una somma ignoranza, specialmente tra i Confessori de’ villaggi, delle dottrine morali, deplorandone lo stato, e volendo riparare il meglio che poteva un male così grande, compendiò in un tomo, con tutta chiarezza in volgar idioma, le cose più necessarie per degnamente amministrarsi il Sacramento della Penitenza. Intitolò quest’opera: Il Confessore diretto per la Confessione delle genti di campagna”.

4. La settimana con la liturgia = 14-19 giugno 2010 – Liturgia delle Ore: III settimana

14  giugno  (lunedì) – Ascolta, Signore, il povero che ti invoca. – La giustizia che Gesù esige è talmente “nuova” da non sembrarci neppure giustizia. Quanto dovrebbe cambiare il suo comportamento un’umanità che fosse veramente secondo Dio!
Letture di oggi =  1Re 21,1b-16; Sal 5, 2-3.5-7; Mt 5,38-42.
Santi di oggi =  Sant’Eliseo; Santi Valerio e Rufo.

15 giugno  (martedì) – Pietà di noi, Signore: abbiamo peccato. – La perfezione del Padre è la legge e la misura della perfezione del discepolo, divenuto “figlio nel Figlio”. Dove e quando il discepolo non rispecchia la perfezione del Padre, là ne viene compromessa l’immagine.
Letture di oggi  = 1Re 21,17-29; Sal 50,3-6.11.16; Mt 5,43-48.
Santi di oggi =  San Vito; San Bernardo da M.; B. Luigi Palazzolo.

16 giugno  (mercoledì) – Saldo è il cuore del giusto che spera nel Signore. – Gesù onora le tre pratiche fondamentali della pietà ebraica – elemosina, preghiera e digiuno –, ma il discepolo non deve farne un mezzo per mettersi in mostra. L’unico referente sia “il Padre”.
Letture di oggi  = 2Re 2,1.6-14; Sal 30,20-21.24; Mt 6,1-6.16-18.
Santi di oggi =  Santi Quirico e Giulitta; B. Maria Teresa Scherer.

17 giugno  (giovedì) –  Gioite, giusti, nel Signore.  – Come il “Decalogo”, anche il “Padre nostro” è diviso in due parti complementari: i doveri verso Dio e quelli verso l’uomo. L’avvento del regno di Dio coinvolge la sicurezza materiale e spirituale dell’uomo.
Letture di oggi = Sir 48,1-14; Sal 96,1-7; Mt 6,7-15.
Santi di oggi = San Raniero; B. Paolo Buralo; B. Pietro Gambacorta.

18 giugno  (venerdì) –   Il Signore è fedele al suo patto.  – Quanto è importante che “vediamo bene” nel valutare le cose di questo mondo. Guai se ci lasciamo abbagliare dai suoi tesori!
Letture di oggi = 2Re 11,1-4.9-18.20; Sal 131,11-14.17-18; Mt 6,19-23.
Santi di oggi = San Gregorio Barbarigo; San Calogero; B. Osanna Andreasi.

19 giugno  (sabato) – La bontà del Signore durerà in eterno. – L’affanno per i beni materiali è un grave pericolo, che il discepolo deve evitare. Di qui l’esigenza di tenere sempre dinanzi agli occhi il richiamo alla divina Provvidenza.
Letture di oggi =  2Cr 24,17-25: Sal 88,4-5.29-34; Mt 6,24-34.
Santi di oggi = San Romualdo; Santi Gervaso e Protaso.

5. Saggezza calabrese
Desiderio della Comunione

Partiti, acellu mio
E vattindi a l’amatu Gesù.
Si si risbigghia e senti
Nci dici chi voi tu,
Nci dici ca si mandatu
Di lu cori disiatu,
Di stu cori disiatu,
Chi non ndi poti cchiù. (Tropea)
(cf Giuseppe Chiapparo, Etnografia di Tropea, Scritti demologici e storici, M.G.E. 2009, pag. 151).

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