Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano
Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana
Dicembre 2011, quinta
settimana: 25-30 dicembre
1. Vangelo della domenica 25 dicembre – Natale del Signore – «Oggi è nato per voi il Salvatore.».
2. Aspetti della vita – Il Papa: Oggi è nato per noi il
Salvatore.
3. Un incontro con S. Alfonso – Quanno nascette Ninno a Bettalemme.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 26-30 dicembre 2011.
5. Curiosità calabresi del passato = Tre filastrocche natalizie.
1. Vangelo della domenica – (Lc 2,1-14)
Oggi è nato per voi il Salvatore.
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”.
Soltanto la contemplazione può semplificare la nostra preghiera per arrivare a constatare la profondità della scena e del segno che ci è dato.
Una mangiatoia, un bambino, Maria in contemplazione, Giuseppe meditabondo: “Veramente tu sei un Dio misterioso!”. Il Padre, il solo che conosce il Figlio, ci conceda di riconoscerlo affinché l’amiamo e lo imitiamo.
Nessun apparato esteriore, nessuna considerazione, nel villaggio tutto è indifferente. Solo alcuni pastori, degli emarginati dalla società..
E tutto questo è voluto: “Egli ha scelto la povertà, la nudità. Ha disprezzato la considerazione degli uomini, quella che proviene dalla ricchezza, dallo splendore, dalla condizione sociale”. Nessun apparato, nessuno splendore esteriore.
Eppure egli è il Verbo che si è fatto carne, la luce rivestita di un corpo. Egli si trova nel mondo che egli stesso continuamente crea, ma vi è nascosto. Perché vuole apparirci solo di nascosto?
Egli fino ad allora era, secondo l’espressione di Nicolas Cabasilas, un re in esilio, uno straniero senza città, ed eccolo che fa ritorno alla sua dimora. Perché la terra, prima di essere la terra degli uomini, è la terra di Dio. E, ritornando, ritrova questa terra creata da lui e per lui.
“Dio si è fatto portatore di carne perché l’uomo possa divenire portatore di Spirito”, dice Atanasio di Alessandria.
“Il suo amore per me ha umiliato la sua grandezza. Si è fatto simile a me perché io lo accolga. Si è fatto simile a me perché io lo rivesta” (Cantico di Salomone).
Per capire, io devo ascoltare lui che mi dice: “Per toccarmi, lasciate i vostri bisturi… Per vedermi, lasciate i vostri sistemi di televisione… Per sentire le pulsazioni del divino nel mondo, non prendete strumenti di precisione… Per leggere le Scritture, lasciate la critica… Per gustarmi, lasciate la vostra sensibilità…” (Pierre Mounier).
Ma credete e adorate. (La Chiesa.it).
«Oggi il Signore viene a salvarci: domani vedrete la sua gloria». Con queste parole l’antifona di ingresso ci introduce al mistero del Verbo di Dio che nasce per noi. Lui l’Emmanuele, il Dio con noi, diventa uno di noi, affinché noi possiamo diventare simili a Lui. Sul bimbo di Betlemme rifulge una grande luce che pervade ogni uomo di buona volontà, come i pastori che, vigilanti nell’attesa, si lasciano avvolgere dalla gloria del Signore, anime semplici disponibili e aperte ad accogliere la novità di Dio: «Oggi nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore». (Filippo Rappa in “La Domenica”).
2. Aspetti della vita
Il Papa: “Oggi è nato per noi il Salvatore”
“Buon Natale! Auguri di buone feste natalizie!”. Facciamo in modo che, anche nella società attuale, lo scambio degli auguri non perda il suo profondo valore religioso, e la festa non venga assorbita dagli aspetti esteriori, che toccano le corde del cuore. Certamente, i segni esterni sono belli e importanti, purché non ci distolgano, ma piuttosto ci aiutino a vivere il Natale nel suo senso più vero, quello sacro e cristiano, in modo che anche la nostra gioia non sia superficiale, ma profonda.
Con la liturgia natalizia la Chiesa ci introduce nel grande Mistero dell’Incarnazione. Il Natale, infatti, non è un semplice anniversario della nascita di Gesù, è anche questo, ma è di più, è celebrare un Mistero che ha segnato e continua a segnare la storia dell’uomo – Dio stesso è venuto ad abitare in mezzo a noi (cfr Gv 1,14), si è fatto uno di noi -; un Mistero che interessa la nostra fede e la nostra esistenza; un Mistero che viviamo concretamente nelle celebrazioni liturgiche, in particolare nella Santa Messa.
«Oggi è nato per noi il Salvatore». Questo avverbio di tempo, «oggi», ricorre più volte in tutte le celebrazioni natalizie ed è riferito all’evento della nascita di Gesù e alla salvezza che l’Incarnazione del Figlio di Dio viene a portare. Nella Liturgia tale avvenimento oltrepassa i limiti dello spazio e del tempo e diventa attuale, presente; il suo effetto perdura, pur nello scorrere dei giorni, degli anni e dei secoli.
3. Un incontro con S. Alfonso
Quanno nascette Ninno a Bettalemme
Il grande dottore della Chiesa scrisse una pastorale in vernacolo, ritenuta un capolavoro, nella sua prima giovinezza sacerdotale, prima che fondasse la Congregazione dei Redentoristi.
Il poeta Mattia del Piano la inserì tra i propri versi “Laudi spirituali nell’Idioma toscano napoletano e per il popolo”.
“Quanno nascette Ninno”, erroneamente fu ritenuta la versione in dialetto di “Tu scendi dalle stelle”. Si tratta invece di due composizioni distinte e separate, anche se ispirate dallo stesso mistero, quello della natività. “Bellissima composizione”, riflette Prota Giurleo, “che è pur la prima scritta in dialetto, a quel tempo, di tal genere, e che acquista una singolare importanza di documento letterario e mistico, per la purezza del linguaggio vernacolo e la spontaneità del sentimento”.
Il Liguori, diventato prete nel 1726, si dedicò alla evangelizzazione dei ragazzi di strada, gli scugnizzi o lazzaroncelli, riunendoli nelle famose cappelle serotine da lui istituite.
I venditori ambulanti se ne impadroniscono e la ripetono nel dedalo dei vecchi vicoli di Montecalvario e Pignasecca; presto i Cappellisti più versatili vi aggiunsero l’accompagnamento di “trombette, scetavaiasse e putipù”, mettendo nelle case più tristi un’indescrivibile allegria.
Passò in dominio popolare senza che l’autore si levasse con sussiego a rivendicare i propri diritti. Ne rideva compiaciuto. Era il tempo in cui, nella Napoli settecentesca l’arte del Presepe dava il meglio di sé in una ricchezza di toni e di vita che non conosce né prima né poi.
Il suo biografo primitivo, P. Antonio Tannoia, c’informa che a Ciorani (fraz. di Mercato San Severino – SA) e a Deliceto in Puglia, S. Alfonso delineò ad olio nei paliotti dell’altare maggiore una bella campagna col mistero della Natività, cioè il Bambinello adorato dai pastori con la Vergine e S. Giuseppe. “Il duplice dipinto è andato perduto, facilmente al tempo della soppressione religiosa ordinata da Garibaldi”, così annota il compianto P. Oreste Gregorio nel commento al libro “Natale” del Santo.
(da Appunti (manoscritti) di Chiara Botti Mauri, Salerno 1989)
Apri il testo completo dello stupendo poemetto.
4. Vivere la settimana con la liturgia = Ottava di Natale (26 -31 dicembre) Liturgia delle Ore: I Settimana, propria
26 dicembre (lunedì) – Colore liturgico rosso.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Alle tue mani, Signore, affido il mio spirito. Stefano, scelto come diacono per l’assistenza e la carità per i suoi carismi, è il primo testimone della fede cristiana.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Atti 6,8-10.12; 7,54-60; Salmo 30,3-4.6.8.16-17; Matteo 10,17-22.
- – Santi di oggi = Santo Stefano, protomartire.
27 dicembre (martedì) – Colore liturgico bianco
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Gioite, giusti, nel Signore. – Molti sono i carismi nella Chiesa: c’è chi guida, chi ammaestra, chi con la propria vita manifesta l’amore di Dio. Tutti doni dello Spirito Santo.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = 1Giovanni 1,1-4; Salmo 96,1-2.5-6.11-12; Giovanni 20,2-8.
- – Santi di oggi = San Giovanni apostolo, evangelista.
28 dicembre (mercoledì) – Colore liturgico rosso.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Chi dona la sua vita risorge nel Signore. – Due figure contrapposte sono presentate dalla parola di Dio: Erode che semina la distruzione con l’uccisione dei bambini innocenti e Gesù è venuto a portare vita e salvezza.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = 1Giovanni 1,5 – 2,2; Salmo 123,2-5.7-8; Matteo 2,13-18.
- – Santi di oggi = Santi Innocenti martiri. San Gaspare del Bufalo.
29 dicembre (giovedì) – Colore liturgico bianco.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Gloria nei cieli e gioia sulla terra. – Il comandamento dell’amore che ci ha insegnato Gesù non è solo rivolto a chi è cristiano, ma deve varcare tutti i confini fin verso coloro che sono estranei.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = 1Gv 2,3-11; Salmo 95,1-3.5-6; Luca 2,22-35.
- – Santi di oggi = San Tommaso Becket.
30 dicembre (venerdì) – Colore liturgico bianco.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Il Signore è fedele al suo patto. In un tempo di crisi della famiglia e degli ideali ad essa collegati, la festa di oggi ci sollecita a rivolgere il nostro sguardo a Cristo e a far diventare ogni famiglia Chiesa domestica.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Genesi 15,1-6; 21,1-3; Salmo 104,1-6.8-9; Luca 2,22-40.
- – Santi di oggi = Santa Famiglia. Eugenia Ravasco.
31 dicembre (sabato) – Colore liturgico bianco.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Gloria nei cieli e gioia sulla terra. La storia umana è sempre guidata dalla mano amorevole di Dio che agisce nel nascondimento e si manifesta in chi si affida dolcemente all’azione dello Spirito Santo.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = 1Giovanni 2,18-21; Salmo 95; Giovanni 1-1-18
- – Santi di oggi = San Silvestro I; Santa Caterina Labouré.
5. Curiosità calabresi del passato
Tre filastrocche natalizie
1. San Giuseppi, nun dormiri,
Cà Maria ha de parturiri
E de fari ‘nu Bomminiellu,
Russu e ghia:lcu e trocchiniellu.
‘U mindimu supra l’atàru,
Tutti l’Angiuli a cantari,
A cantari ‘ssa bella vuci,
O Maria, quantu si’ duci !
E si’ duci ‘nzuccarata,
O Maria la ‘Mmaculata ! (n.2838).
2. Nesce, nescente
Ch’è nnatu ‘u Bambinu,
Fonte Divinu,
Maria de ‘a piati.
‘E Mamma lu mira
Chiange e suspira,
Cà panni nun nd’ha,
Si lu stringi forti ‘n piettu,
Dice : Figliu miu dilettu,
Tu si’ nnatu alla povertà (n.2842).
(Soveria Mannelli)
3. Facìti la strina
Allu durce Bombinu,
Faciticcìlla, ‘un ci la negati.
Si vue ppe’ strina
Cce dati lu core,
Illu ppe’ strina
Ve lassa l’amore (n.2843).
(Soveria Mannelli)
Raffaele Lombardi Satriani
In “Canti popolari calabresi” Volume IV
Napoli, Eugenio De Simone editore, 1933