Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano
Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana
Aprile 2013, quarta settimana: 21-27 aprile.
1. Vangelo della domenica 21 aprile – «Alle mie pecore io do la vita eterna».
2. Aspetti della vita – 50ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.
3. Le Opere di S. Alfonso = 1745 Aspirazioni divote ricavate da’ manoscritti di S. Francesco di Sales.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 22-27 aprile 2013.
5. Santi calabresi del passato = Beato Gioacchino da Fiore (30 marzo).
1. Vangelo della domenica – (Gv 10,27-30)
«Alle mie pecore io do la vita eterna»
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
_____________
Donandoci, per mezzo del battesimo, di far parte della Chiesa, Gesù ci assicura di conoscerci uno per uno. La vocazione battesimale è sempre personale, e richiede una risposta di responsabilità in prima persona. Ci sentiamo sicuri, nella Chiesa, perché Gesù è sempre con noi, e ci chiama e ci guida con la voce esplicita del Papa e con i suggerimenti interiori che ci aiutano a riconoscerla e a corrispondervi.
Se restiamo nella Chiesa, con il Papa, non andremo mai dispersi, perché Gesù ci conosce per nome e ha dato la sua vita per salvarci. Quella vita che si comunica a noi, pegno di eternità, nell’Eucaristia degnamente ricevuta.
Non dobbiamo aver paura di nulla. Attraverso Gesù entriamo in comunione con il Padre, partecipiamo alla vita trinitaria. I pericoli esterni non ci turbano: dobbiamo temere soltanto il peccato che ci seduce a trovare altre vie, lontane dal percorso del gregge guidato da Gesù. La nostra personale fedeltà alla voce del Pastore contribuisce all’itinerario di salvezza che la Chiesa guida nel mondo, e da essa dipende la nostra felicità”. (da Chiesa.it)
________________
«Le mie pecore ascoltano la mia voce» – Gesù disse: «Il Padre mio, che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre».
Radunati dal Risorto attorno alla mensa del pane e della parola per celebrare con Lui e in Lui il mistero pasquale della sua morte e risurrezione, oggi risuonano per noi le parole esigenti e insieme consolanti del Vangelo.
Noi siamo le pecore che sanno riconoscere la voce del loro Pastore e per questo siamo chiamati a seguire le sue indicazioni, a calcare le sue orme per essere suoi discepoli. La conoscenza di cui parla Gesù evoca la relazione intima e amorosa degli sposi. Saperci conosciuti da Gesù vuol dire sentirci unici davanti a Lui, amati e considerati nella nostra personale identità.
Siamo il “gregge che egli guida”, come canta il salmo, ma non siamo considerati da Lui pecore inconsapevoli, quanto piuttosto pecorelle, amate una ad una, che possono rispondere al suo amore. E tutti sono chiamati in questo gregge, come testimoniano Paolo e Barnaba che si rivolgono ai pagani (I Lettura).
Quella del Pastore è una parola esigente che incita a camminare, pungola chi sta fermo, scuote chi si assopisce lungo la strada verso la mèta; ma è anche una parola di consolazione che ci fa sentire al sicuro, protetti: nessuno può rapirci dalla sua mano potente e salvifica. (Elide Siviero in La Domenica).
Una preghiera per restare vigili
O Gesù buon pastore, tu solo ci conosci in profondità e ci conduci alla salvezza. Chi potrà strapparci dalle tue mani forti e accoglienti, ferite d’amore per noi? Né lupi feroci né lusinghe seducenti ci sottraggano al tuo vigile sguardo. Nel tempo dello smarrimento, o pastore divino, la tua voce ci richiami ai sentieri della vita dove l’abbraccio del Padre ci attende. (Agatino Gugliara, ssp).
2. Aspetti della vita
50ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni
Le vocazioni segno della speranza fondata sulla fede
Si celebra in questa domenica – 21 aprile – la 50ª Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni, nel contesto dell’Anno della Fede. Papa Paolo VI propose alla Chiesa universale la celebrazione di questa giornata, affermando: «Si alzi dunque al Cielo la nostra preghiera: dalle famiglie, dalle parrocchie, dalle comunità religiose, dalle corsie degli ospedali, dallo stuolo dei bimbi innocenti, affinché crescano le vocazioni e siano conformi ai desideri del Cuore di Cristo».
Il messaggio che Papa Benedetto XVI invia a tutte le comunità cristiane, invita a riflettere sul tema: «Le Vocazioni segno della Speranza fondata sulla Fede», tradotto nello slogan: «Progetta con Dio … abita il futuro». Progetta con Dio … abita il futuro
La Speranza è un tesoro fragile e raro; il suo fuoco è sovente tenue anche nel cuore dei credenti. Abbiamo bisogno di una grande riserva di Speranza, per imprimere una decisa accelerazione alla pastorale vocazionale, attraverso una mobilitazione affettiva e orante del popolo di Dio. Ci ricorda san Paolo: «Il Dio del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale Speranza vi ha chiamati» (Ef 1,18): è l’annuncio di un orizzonte luminoso verso cui insieme proiettarsi, per essere cercatori di luce.
(Mons. Nico Del Molin, Direttore Ufficio Nazionale per la Pastorale delle Vocazioni).
3. Le Opere di S. Alfonso
1745 Aspirazioni divote ricavate da’ manoscritti di S. Francesco di Sales.
Queste Aspirazioni si trovano pubblicate in fine della Novena del santo Natale, dopo: Apparecchio e Ringraziamento per li sacerdoti nel celebrare la Messa: Napoli, 1758, 1773: Venezia, 1760, 1779.
Queste Aspirazioni non risultano fra gli scritti di S. Francesco di Sales, né si sa a quali manoscritti S. Alfonso si riferisca. Si pensa, piuttosto, che si tratti di un lavoro genuino di S. Alfonso stesso, a cui i sentimenti del Vescovo di Ginevra siano serviti di sfondo o d’ispirazione.
Il contenuto di queste Aspirazioni riguardano la preparazione e il ringraziamento alla comunione; la visita e le domande da esporre al SS. Sacramento.
Prima della comunione
O mio vero e perfetto amore, e quale affezione è questa di venire a me miserabile? Venite, sì venite, desiderio del mio cuore; l’anima mia1 per voi sospira. Io vi offerisco, mio Dio, questa comunione per soddisfare al desiderio che avete di venire in me e per congiungermi a voi, mio Dio e mio tutto. Oh che maraviglia! Un Dio scender dal cielo per me e nascondere la sua maestà sotto il vile ammanto delle specie di pane e di vino! Oh quanto è vero, mio Signore, che avendo voi amato i vostri, li avete amati particolarmente nel fine istituendo questo divin Sagramento! …
Ah mio diletto, se volete ch’io vi guardi, guardate voi prima me, e col vostro spirito tiratevi il mio. Io niente sono, niente posso, niente vaglio; e perciò non mi lasciate essere sconoscente di tante grazie che vi siete degnato di farmi. Io mi offerisco ad esser per vostro amore totalmente privo d’ogni sorta di consolazioni sensibili ed a soffrire ogni tribolazione che vi piacerà di mandarmi nel tempo e nell’eternità. Io sono e sarò tutto vostro; e ardisco di chiedervi non solo i vostri doni, ma ancora voi stesso. Desidero di ricevervi per più unirmi a voi.
O Padre Eterno, io vi offerisco la Passione del vostro Figliuolo per la salute mia e di tutto il mondo. Non guardate i peccati miei, ma guardate l’amore del vostro Figlio diletto verso di noi, che l’ha tirato in questo Sacramento. Per quest’amore, mio Dio, abbiate pietà di me.
Mio Redentore, io mi conosco infinitamente indegno d’accostarmi a voi e ricevervi, per cagione de’ miei peccati e del mancamento di purità. Perciò vi dico: Domine, non sum dignus….
Leggi tutto
4. Vivere la settimana con la liturgia = IV Settimana di Pasqua
(22-27 aprile) Liturgia delle Ore: IV Settimana.
22 aprile (lunedì) – Colore liturgico bianco
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente. – Per far parte del “gregge” dei salvati è necessario entrare dalla porta. Solo Gesù è “la porta” delle pecore. L’anno della fede invita chi ha varcato con la fede questa porta ad un’autentica conversione.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = At 11,1-18; Sal 41,2-3 e 42,3-4; Gv 10,1-10.
- – Santi di oggi = San Leonida; B. Gabriella Sagheddu.
23 aprile (martedì) – Colore liturgico bianco.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Genti tutte, lodate il Signore. – Gesù conosce le sue pecore e dà loro la vita eterna, perché lui e il Padre sono “una cosa sola”. Nessuno ci può strappare dalla sua mano. E solo nostra la decisione di “sfuggire”, perché l’amore non “costringe”.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = At 11,19-26; Sal 86,1-7; Gv 10,22-30.
- – Santi di oggi = Sant’Adalberto; San Giorgio.
24 aprile (mercoledì) – Colore liturgico bianco
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. – Gesù proclama solennemente la sua unità con il Padre. L’unico modo per vedere Dio “Padre” è riconoscere in Gesù “il Figlio”, ossia credere in lui, vera luce del mondo.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = At 12,24 – 13,5; Sal 66,2-3.5-6.8; Gv 12,44-50.
- – Santi di oggi = San Fedele da Sigmaringen; Santa Maria di Cleofa.
25 aprile (giovedì) – Colore liturgico rosso.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Canterò in eterno l’amore del Signore. – Nella proclamazione del Vangelo i discepoli non sono lasciati soli. Il Signore, assiso alla “destra di Dio”, agisce “insieme con loro”, confermando con i segni “la Parola”.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = 1Pt 5,5b-14; Sal 88,2-3.6-7.16-17; Mc 16,15-20.
- – Santi di oggi = San Marco, evangelista. San Giovanni Piamarta.
26 aprile (venerdì) – Colore liturgico bianco.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato. – Il nostro cuore non si deve turbare, perché tutto dipende dalla nostra fede in Dio e in Gesù. Il nostro “posto” nella “casa del Padre” è già stato preparato dallo stesso Gesù.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = At 13,26-33; Sal 2,6-11; Gv 14,1-6.
- – Santi di oggi = Santi Guglielmo e Pellegrino.
27 aprile (sabato) – Colore liturgico bianco.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Tutti i confini della terra hanno veduto la vittoria del nostro Dio. – L’unità di Gesù con il Padre, dimostrata dalle opere, garantisce la sua divina visione. Gesù è l’unica “via” possibile per arrivare al Padre.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = At 13,44-52; Sal 97,1-4; Gv 14,7-14.
- – Santi di oggi = San Liberale; Santa Zita; B. Nicola Roland.
5. Santi calabresi del passato o venerati in Calabria
Beato Gioacchino da Fiore (30 marzo)
Nacque a Celico presso Cosenza verso il 1130. Secondo alcuni biografi, fu paggio presso la corte del normanno Ruggero in Sicilia; un pellegrinaggio effettuato in Terrasanta lo convinse ad intraprendere la vita religiosa; nel 1155 entrò nel monastero cistercense di Sambucina a Luzzi, svolgendo le mansioni di portinaio ma particolarmente di predicatore.
Fu trasferito in seguito al monastero di Corazzo dove venne ordinato sacerdote ed abate. Desideroso di vita eremitica, chiese ed ottenne dal Papa di poter lasciare l’Ordine, ritirandosi sulle montagne. Per completare il proprio intento di vita monastica, fondò un monastero a San Giovanni in Fiore, culla di una nuova Congregazione, la “Florense”, approvata nel 1196 tra il disaccordo di altri ordini religiosi.
Alcuni anni dopo, il 30 marzo 1202, Gioacchino morì santamente; all’epoca la sua congregazione contava già diversi monasteri in Calabria.
Ebbe culto pubblico ma la Chiesa non si pronunciò mai in modo ufficiale. Fu nominato da Dante Alighieri nel dodicesimo canto del Paradiso della Divina Commedia ponendolo fra i sapienti insieme a San Tommaso d’ Equino e a San Bonaventura per lo spirito profetico che possedeva. Compose diverse opere di teologia e di esegesi, cioè di commento alla Sacra Scrittura; la sua opera più famosa è il Libro sulla Trinità, nella quale afferma che le epoche della Rivelazione erano tre: la prima, del Padre attraverso il Vecchio Testamento; la seconda, del Figlio attraverso il Nuovo Testamento; la terza, dello Spirito Santo di cui sarebbe stato profeta.
Queste affermazioni gli valsero la critica, da parte della Chiesa, tredici anni dopo la sua morte, critica rivolta al suo pensiero, non certamente alla sua esemplare vita.
(da Calabriaecclesia2000.it).