Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana

Agosto 2011, prima settimana: 31 luglio-6 agosto

1. Vangelo della domenica 31 luglio – XVIII Domenica T.O. – Anno A – «…Voi stessi date loro da mangiare»
2. Aspetti della vita  –   22° Jamboree mondiale dello scoutismo
3. Un incontro con S. Alfonso – 1° agosto festa di  S. Alfonso.
4. Vivere la settimana con la liturgia =  1-6 agosto 2011.
5. Curiosità calabresi del passato  =  La donna nella famiglia calabrese.

1. Vangelo della domenica –   ( Mt 14,13-21)
«…Voi stessi date loro da mangiare».

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Gesù in tutti i suoi atteggiamenti ci rivela e ci dona l’amore del Padre. Nella “compassione” di Gesù per la folla si rivela la compassione del Padre per le nostre infermità e necessità. In Gesù che guarisce e sfama è all’opera il Padre. Matteo, attento al mistero della Chiesa, corpo di Cristo, ci insegna che anch’essa è compromessa nella rivelazione della stessa compassione divina: sono i discepoli che sentono le esigenze della folla e se ne fanno interpreti; sono loro che devono dare da mangiare; sono ancora loro che distribuiscono il pane alla folla. Da parte sua, l’umanità assetata e affamata non ha alternativa. Ha bisogno assoluto di Dio. Se vuole vivere, deve andare da lui, lo deve ascoltare, ossia fare la sua volontà.
Dice San Paolo: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo?». Non si tratta del “nostro” amore per Cristo, sempre così tiepido… L’amore al quale si riferisce l’Apostolo è l’amore di Cristo “per noi”, che è lo stesso “amore di Dio”. E tutto questo «grazie a colui che ci ha amati», ossia ai meriti di Gesù Cristo.  (Tarcisio Stramare, in “La Domenica”).

Gesù apprende la notizia della morte terribile di Giovanni Battista (Mt 14,3-12). Ne è colpito, e desidera rimanere solo. È questo il motivo per cui prende una barca per andare sul lago. Ma la folla non lo lascia. Quando egli accosta sull’altra riva, essa è già là: malati e sofferenti, tutti quelli che hanno bisogno di un Salvatore. E Gesù non si sottrae.
Le ore passano e gli apostoli si preoccupano. Essi vogliono che Gesù mandi via la folla. Tuttavia Gesù assume la propria responsabilità. Non vuole lasciare partire nessuno a pancia vuota. Egli dà senza fare conti, generosamente. Solo Dio può dare senza diventare povero. Gesù – incarnazione del Dio infinito nella nostra finitezza – dà come lui. Egli dona se stesso, ed esige da coloro che vogliono essere dei suoi: “Date loro da mangiare”; dividete il poco che avete, cinque pani, due pesci. “Date tutto”, e gli apostoli fanno la loro distribuzione. È Gesù che offre, i suoi apostoli che offrono, una Chiesa che offre se stessa: ecco il segno e il marchio della generosità di Dio.  (La Chiesa.it).

2. Aspetti della vita
Nuova umanità in costruzione: i prossimi appuntamenti.
C’è chi lavora alla costruzione di una umanità sempre nuova e certi appuntamenti di respiro mondiale non dovrebbero sfuggire a chi desidera essere solidale con questa costruzione:
1. E’ in corso da 27 luglio fino al 7 agosto il 22° Jamboree mondiale dello Scoutismo.
2. Agosto16-21 da seguire la Giornata Mondiale dei Giovani a Madrid.
3. Settembre 3-11 Il Congresso Eucaristico Nazionale.

22° Jamboree mondiale dello Scoutismo – Dal 27 luglio al 7 agosto è in corso a Rinkaby, in Svezia, il 22° Jamboree mondiale dello scoutismo. La parola jamboree viene dall’inglese: jam, marmellata. Quando il fondatore Baden Powell (detto BP) lo indisse per la prima volta nel 1920, gli diede questo appellativo poiché, affermò, «deve essere come una marmellata di ragazzi che si ritrovano in allegria». La sua fu un’intuizione profetica poiché in quel momento stava montando la marea mefitica del razzismo: chiedere di fraternizzare a ragazzi di tutte le razze, nel periodo storico in cui l’impero britannico trionfava su ogni fronte, era davvero una scelta coraggiosa. Aiutato dalla fede (era figlio di un pastore anglicano), Baden Powell ebbe un coraggio veramente unico. Da quella volta i Jamborees si sono susseguiti con ritmo costante ogni quattro anni: in ogni adunata sono caduti steccati e barriere: fra bianchi e neri sudafricani, tra musulmani ed ebrei, tra indiani e pakistani… Un vero trionfo!
– Sono 38 mila i ragazzi scout che stanno dando al 22° Jamboree mondiale e provengono da ogni parte del mondo. Tra di essi, 1.700 sono gli italiani in rappresentanza dell’Agesci e della Cngei, le due sigle che nel nostro Paese rappresentano, rispettivamente, lo scoutismo cattolico e quello aconfessionale. Di costoro, 1.300 sono ragazzi tra i 14 e i 17 anni, destinatari del raduno, accompagnati dai loro capi, dallo staff e da circa 150 rover (18-21 anni) addetti al servizio.
“Simply scouting”, semplicemente scout, è il tema scelto per questa edizione. Un “evento educativo per la promozione della pace e della differenza culturale” che verrà declinato secondo tre concetti chiave: incontri, natura, solidarietà
1. Conoscere nuove persone, stili di vita, culture e abitudini diverse dalle proprie è una delle caratteristiche dello scoutismo e in particolare del World Scout Jamboree (Wsj)”, il quale incoraggerà incontri tra persone di differente cultura, religione, Paese e contingente. I partecipanti potranno scoprire come uno straniero in realtà altro non sia che un nuovo amico e tutti gli aspetti dell’evento, persino le strutture fisiche, sono pensati affinché gli incontri siano possibili e incoraggiati.
2. In secondo luogo la natura, dal momento che principio essenziale del metodo educativo scout è la vita all’aria aperta. I partecipanti al Wsj vivranno per due settimane in un campo immenso circondato da alberi e arbusti; l’ambiente naturale sarà strumento di ‘apprendimento’, se ne scoprirà sia la vulnerabilità, sia ciò che come individui possiamo fare per proteggere meglio il mondo in cui viviamo.
3. Infine la solidarietà: “Ogni scout è fratello di tutti gli altri scout, perché parte di un movimento che condivide gli stessi valori di rispetto e solidarietà verso gli altri e verso se stessi. Il Wsj incoraggerà la solidarietà tra scout di ogni età, e promuoverà l’unità tra le organizzazioni scout e i giovani di tutto il mondo nell’ottica di una comune responsabilità nei confronti del mondo e degli altri. Il Jamboree promuoverà il rispetto per l’altro, enfatizzerà l’uguaglianza dei diritti e la pace;“tutti saranno uguali, indipendentemente dalle loro caratteristiche personali o dalle loro origini.
(spunti da Vita Pastorale EP, e Agenzia SIR)

3. Un incontro con S. Alfonso
1° agosto, festa di S. Alfonso.
Alfonso de Liguori, nacque a Marianella, quartiere di Napoli, il 27 settembre 1696. Primogenito di una famiglia di aristocratici napoletani, compì in casa gli studi letterari e scientifici. Avviato precocemente alla carriera forense, a 16 anni divenne dottore in diritto civile ed ecclesiastico e a 20 anni si impose quale brillante avvocato nel foro napoletano.
La svolta della sua vita arrivò nel 1723 quando la perdita di una importante causa lo portò a lasciare i Tribunali per diventare sacerdote. Ordinato il 21 dicembre 1726, intraprese subito un intenso apostolato tra i quartieri poveri di Napoli, con scugnizzi e barboni, impegnandosi particolarmente, con le Cappelle Serotine, nella catechesi e la formazione morale della gente più semplice. Quale membro delle Apostoliche Missioni si dedicò anche alla predicazione negli altri paesi del Regno di Napoli.
La salute fortemente compromessa dalle fatiche apostoliche, lo portò, per riposo, a S. Maria dei Monti, sull’altopiano di Amalfi, dove venne a contatto con i poveri contadini e pastori privi di ogni assistenza spirituale.
Questa esperienza fece nascere nel cuore apostolico di Alfonso il desiderio di fondare un Istituto tutto dedito alla evangelizzazione dei poveri, sparsi nelle campagne e nei paesetti rurali.
Il 9 novembre 1732, a Scala (SA) nacque la Congregazione del Santissimo Redentore. Con i primi compagni Alfonso girò di paese in paese, impegnando i suoi talenti umani e spirituali per la conversione dei peccatori; la preghiera e la predicazione formarono i pilastri della sua attività missionaria. Dove non arrivava con la parola, cercava di arrivare con gli scritti. Le sue 111 opere raggiunsero un numero di edizioni straordinarie. Le più importanti sono: La Teologia morale, Del gran mezzo della preghiera, Le massime eterne, Le glorie di Maria e La pratica di amar Gesù Cristo.
Nel 1762 venne nominato vescovo di S. Agata dei Goti, e anche in questo servizio Alfonso trasmise tutto il suo ardore missionario, lavorando soprattutto per la formazione del clero. Nel 1775 lasciò la diocesi e si ritirò a Pagani, dove morì il 1 agosto del 1787, a 91 anni di età.
Venne canonizzato da Gregorio XVI il 26 maggio 1839. Il 23 marzo 1871 Pio IX lo dichiarò Dottore della Chiesa, e il 26 aprile del 1950 Pio XII lo proclamò Patrono dei confessori e dei moralisti. (dal Messale proprio).

4. Vivere la settimana con la liturgia =  (1-6agosto)  XVIII Settimana del Tempo Ordinario Liturgia delle Ore: II Settimana

1 agosto (lunedì)– Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Esultate in Dio, nostra forza. – Saziare la folla, camminare sulle acque, guarire i malati: cose grandi; ma ne vedremo di più grandi ancora se avremo la vera fede.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =   Numeri 11,4b-15; Salmo 80,12-17; Matteo 14,22-36.
  • – Santi di oggi  =  SSant’Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo e dottore della Chiesa; Beato Pietro Favre.

 2 agosto (martedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Perdonaci, Signore: abbiamo peccato. – Fra tradizione esteriore e abitudini consolidate, scegliamo il comandamento di Dio, piantato nella nostra coscienza da un Padre che apre i nostri occhi al bene.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = Numeri 12,1-13; Salmo 50,3-6.12-13; Matteo 15,1-2.10-14.
  • – Santi di oggi  =  Sant’Eusebio di Vercelli; San Pier Giuliano Eymard.

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Indulgenza della Porziuncola – Il 2 agosto nei santuari, nelle chiese parrocchiali si può acquistare l’indulgenza plenaria della «Porziuncola». Le opere prescritte sono: visita alla chiesa, con recita del Padre nostro e del Credo, confessione, comunione e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. L’indulgenza si può acquistare soltanto una volta. La visita alla chiesa si può fare dal mezzogiorno del giorno precedente alla mezzanotte che conclude il giorno stabilito (Enchiridion indulg., ed. 1999, concessione n. 33).
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3 agosto (mercoledì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo. – Da una donna cananea viene una grande lezione di fede: in chi crede, Gesù realizza davvero cose mirabili.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Numeri 13,1-3a.25 – 14,1.26-30.34-35; Salmo 105,6-7ab.13-14.21; Matteo 15,21-28.
  • – Santi di oggi  =  Sant’Asprenato; Sant’Eufronio; Beato Agostino Katozic.

4 agosto (giovedì) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore. – Nel confessionale il curato d’Ars, per mandato del Signore, legava e scioglieva i penitenti: liberati dal peccato, pensiamo secondo Dio e non più secondo Satana.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Numeri 20,1-13; Salmo 94,1-2.6-9; Matteo 16,13-23.
  • – Santi di oggi  =  San Giovanni Maria Vianney, presbitero; San Raniero.

 5 agosto (venerdì) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Ricordo i prodigi, Signore. – Nella gloria del Padre e insieme con gli angeli, il Figlio renderà a ciascuno secondo le azioni compiute pro o contro la croce di Cristo.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =  Deuteronomio 4,32-40; Salmo 76,12-16.21; Matteo 16,24-28.
  • – Santi di oggi  =  Dedicazione della Basilica di Santa Maria Maggiore (M. della Neve); Sant’Emidio.

6 agosto (sabato) – Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  Il Signore regna, il Dio di tutta la terra. – Volto brillantissimo e vesti candide: così appare agli apostoli e a noi il Trasfigurato, il Figlio amato, nel quale il Padre celeste si compiace
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =    Daniele 7,9-10.13-14; Salmo 96,1-2.5-6.9; Matteo 17,1-9.
  • – Santi di oggi  =  Trasfigurazione del Signore.

5. Curiosità calabresi del passato
La donna nella famiglia calabrese
La nascita di una bambina costituiva motivo di preoccupazione per numerosi genitori, in quanto occorreva predisporre il corredo nuziale: “‘A fìgghia ‘nda fàscia e ‘a doti ‘nda càscia”. (La figlia in fasce e la dote nel baule).
Venivano privilegiati i maschietti che – oltretutto – garantivano la continuità del casato: “Aundi ‘nc’è omu ‘nc’è nomu”. (Dove c’è uomo c’è nome).
La virilità era una prerogativa indispensabile per gli uomini: “Diu mu ti lìbara di l’òmani spani e d”i fìmmani barvuti!”. (Dio ti scansi dagli uomini imberbi e dalle donne barbute!).
Gli incarichi di responsabilità venivano affidati al sesso maschile, alle donne non era permesso accedere a tante cariche pubbliche. All’uomo si confaceva il fucile come al gentil sesso la calza: “All’omu ‘a scupetta, a’ fìmmana ‘a cazetta”.
Si diceva ancora a S. Martino, come in altre località calabresi:
“Se voi vidìri ‘a bella massara, guàrdala quandu smìccia la lumera”.(La vera massaia si rivela intenta ai lavori domestici da mane a sera, fino al lume di candela). La passività imposta rendeva vulnerabile e bisognosa di protezione ogni donna: “‘A fìmmana senza statu è comu ‘u pani senza lavatu”. (La nubile è come il pane senza lievito). Di conseguenza, il matrimonio si celebrava molto presto: “A quindici anni ‘a mariti o ‘a scanni”. (A quindici anni la donna dovrà accasarsi).
Le virtù delle figlie si misuravano dal luogo di provenienza: “La fìmmana com’è faci li cosi, lu focu di chi jè faci li brasi”. (Dalle opere si giudica la stirpe, come dalla brace la legna). Ma se il matrimonio procurava dignità, era pur vero che la fortuna della famiglia dipendeva dalla donna: “A fìmmana faci e ‘a fìmmana spaci ‘a casa”. Non c’era da fidarsi delle donne che perdevano tempo fuori casa: “A fìmmana chi va’ fora no’ tila e no’ lenzola”. (Chi va in giro non disbriga alcun corredo). Era, pertanto, da punire severamente colei che si allontanava senza motivo dalle mura domestiche: “A’ fìmmana chi anda, rruppinci la gamba!”).
Gli occhi rappresentano ancora la finestra dell’anima: “A fìmmana vana si canusci all’occhi, l’omu mortu di fami a li stendicchi”. (La vanità femminile traspare dagli occhi, l’uomo affamato dagli stiracchiamenti).
La natura può privilegiare una donna facendola nascere graziosa: “Cu’ nasci bella nasci maritata”. (Non ci sono difficoltà per una bella a trovare marito).
Domenico Caruso sul sito brutium.info/folklore/folklore01.htm

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