Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano
Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana
Aprile 2013, seconda settimana: 7-13 aprile.
1. Vangelo della domenica 7 aprile – 2a Domenica di Pasqua – Otto giorni dopo
venne Gesù.
2. Aspetti della vita – La Divina Misericordia.
3. Un incontro con S. Alfonso – Della Risurrezione di Cristo.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 8-13 aprile 2013.
5. Curiosità calabresi del passato = L’affruntata – Antico rito popolare in via di purificazione.
1. Vangelo della domenica – (Gv 20,19-31)
Otto giorni dopo venne Gesù
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
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Questa seconda Domenica di Pasqua è denominata della Divina Misericordia. – Benediciamo Dio, perché nella sua grande misericordia ci ha rigenerati mediante la risurrezione di Gesù Cristo. Nella preghiera di Colletta si prega «Dio di eterna misericordia», che nella ricorrenza pasquale ci ha purificati, rigenerati e redenti. Nel Vangelo il Signore, pur proclamando beati quelli che credono senza aver visto, accetta di dare un’ulteriore prova all’apostolo Tommaso, esitante sulla sua risurrezione. E noi che cosa possiamo fare per superare i nostri ricorrenti dubbi e gustare la misericordia divina? Vengono suggeriti quattro impegni: 1) l’ascolto docile della Parola che dà la vita; 2) la partecipazione alla “Frazione del pane”, cioè l’Eucaristia, che nutre la nostra fame di Dio e ci fa crescere come figli; 3) la preghiera personale e comunitaria; 4) l’amore fraterno che si manifesta nella condivisione dei beni. (Sergio Gaspari, in “La Domenica”).
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Partecipando al sacrificio della Messa, noi ascoltiamo ogni volta le parole di Cristo che si rivolge agli apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”. Inoltre, imploriamo il Signore di concederci “unità e pace secondo la sua volontà” e di donare “la pace ai nostri giorni”.
Ogni volta che apparve agli apostoli Cristo, dopo aver vinto la morte, augurò la pace, sapendo quanto tutti loro la desiderassero. Nel conferire agli apostoli il potere di rimettere i peccati, Cristo ha portato la pace nell’anima inquieta dell’uomo. L’anima creata da Dio ha nostalgia di Dio. La pace con Dio è il fondamento della pace tra gli uomini. Liberato dalla schiavitù del peccato, l’uomo è in pace, ha l’anima in festa, in pace. La pace regna sui cuori puri. È partendo dalla pace interiore, quella del cuore, appoggiandosi ad essa, che si può stabilire la pace esteriore: in famiglia, fra vicini, in seno alla Chiesa, tra i popoli. Dio chiama tutti gli uomini ad unirsi al suo popolo unico. Il suo desiderio, che è di riunire tutti gli uomini in seno ad un’unica comunità per salvarli, è già espresso nell’Antico Testamento.
Gli Ebrei capirono di essere un popolo unico nella lontana notte di Pasqua in cui Dio li separò dagli Egiziani ed indicò loro la Terra promessa.
La Pasqua viene per ricordare questo avvenimento alle generazioni successive: in questo giorno ogni ebreo ha il sentimento di essere di nuovo condotto fuori dall’Egitto per essere salvato. Allo stesso modo, il nuovo popolo di Dio è nato il giorno di Pasqua, quando la concordia eterna fu rinnovata e suggellata dal sangue del Figlio di Dio. Questo popolo creato da Cristo è precisamente la Chiesa. (La Chiesa.it)
2. Aspetti della vita
La Divina Misericordia
La festa della Divina Misericordia, voluta dal Beato Giovanni Paolo II, occupa il posto più importante tra tutte le forme di devozione alla Divina Misericordia che sono state rivelate a Santa Faustina Kowalska.
Per la prima volta Gesù le ha parlato dell’istituzione di questa festa a Plock nel 1931, quando le trasmise la sua volontà riguardo all’immagine: « Io desidero che vi sia una festa della Misericordia : voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua ; questa domenica deve essere la festa della Misericordia » (Diario, p. 75).
- La scelta della prima domenica dopo Pasqua come festa della misericordia ha un suo profondo significato teologico, che indica un forte legame tra il mistero pasquale della Redenzione e il mistero della Divina Misericordia. Questo legame è sottolineato ulteriormente dalla Novena alla Divina Misericordia, che precede la festa e inizia il Venerdì Santo e durante la quale si recita la Coroncina. La festa non è soltanto un giorno di particolare adorazione di Dio nel mistero della misericordia, ma è un tempo di grazia per tutti gli uomini.
- «Desidero – ha detto Gesù – che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori » (Diario, p. 440).
« Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione. Concedo loro l’ultima tavola di salvezza, cioè la festa della Mia Misericordia. Se non adoreranno la Mia Misericordia, periranno per sempre » (Diario, p. 561). - L’importanza di questa festa si misura con le straordinarie promesse che Gesù ha legato ad essa. « In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita – ha detto Cristo – questi conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene » (Diario, p. 235).
- « In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. (…) Nessun’anima abbia paura di accostarsi a me, anche se i suoi peccati fossero come lo scarlatto » (Diario, p. 441).
- Per ottenere questi grandi doni bisogna adempiere alle condizioni del Culto alla Divina Misericordia (fiducia nella bontà di Dio e carità attiva verso il prossimo), essere in stato di grazia (dopo la confessione) e ricevere degnamente la santa Comunione.
- « Nessun’anima troverà giustificazione finché non si rivolgerà con fiducia alla Mia Misericordia e perciò la prima domenica dopo Pasqua deve essere la festa della Misericordia ed i sacerdoti in quel giorno debbono parlare alle anime della Mia grande ed insondabile Misericordia » (Diario, p.378).
Una preghiera per restare vigili
Padre celeste, mossi dallo Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, innalziamo a te la nostra supplica ed esaudiscila per la potente mediazione di Gesù tuo Figlio, l’unico Redentore: accresci in noi il dono della fede, rendendoci capaci di superare dubbi e incertezze, poiché tutti siamo un po’ come Tommaso.
3. Un incontro con S. Alfonso
Della Risurrezione di Cristo
Apparve poi Gesù Cristo risorto prima a s. Pietro ed a s. Giovanni, ed indi agli altri apostoli; e per maggiormente renderli certi della sua risurrezione, si contentò che avessero toccate anche le sue carni sacrosante. E con tutto ciò soggiunge s. Luca che neppur essi si arresero a crederlo risorto. Onde bisognò che il Signore cercasse alcuna cosa di cibo, ed avendogli quelli data una parte di pesce, egli ne mangiò, e li lasciò persuasi.
Ma essendo rimasto s. Tommaso, che non voleva di ciò persuadersi dicendo: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”, dopo otto giorni, mentre gli apostoli trovavansi uniti, venne ivi Gesù Cristo a porte chiuse, e disse a Tommaso: “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!”
Ed allora s. Tommaso credette e disse: “Mio Signore e mio Dio”.
Indi seguì il Signore a comparire più volte a’ suoi discepoli; e narra s. Paolo che una volta diede a vedersi a 500 persone, delle quali dice che molte allora ancor viveano.
Scrive s. Luca che per quaranta giorni seguitò ad apparir loro e istruendoli delle cose spettanti alla chiesa, ai sacramenti ed alla disciplina, e di molte altre cose che riguardano il regno di Dio, che essi poi doveano predicare per tutto il mondo; giacché prima di morire avea detto che dovea loro palesare appresso molte dottrine, delle quali allora non erano capaci.
Da tutto ciò si scorge non poter sospettarsi che tutti quei santi discepoli si sieno ingannati nel credere vanamente la risurrezione di Gesù Cristo. Dice s. Gio. Grisostomo che la risurrezione del Signore operò negli apostoli, che quelli che negarono Gesù vivente, diedero poi la vita per Gesù crocifisso. (Verità della Fede, II, cap.XV, §. 1)
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4. Vivere la settimana con la liturgia = (8-13 aprile)
Liturgia delle Ore: II settimana di Pasqua
8 aprile (lunedì) – Solennità dell’Annunciazione – Colore liturgico: bianco
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà. – La liturgia della Parola ci presenta Gesù e Maria uniti da una stessa parola: «Eccomi»; come Maria ha accolto l’annuncio dell’angelo, così Cristo ha fatto la volontà del Padre.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Is 7,10-14; 8,l0c; Sal 39,7-11; Eb 10,4-10; Lc 1,26-38.
- – Santi di oggi = Annunciazione del Signore (recupero del 25 marzo) – S. Amanzio.
9 aprile (martedì) – Colore liturgico: bianco
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Il Signore regna, si riveste di maestà. – In ogni tempo l’ideale ricercato dalla Chiesa è stato quello della fraternità in obbedienza al comando di Cristo dell’amore reciproco.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Atti 4,32-37; Salmo 92,1-2.5; Giovanni 3,7-15.
- – Santi di oggi = San Demetrio; Santa Valtrude; Beato Antonio Pavoni.
10 aprile (mercoledì) – Colore liturgico: bianco
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Il povero grida e il Signore lo ascolta. – L’annuncio della parola del Signore non può essere arrestato neppure con il carcere o il martirio.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Atti 5,17-26; Salmo 33,2-9; Giovanni 3,16-21.
- – Santi di oggi = San Palladio; Santa Maddalena di Canossa.
11 aprile (giovedì) – Colore liturgico: (rosso).
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Ascolta, Signore, il grido del povero. – È la fede in Cristo che dona la vita eterna in quanto è Gesù il vero e unico rivelatore del Padre.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Atti 5,27-33; Salmo 33,2.9.17-20; Giovanni 3,31-36.
- – Santi di oggi = Santo Stanislao, vescovo e martire. – Santa Gemma Galgani; Beata Elena Guerra.
12 aprile (venerdì) – Colore liturgico: bianco
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Una cosa ho chiesto al Signore: abitare nella sua casa. – Tutti i miracoli di Gesù hanno lo scopo di rivelare la gloria di Dio, che è presente in Cristo.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Atti 5,34-42; Salmo 26,1.4.13-14; Giovanni 6,1-15.
- – Santi di oggi = San Giulio I; San Zeno; San Giuseppe Moscati.
13 aprile (sabato) – Colore liturgico: bianco
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Su di noi sia il tuo amore, Signore. – Anche nella prima comunità cristiana esistevano delle tensioni che si cercava di risolvere nel miglior modo possibile.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Atti 6,1-7; Salmo 32,1-2.4-5.18-19; Giovanni 6,16-21.
- – Santi di oggi = San Martino I; Sant’ Ermenegildo.
5. Curiosità calabresi del passato
L’affruntata – Antico rito popolare in via di purificazione
L’affruntata (incontro, in calabrese) è una rappresentazione religiosa che si tiene nei comuni delle provincie di Reggio Calabria, Vibo Valentia e nella parte meridionale della provincia di Catanzaro, dove è conosciuta anche con il nome di Cunfrunta, nel periodo di Pasqua.
È di carattere prettamente popolare, con origini pagane. La manifestazione si svolge per le strade e nelle piazze dei comuni, dove tre statue (raffiguranti Maria Addolorata, Gesù e san Giovanni vengono trasportate a spalla, da quattro portatori per statua, per simboleggiare l’incontro dopo la resurrezione di Cristo. Essa viene preparata e provata a lungo in precedenza.
La statua di san Giovanni fa la spola tra le altre due per 3 o 5 volte (il numero dei passaggi varia da paese a paese) avanti e indietro, con passo sempre più veloce, come messaggero della resurrezione di Cristo.
All’ultimo passaggio si incontrano correndo davanti a Gesù san Giovanni da una parte e L’Addolorata dall’altra. All’incontro il velo nero del lutto viene tolto dalla statua di Maria, la cosiddetta “sbilazioni” o “sbilata”, lasciando visibile un vestito di festa.
Una cattiva riuscita della funzione è secondo la tradizione presagio di sventura per la comunità. Le cronache raccontano che a Vibo Valentia nel 1940 la “sbilazioni” non avvenne in modo perfetto e in quell’anno l’Italia entrò in guerra. In ogni località l’affrontata si svolge in modo diverso, in molti comuni, ad esempio, avviene il cosiddetto incanto con la medesima modalità.
I Vescovi della Calabria con diversi interventi pastorali hanno cercato di portare ordine a queste manifestazioni e ricondurle alla genuina tradizione: in alcune parti, infatti, partecipare a questa processione, portando a spalla i simulacri delle statue interessate all’affruntata era diventato perfino una specie di iniziazione per i riti interni alle varie ‘ndrine.