Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano
Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana
Marzo 2013, seconda settimana: 10-16 marzo.
1. Vangelo della domenica 10 marzo – «Questo tuo
fratello era morto ed è tornato in vita».
2. Aspetti della vita – Una Giornata Europea per ricordare i
Giusti (6/03/2013).
3. Le Opere di S. Alfonso = 1745 Atti per la Santa Comunione.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 11-16 marzo2013.
5. Santi calabresi del passato = San Nicodemo di Mammola (12
marzo).).
1. Vangelo della domenica – (Lc 15,1-3.11-32)
“Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita.”.
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto.
Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
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«Padre, ho peccato verso il cielo e davanti a te» – Il Vangelo oggi ci racconta il ritorno del figlio prodigo: una parabola che Gesù narrò per lodare la misericordia di Dio. Lo stare di Cristo con i peccatori aveva suscitato molte mormorazioni.
Gesù non entra nel dibattito, ma mostra di quale genere sia l’amore di Dio. È un amore capace di attendere, di perdonare, di placare i rancori, di ridare speranza a chi è perduto, di rinnovare la vita in chi sembra morto.
È un amore capace di vederti non da quello che sei stato, ma da quello che puoi diventare. È un amore che conduce alla conversione: ci fa scoprire il perdono di Dio, la sua capacità di scommettere sull’uomo, di non fermarsi al possibile, ma di osare l’impossibile. È questo amore che ci rende creatura nuova, pronti a guardarci con gli occhi di Dio per scorgere in noi ogni giorno la novità che avanza. (Elide Siviero, in La Domenica).
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Il Vangelo ci annuncia una misericordia che è già avvenuta e ci invita a riceverla in fretta: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”, dice san Paolo (2Cor 5,20).
Il padre non impedisce al suo secondogenito di allontanarsi da lui. Egli rispetta la sua libertà, che il figlio impiegherà per vivere una vita grigia e degradata. Ma mai si stanca di aspettare, fino al momento in cui potrà riabbracciarlo di nuovo, a casa.
Di fronte all’amore del padre, il peccato del figlio risalta maggiormente. La sofferenza e le privazioni sopportate dal figlio minore sono la conseguenza del suo desiderio di indipendenza e di autonomia, e di abbandono del padre. La nostalgia di una comunione perduta risveglia in lui un altro desiderio: riprendere il cammino del focolare familiare.
Questo desiderio del cuore, suscitato dalla grazia, è l’inizio della conversione che noi chiediamo di continuo a Dio. Siamo sempre sicuri dell’accoglienza del padre.
La figura del fratello maggiore ci ricorda che non ci comportiamo veramente da figli e figlie se non proviamo gli stessi sentimenti del padre. Il perdono passa per il riconoscimento del bisogno di essere costantemente accolti dal Padre. Solo così la Pasqua diventa per il cristiano una festa del perdono ricevuto e di vera fratellanza. (Chiesa.it)
Una preghiera per restare vigili
O Dio, tu ti riveli veramente “prodigo” nella sua misericordia verso di noi peccatori e nell’amore tu riveli la tua onnipotenza. Non per le nostre azioni, ma per la tua infinità misericordia degnati di accogliere le suppliche di noi che, nonostante i nostri peccati, osiamo sempre invocare con fiducia il tuo aiuto. E fa’ che abbiamo verso gli altri gli stessi sentimenti di compassione che tu hai verso di noi.
2. Aspetti della vita
1. Settimana decisiva per il Conclave
2. Una Giornata Europea per ricordare i Giusti (6/03/2013)
Per la prima volta l’Europa intera ha celebrato con una serie di iniziative gli uomini e le donne che hanno speso la vita per il bene comune e difeso la dignità degli oppressi.
Significativa è stata l’immagine-logo: l’albero dei Giusti la cui chioma è composta dalle parole-chiave dell’evento.
Una buona giornata, quindi, per l’Europa: per la prima volta: il Continente intero ha ricordato i Giusti: uomini e donne che si sono impegnati, spesso fino a dare la vita, per difendere i diritti di tutti, in particolare gli “offesi e umiliati” della Storia.
Questa Giornata europea dei Giusti è stata rutto di un lungo lavoro preparatorio, nel quale hanno giocato un ruolo decisivo Gariwo, la Foresta dei Giusti guidata da Gabriele Nissim, e alcuni politici italiani. Più di 3.600 tra cittadini ed esponenti della cultura, in Italia e all’estero, hanno firmato e sostenuto l’appello di Gariwo per l’istituzione di questa giornata.
Con la dichiarazione approvata il 10 maggio del 2012, l’Europa ha scelto la data del 6 marzo come ricorrenza annuale per ricordare quanti hanno soccorso i perseguitati, si sono opposti ai genocidi, hanno difeso la dignità umana, hanno testimoniato la verità.
L’evento ha inteso ricordare e diffondere l’esempio dei Giusti, sottolineando così implicitamente i valori fondativi dell’Europa: i diritti della persona, la libertà, la responsabilità, la solidarietà.
Iniziative in contemporanea si sono tenute a Bruxelles, Praga, Sarajevo, Varsavia e San Pietroburgo, a Milano.
Le figure ricordate sono state quelle di Fridtjof Nansen, Dimitar Peshev, Vaclav Havel e Samir Kassir. Un albero è stato piantato e dedicato alla loro memoria.
3. Le Opere di S. Alfonso
1745 – Atti per la Santa Comunione
Questi Atti risultano sempre come aggiunti alle Visite al SS. Sacramento:”Contengono gli atti per l’apparecchio alla comunione, per avanti la comunione, per lo ringraziamento dopo la comunione a gli Atti dopo la comunione”.
Il fatto di apparire come un’aggiunta alle Visite, induce a presentare questi atti. un’appendice a sé stante.
È da segnalare che nell’Archivio Generale dei Redentoristi in Roma giace un manoscritto inedito di S. Alfonso datato 1740 dal titolo “Introduzioni e affetti per la Comunione”: sono 5 paragrafi seguiti da vari affetti.
Scrive il redentorista P. B. Ragni: “La pietà eucaristica di S. Alfonso è mirabilmente precorritrice in un tempo in cui il falso rispetto ispirato alla dottrina giansenistica, aveva provocato la diserzione generale dagli altari. “È risaputo che le divozioni eucaristiche del nostro Santo hanno esercitato influenza decisiva nel rinnovamento religioso lungo la seconda metà del Settecento e la prima. dell’Ottocento”. E se oggi è scemata, in parte, l’attualità che ne fece un baluardo a difesa del tabernacolo, restano sempre come la più fresca e limpida sorgente di preghiera”.
Ecco due belle citazioni dall’operetta del Santo:
1. Dice S. Agostino: Se ogni giorno riceverai questo sacramento, Gesù sarà sempre teco e sempre andrai crescendo nel divino amore.
2. Se parliamo di medicare le nostre infermità spirituali, qual rimedio più grande possiamo avere che la santa comunione chiamata dal sacro Concilio di Trento: Antidoto col quale siamo liberati dalle colpe quotidiane e preservati dai peccati mortali.
Per leggere l’operetta apri il collegamento.
4. Vivere la settimana con la liturgia = IV Settimana di Quaresima
(11-16 marzo) Liturgia delle Ore: IV Settimana.
11 marzo (lunedì) – Colore liturgico viola
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato. – “Tuo figlio vive” è ripetuto tre volte: Gesù lo afferma, i servi lo confermano e il funzionario lo riconosce. Il miracolo si trasforma in “segno” e tutta la famiglia “crede”.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Is 65,17-21; Sal 29,2.4-6.11-12a.13; Gv 4,43-54.
- – Santi di oggi = San Pionio; San Sofronio; San Costantino; San Eulogio.
12 marzo (martedì) – Colore liturgico viola.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Dio è per noi rifugio e fortezza. – Gesù offre la guarigione a un paralitico. Questi dovrà solo testimoniare che è stato Gesù a guarirlo, perché i Giudei possano riconoscere la sua uguaglianza con Dio.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Ez 47,1-9.12; Sal 45,2-3.5-6.8-9; Gv 5,1-16.
- – Santi di oggi = San Luigi Orione; San Massimiliano; Santa Fina.
13 marzo (mercoledì) – Colore liturgico viola
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Misericordioso e pietoso è il Signore. – Gli avversari di Gesù hanno formulato l’accusa contro di lui: trasgredisce il riposo del sabato e si fa uguale a Dio. Gesù risponde rivelando la sua unità con il Padre nelle opere che compie, ma anche nel giudizio.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Is 49,8-15; Sal 144,8-9.13-14.17-18; Gv 5,17-30.
- – Santi di oggi = Santa Cristina; San Sabino; Sant’Ansovino.
14 marzo (giovedì) – Colore liturgico viola.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo. – Gesù adduce tre testimonianze in suo favore: le parole di Giovanni il Battista; le opere che sta compiendo su mandato del Padre; le Scritture, che parlano di lui.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Es 32,7-14; Sal 105,19-23; Gv 5,31-47.
- – Santi di oggi = Santa Matilde; B. Eva da Cornillion; B. Giacomo Cusmano.
15 marzo (venerdì) – Colore liturgico viola.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato. – Gesù non segue né i tempi né i criteri umani per farsi conoscere. Di qui i contrasti di opinioni sul suo agire e sulla sua identità. Nessuno, tuttavia, può fermarlo nel suo cammino.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = Sap 2,1a.12-22; Sal 33,17-21.23; Gv 7,1-2.10.25-30..
- – Santi di oggi = Santa Luisa de Marillac; San Zaccaria; B. Artemide Zatti.
16 marzo (sabato) – Colore liturgico viola.
- – Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Signore, mio Dio, in te ho trovato rifugio. – Le opinioni sull’identità di Gesù sono discordi. Le guardie rimangono interdette nell’eseguire l’ordine di arrestarlo. Anche tra i farisei c’è chi obietta sul modo di procedere contro di lui.
- – Letture bibliche alla Messa di oggi = . Ger 11,18-20; Sal 7,2-3.9-12; Gv 7,40-53.
- – Santi di oggi = Santi Ilario e Taziano; San Eriberto; B. Giovanni Sordi o Cacciafronte.
5. Santi calabresi del passato o venerati in Calabria
San Nicodemo di Mammola (12 marzo).
Nacque a Sicrò, piccolo centro della valle delle Saline, il 12 maggio dell’anno 920 da Teofano e Panta, molto religiosi che trasmisero al figlio profondi sentimenti cristiani.
Un giorno si recò al monastero di San Fantino Cavallaio, ove vi era come abate san Fantino Egumeno; profondamente colpito dal modo di vivere di quei religiosi. Nicodemo chiese di essere ammesso alla vita religiosa. Dopo alcuni giorni, convinto dai progressi spirituali dell’allievo, Fantino gli diede l’abito dei novizi. Da questo momento, Nicodemo imitò il suo superiore in ogni cosa: nelle veglie, nei digiuni, nelle penitenze.
Verso l’anno 950, avvenne un’incursione degli Arabi presso il monastero dei due Santi che provocò una fuga di massa; tra questi vi fu anche Nicodemo che fu costretto a stabilirsi in una località selvaggia e inaccessibile: il monte Cellerana presso Mammola, abitato da demoni, che lo tormentarono in tutti i modi, arrivando a non consentirgli di dormire, poiché scuotevano la cella in modo violentissimo.
Il santo edificò un oratorio dedicandolo a San Michele; qui ogni giorno cuoceva su pietre il pane che divideva con le sue mani per poi darlo ai bisognosi.
Il suo nutrimento era costituito da un decotto di castagne bollite, a cui aggiungeva pesce, regalatogli dai pescatori, ed essiccato al sole. Il tempo libero della giornata lo trascorreva in meditazione, recitando i salmi.
Vestiva sempre molto semplice: indossava una tunica senza maniche, fermata alle spalle con bottoni, lunga fino alle ginocchia; a volte portava un vestito di pelle con tunica molto corta.
Di lui si narrano molti miracoli: un giorno Nicodemo era intento a lavorare la terra quando uno scorpione lo morse ad un piede, rimanendovi attaccato. A quanti accorsero per uccidere l’animale, il santo rivolse parole rassicuranti e li pregò di risparmiare la vita dell’aracnide.
Guarì moltissimi indemoniati e liberò prigionieri.
Morì a 90 anni il 12 marzo 1010. – Il suo corpo riposa nella chiesa matrice di Mammola, di cui è patrono.
(da Calabriaecclesia2000.it).