Rubrica religiosa settimanale
a cura di P. Salvatore Brugnano
Dicembre 2010, quarta settimana: 19-25 dicembre 2010
1. Vangelo della domenica 19 dicembre, Quarta di Avvento – Anno A – «Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide».
2. Aspetti della vita – Tutte le nascite
3. Un insegnamento di S. Alfonso – Gesù Bambino ci è donato da Dio.
4. Vivere la settimana con la liturgia = 20-25 dicembre
5. Saggezza calabrese = Allestitivi, o cari amici.
1. Vangelo della domenica – Mt 1,18-24
«Gesù nascerà da Maria, sposa di Giuseppe, della stirpe di Davide».
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Il Vangelo secondo san Matteo comincia con la “genealogia di Gesù Cristo” (Mt 1,1-17). L’evangelista sottolinea così che la storia che Dio ha cominciato con Abramo ha ora raggiunto il suo obiettivo in Gesù Cristo. L’obiettivo non è la fine della storia, poiché essa continua, ma in modo nuovo: “Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù”. È dunque chiaro che san Matteo vuol dire che Giuseppe non era che il padre adottivo di Gesù. Ma chi è il vero padre di Gesù? È una domanda che si pone anche Giuseppe nel nostro testo di oggi. E la risposta è assolutamente chiara: è “per opera dello Spirito Santo” che Maria aspetta un bambino. Ma il testo esprime senza dubbio ancora qualcosa di più. Non è perché è stato generato in questo modo straordinario che Gesù è l’obiettivo della storia di Israele e il fondamento di una nuova comunità; si tratta piuttosto di capire che in Gesù Dio si è unito con noi uomini, come rimedio estremo e per sempre. E ciò per liberarci dalla fatalità della colpa del peccato. Ecco perché il figlio di Maria deve portare il nome di Gesù, cioè: “Il Signore salva”, ed ecco perché noi possiamo anche chiamare Gesù Emanuele, che si traduce “Dio è con noi”. (cf LaChiesa.it)
Dio coinvolge Giuseppe in una storia che è molto al di la delle sue capacità, ma che ha già coinvolto un’altra piccola donna che è proprio la sua sposa Maria. Dio vuole realizzare il suo sogno di entrare nella storia umana e in questo progetto difficilissimo non può fare a meno di Giuseppe, anche se infinitamente più piccolo di Dio. In questo incontro “impossibile” di collaborazione con Dio, Giuseppe trova un nuovo progetto di vita sul quale puntare e dal quale ritrovare nuovo slancio. La sua quindi non è una obbedienza cieca e sottomessa, ma è una obbedienza a Dio insieme all’obbedienza al suo cuore. Giuseppe cerca la felicità e, aiutato dalle parole che l’angelo gli depone nel cuore, comprende che questa felicità si realizza proprio là dove credeva fosse morto tutto. – La storia di Giuseppe ci dimostra che nel sogno di Dio ci stanno anche i nostri sogni. Sembrerebbe impossibile… ma forse proprio per questo a volte abbiamo bisogno di ritrovare il sogno spirituale, che in altri termini si chiama preghiera. Nella preghiera possiamo intuire che la nostra vocazione legittima alla felicità non è mai compromessa del tutto da quel che ci capita di negativo, ma che dietro si può nascondere qualcosa di più grande che ci chiama, come è successo a Giuseppe. (Giovanni Berti).
2. Aspetti della vita
Tutte le nascite
Il Natale è la nascita assoluta che riflette e assume, illumina e redime, benedice e consacra tutte le nascite di prima e tutte le nascite di poi. Ogni uomo che venga alla luce ripete il miracolo del Natale di Cristo; perché è Dio che decide quella nascita; è Lui che vuole quella vita. È proprio ciascuna di quelle nascite, ciascuna di quelle vite, nessuna esclusa, che l’ha spinto da sempre a incarnarsi.
Il Natale è la nascita assoluta che riflette e assume, illumina e redime, benedice e consacra tutte le nascite di prima e tutte le nascite di poi. Ogni uomo che venga alla luce ripete il miracolo del Natale di Cristo; perché è Dio che decide quella nascita; è Lui che vuole quella vita. È proprio ciascuna di quelle nascite, ciascuna di quelle vite, nessuna esclusa, che l’ha spinto da sempre a incarnarsi.
Per il nostro augurio natalizio abbiamo voluto lasciare alle spalle la coreografia tradizionale: non mancano testi letterari e spirituali che si affidano a stelle, nevi, pastorelli e zampogne per dar vita al presepio, un simbolo per altro caro a tutti. Questa volta abbiamo dato spazio a una citazione “pesante”, un paragrafo “teologico” desunto dal libro La maestà della vita (Rizzoli 1982) di Giovanni Testori, il noto scrittore lombardo morto nel 1993. È molto suggestiva la fusione che egli compie tra la «Nascita assoluta» ed emblematica di Cristo e tutte le altre nascite.
Gesù è nato, cioè ha voluto avere un inizio come tutte le sue creature, lui che era eterno, proprio per condividere con noi il tempo, la storia, la carne. E come tutti noi ha scelto di avere una fine, una morte. Ha compiuto questo per deporre in tutte le nascite e in tutte le morti, con la sua presenza, un seme divino. Come scrive Testori, il Natale del Figlio di Dio «riflette e assume, illumina e redime, benedice e consacra tutte le nascite», tutte le vite. Dobbiamo amare, allora, la vita dei viventi, da chi ora nasce fino a chi muore perché in essa si celebra un’epifania di Dio, uno svelamento della sua condivisione con la nostra realtà, una rivelazione del suo amore. (Card. Gianfranco Ravasi).
3. Un insegnamento di S. Alfonso
Gesù Bambino ci è donato da Dio
Caro mio Gesù, s’è vero – come dice la legge – che con la donazione si acquista il dominio; dal momento che il Padre tuo ti ha donato a me, tu sei mio; per me sei nato, a me sei stato dato: Un Bambino ci è nato… Un Figlio ci è stato dato. E giacché sei mio, tutte le cose tue sono mie: mio è il tuo sangue, miei sono i tuoi meriti, mia è la tua grazia, mio è il tuo paradiso. E se tu sei mio, chi mai potrà toglierti a me?
Solamente per mia colpa io posso perderti e separarmi da te; ma io, o Gesù mio, se per il passato ti ho lasciato e ti ho perduto, ora me ne pento con tutta l’anima, e sono deciso a perdere la vita e tutto, prima di perdere te, bene infinito ed unico amore dell’anima mia.
Ti ringrazio, o Eterno Padre, di avermi donato il tuo Figlio; e giacché tu l’hai donato tutto a me, io miserabile mi dono tutto a te. Per amore di questo Figlio, accettami e stringimi con lacci d’amore al mio Redentore. – Maria, madre mia, custodiscimi colla tua protezione. Io non voglio esser più mio, voglio essere tutto del mio Signore. Aiutami a restare fedele; in te confido. (S. Alfonso)
4. Vivere la settimana con la liturgia = 20-25 dicembre – Quarta settimana di Avvento – Liturgia delle Ore: IV settimana
20 dicembre (lunedì)
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Ecco, viene il Signore, re della gloria. – L’avvenimento che segna l’alba dell’incarnazione viene presentato in un racconto: Gesù è il figlio di Davide e re; è santo e Figlio di Dio. Seguendo l’esempio della serva del Signore, accogliamo oggi dentro di noi la Parola che salva!
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Isaia 7,10-14; Salmo 23,1-4.5-6; Luca 1,26-38.
– Santi di oggi = San Liberato; B. Vincenzo Romano
21 dicembre (martedì)
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Esultate, o giusti, nel Signore; cantate a lui un canto nuovo. – Nella visitazione non assistiamo soltanto al racconto della visita e delle premure di Maria verso l’anziana cugina Elisabetta. In filigrana si legge l’antica storia del trasferimento dell’arca dell’alleanza (la presenza di Cristo) a Gerusalemme.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Cantico dei Cantici 2,8-14; Salmo 32,2-3.11-12.20-21; Luca 1,39-45.
– Santi di oggi = San Pietro Canisio; San Michea profeta.
22 dicembre (mercoledì)
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Il mio cuore esulta nel Signore, mio Salvatore. – Il Magnificat, il cantico dei poveri d’Israele viene posto giustamente sulle labbra di Maria che si trova al culmine della loro fervida attesa. Essa canta già il motivo centrale della salvezza realizzata in Cristo.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = 1Samuele 1,24-28; Salmo 1Sam 2,1.4-8; Luca 1,46-55.
– Santi di oggi = Santa Francesca Saverio Cabrini; B. Tommaso Holland.
23 dicembre (giovedì)
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Leviamo il capo: è vicina la nostra salvezza. – La profezia di Malachia si compie nella persona di Giovanni, figlio del sacerdote Zaccaria; questo nome nuovo, che significa “Dio fa grazia”, rappresenta una rottura delle tradizioni familiari e annuncia i tempi nuovi.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = Malachia 3,1-4.23-24; Salmo 24,4-5.8-10.14; Luca 1,57-66.
– Santi di oggi = San Giovanni da Kety; Santa Vittoria.
24 dicembre (venerdì)
– Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Canterò per sempre l’amore del Signore. – Zaccaria canta il realizzarsi delle promesse di salvezza fatte da Dio nelle antiche profezie. Mosso dallo Spirito, questo sacerdote dell’antica alleanza saluta l’aurora della nuova alleanza, di cui suo figlio è chiamato a essere il precursore.
– Letture bibliche alla Messa di oggi = 2Samuele 7,1-5.8b-12.14a.16; Salmo 88,2-5.27.29; Luca 1,67-79.
– Santi di oggi = Sant’Adele; San Delfino; Sant’Irmina; Santi Antenati di Gesù.
25 dicembre (sabato) SOLENNITA’ del NATALE DEL SIGNORE
Oggi è nato per voi il Salvatore.
+ Dal Vangelo secondo Luca (2,1-14)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».
5. Saggezza calabrese
Allestitivi o cari amici
Allestitivi o cari amici
pe ‘sti jorni di Natali.
Oh chi festa, oh chi trumbali
Oh Gloria Patri.
Allu celu gran festa si faci
alla chjesa candavanu angora
e la terra chi tutta odora
di rosi e hjuri.
E’ nesciu lu Redenduri:
porta beni e porta vita;
ogni grazia a nui ndì ‘mbita
ed all’unioni.
Porta beni pe li boni;
e pe li mali lu so ajuti.
Tutti chiji chi l’hannu perdutu
lu vannu a trovari.
E lu vannu pe ritrovari
ngi ha mandatu ‘na bona via
allu celu chi non g’è vìa,
ng’è l’usignolu.
Non guardati ch’è picciriju,
ch’èsti randi e onnipotendi;
esti puru nostru assistendi
nzìnu alla morti.
E’ nesciu di menzanotti
scazu, nudu e povareju
comu tandu rispettuseju
Cumbogghjatu cu nà tuvagghja
cumbogghjatu cu’ veru amuri
La so mamma cu tandu splenduri
lu stringia allu pettu
O divinu mio pargulettu
Li Sand’Angieli calaru
a Maria lu cumbortaru
nd’à la capanna
Chija notti chi chjoppi e non vagna
chija notti disiderata
l’erbiceja chi non era nata
risplendia li meli
Risplendendi chi siti ali celi
risplendendi chi siti alla grutta
risplendendi pè l’aria tutta
Chija notti ch’è assai preziusa
non è mbèrnu, ch’è primavera
e lu tembu non è com’era
e non mi’ ngànnu
Ng’era gendi nda la capanna
cu Maria matri adorata,
San Giuseppi ch’è vecchjareju
e veneratu , amen..
(cf. Salvatore Brugnano, “Espressioni di religiosità popolare in Calabria, Il Natale” 1987 in varie versioni)
Buon Natale a tutti i visitatori di Tropeaedintorni.it