Prosegue la gara di solidarietà per i bambini della Bielorussia
Dopo il Tir di tredici metri carico di merce di ogni genere, partito alla volta della Bielorussia, l’associazione “Kuore” continua a distinguersi con altre iniziative di grande umanità. Ma il sogno è quello di aprire a Tropea una casa per accogliere i bambini più bisognosi.
di Bruna Fiorentino
foto di Maria Teresa Grimaldi
Tropea - Da quando l’associazione Onlus, ossia senza scopo di lucro, “Kuore” si è costituita a Tropea, nel 1996, di obiettivi per aiutare i bambini bisognosi della Bielorussia ne ha raggiunti molti, sempre più ambiziosi.
E la sua fama è giunta anche alle orecchie del Papa polacco che in un’udienza, il 9 gennaio del 2002, ha così esclamato: ”Abbraccio spiritualmente i bambini bielorussi con i loro genitori affidatari, accolti dall’Associazione “Kuore” di Tropea”.
Gli sforzi sovrumani dell’associazione sono continuati e, all’inizio di questa estate 2004, è riuscita addirittura ad organizzare e far recapitare in Bielorussia un Tir lungo tredici metri carico di pacchi contenenti ogni genere di prodotti, dai beni di prima necessità a quelli superflui, comunque necessari per far sorridere tanta gente, in particolare i bambini, che combattono, ancora ai nostri giorni, contro i danni provocati dal più terribile incidente nucleare: Chernobyl.
Nell’ormai lontano aprile del 1986, solo a distanza di giorni e con notizie frammentarie, coperte da un inspiegabile segreto di stato, il mondo intero venne a conoscenza dell’esplosione di un reattore nucleare, il numero quattro, della centrale di Chernobyl situata a pochi chilometri da Kiev, capitale dell’Ucraina, allora in Unione Sovietica. Da questo reattore si sprigionarono radiazioni tali che ancora provocano gravi malformazioni nella gente del luogo, soprattutto nei bambini il cui sistema immunitario è ancora poco sviluppato, e malattie incurabili (tumori alla tiroide, leucemia, handicap gravissimi) e che, a detta degli esperti, medici e studiosi, hanno ben travalicato i confini dell’Ucraina.
In modo particolare, il vento di quei giorni trasportò le radiazioni nella vicina Bielorussia dove, si calcola, circa i tre quarti degli scarichi radioattivi vennero depositati contaminando, in modo quasi perenne, l’aria ed il suolo. Infatti, a distanza di oltre diciotto anni, sono ancora molto alti i livelli di tre pericolosi isotopi, il cesio 137, lo stronzio 90 ed il plutonio 239 causa di malattie incurabili aggravate da malnutrizione e carenza di cure appropriate.
Come se tutto questo non bastasse, la popolazione locale deve quotidianamente combattere contro inadeguate strutture mediche e diagnostiche, mancanza di medicine ed igiene, orfanotrofi fatiscenti e privi delle più elementari regole d’igiene.
L’associazione di volontariato Kuore è nata dall’amore e dedizione di alcuni tropeani i quali, consapevoli del fatto che ai bambini bielorussi colpiti dalle tremende radiazioni e sovente abbandonati in orfanotrofi, senza alcun conforto affettivo ed assistenza, giovava un soggiorno in luoghi lontani e possibilmente ameni, già da alcuni anni li ospitavano a Tropea periodicamente ed a proprie spese. Da allora, la presidente di Kuore, Maria Teresa Grimaldi, insieme alle altre fondatrici, Silvana Matera e Tilde Vallone, che hanno adottato personalmente bambini bielorussi, cui si sono aggiunti altri volontari, si sono adoperati in ogni modo e con le proprie forze nel tentativo di alleviare le sofferenze e, al contempo, di sensibilizzare l’opinione pubblica spesso combattendo contro chi, davanti a bambini portatori di handicap, resta perplesso ed impaurito. Tra le iniziative umanitarie promosse nella città di Tropea per sensibilizzare l’opinione pubblica ed incrementare gli aiuti in favore dell’associazione ricordiamo, nel 1997, lo speciale annullo filatelico che riproduceva un dipinto dell’artista tropeano Albino Lorenzo donato all’associazione al fine di reperire denaro per aiutare Olga, una bambina particolarmente bisognosa di cure mediche e, nel 2002, l’assegnazione a Kuore del Premio Don Mottola, nel trentesimo anniversario del Servo di Dio, cittadino di Tropea, don Francesco Mottola.
I risultati del lavoro incessante dei soci di Kuore si vedono quasi quotidianamente. Oltre al Tir di tredici metri partito lo scorso mese di giugno da Gioia Tauro, carico di tutti i generi reperiti grazie alla benevolenza e solidarietà della gente, sono arrivati a Tropea trentadue bambini, sei dei quali per la prima volta, che sono ospiti di famiglie del luogo per un breve periodo di “disintossicazione”, anche psicologica. Spesso tra i giovani bielorussi e le famiglie del posto si instaura un rapporto affettivo molto forte che continua nel corso dell’anno.
Ma l’obiettivo di Kuore è ancora più ambizioso. La sua presidentessa, infatti, ha un sogno nel cassetto: vorrebbe aprire a Tropea una casa per ospitare i bisognosi, i bambini, gli ammalati sia italiani che stranieri.
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