Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Intorno a noi altre presenze?
– Tra i doni dello Spirito c’è quello di sperimentare la sua presenza di “consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo; nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto” (sequenza).
– Una presenza che lo Spirito può assicurare attraverso “altre presenze” che per noi costituiscono dolci segnali di richiamo.
– Spesso, nel ministero sacerdotale, capita di ascoltare storie interessanti che i fedeli vivono con il mondo dell’invisibile e chiedono consiglio a riguardo. Ad esempio, rumori ripetuti nella propria casa che alla fine si sono rivelati come promesse non mantenute verso i nostri cari defunti, o semplicemente in richiesta di suffragio.
– Sogni premonitori di eventi lieti e a volte tristi a cui è opportuno prepararsi. Le immagini sacre che sembrano sorridere o fare cenni come per approvare una buona azione fatta…
– Certamente, la prima reazione razionale è di rigettare questi segnali come “illusioni”… Ma poi leggiamo che nelle tradizioni religiose si incontrano immagini della Madonna arrivate in maniera inattesa; o statue che, portate in processione, non si sono mosse più neppure tirandole con i buoi…
– Eh sì! alla fine i fedeli col loro “senso di fede” non tardano a dare al segnale il segno di un intervento prodigioso. La storie dei santuari e di tante cappelle votive sono legati a questi dolci segnali.
– E piace citare che anche alla cultura laica piace gettare lo sguardo nell’invisibile per tradurre questi segnali: ricordiamo i films “Questi fantasmi” (1967), tratto dalla commedia omonima di Eduardo De Filippo; “Ghost” (1990) che ebbe un enorme successo di pubblico, vincendo tra l’altro due Oscar.
– Accogliere il segnale può far bene, a patto di guardare cosa indica il segnale ed evitare il rischio di fermarsi di guardare il dito che indica la luna e non la luna stessa.
La bara che si bloccò davanti alla cappella
♦ In un villaggio brasiliano un po’ lontano dalla città, c’era una volta un vecchio che era il capo della comunità cristiana. Sebbene povero, si diede tanto da fare che riuscì a costruire una cappella per la comunità e la dedicò alla Madonna.
♦ Anni dopo, l’anziano venne a morire. Diversi fedeli fecero la veglia funebre nella sua casa, e poi formarono un corteo per portare la bara al cimitero.
♥ Mentre passavano davanti alla cappella, la bara inspiegabilmente si bloccò. Divenne così pesante che non riuscivano più a portarla avanti.
Allora alcuni proposero di entrare nella cappella e posare la bara sui banchi, per riposare.
♥ Così colsero l’occasione per pregare un po’ per l’anima del defunto, davanti all’immagine della Madonna.
E durante la preghiera ricordarono con gioia quello che il vecchio aveva fatto: era stato proprio lui a costruire quella cappella.
♥ In quel momento i fedeli non si sentirono più stanchi e la bara non era pesava più. La presero e la portarono facilmente al cimitero.
Fu la Madonna che volle visitare il suo figlio prediletto, l’ultima volta prima che egli ritornasse a Dio, insieme a Lei e ai santi del cielo.
(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).
– Preghiera di Benedizione (buona sempre).
♥ Ascolta la nostra preghiera Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno: manda dal cielo il tuo santo angelo a custodire, confortare, proteggere, visitare e difendere tutti gli abitanti di questa casa. Per Cristo nostro Signore. Amen.