Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
India-Coronavirus. Dare la vita come Gesù.
– Tanti i sacerdoti e i religiosi indiani che hanno perso la vita assistendo i contagiati. Come il Buon Pastore che ha dato la vita per le sue pecorelle.
– La comunità cattolica indiana ha pagato un prezzo altissimo per il suo impegno instancabile accanto ai malati di covid, alle persone contagiate e a quelle emarginate e vulnerabili.
– Il numero dei sacerdoti morti ha già superato quota 200 mentre quello delle religiose è andato oltre le 210 unità e la lista si allunga con cadenza quasi quotidiana.
– Accanto a loro, hanno perso la vita tre vescovi e migliaia di catechisti e laici, donne e giovani che hanno scelto volontariamente di donare se stessi con puro spirito di carità cristiana, restando accanto a chi soffre o ai malati terminali. La loro vita è stata un dono di Dio. Essi l’hanno restituita a Lui nel servizio gratuito al prossimo, ai bisognosi, ai sofferenti.
In India molti sono i sacerdoti e i religiosi indiani che hanno perso la vita assistendo i contagiati.
♦ La maggior parte di loro ha contratto il virus — rivelatosi letale in una nazione che notoriamente ha subito più di altre al mondo i tragici effetti della pandemia — proprio perché non ha voluto sottrarsi al servizio pastorale, apostolico, sociale, caritativo.
♦ Scegliendo con lucida consapevolezza umana e spirituale di correre il rischio pur di garantire la vicinanza fisica e spirituale ai sofferenti. Unendosi, cioè, alle “persone in prima linea”, medici e infermieri che curano i malati.
♦ Va notato, a tal proposito, che la rete degli ospedali e dei centri sanitari cattolici in India è tra le più diffuse e attrezzate, e costituisce orgogliosamente una parte importante della rete sanitaria pubblica, soprattutto nelle aree rurali. In queste strutture gli operatori sanitari, i religiosi, i volontari cattolici hanno continuato a svolgere un lavoro che è identificato come autentica missione evangelica, pur rischiando di contrarre il covid.
Numeri significativi.
♦ «Sono scioccato per l’enorme perdita subita dalla Chiesa in India», racconta a «L’Osservatore Romano» padre Suresh Mathew, sacerdote e frate cappuccino, direttore della rivista «Indian Currents» che si è assunta il compito di aggiornare l’elenco degli operatori pastorali scomparsi a causa del morbo.
♦ Il Paese conta circa 20.000 sacerdoti cattolici, tra diocesani e religiosi. Le suore, invece, sono circa 103.000.
♥ Il numero dei sacerdoti morti ha già superato quota 200 mentre quello delle religiose è andato oltre le 210 unità.
♥ Tra i religiosi deceduti, di numerose congregazioni maschili e femminili, molti al di sotto dei cinquant’anni, spiccano i gesuiti, con 36 vittime e le missionarie della carità che hanno perso 14 religiose dal sari bianco. [Anche i Missionari Redentoristi hanno avuto le loro perdite, soprattutto giovani missionari impegnati in villaggi isolati].
♥ Le suore di Madre Teresa di Calcutta, d’altronde, sono tra le consacrate che fanno della vicinanza agli “ultimi tra ultimi”, ai derelitti e ai moribondi il centro della loro missione, nella certezza che Cristo si fa presente in ognuno di loro.
♥ E i seguaci di Ignazio di Loyola in India sono altrettanto noti per il loro servizio di promozione umana con i poveri, gli indigeni, i tribali, gli esclusi, i fuori casta.
♥ Molti sacerdoti hanno voluto, poi, continuare ad amministrare i sacramenti, per non far mancare il sostegno spirituale ai fedeli.
Altri, operando in zone rurali, non hanno avuto accesso a cure ospedaliere adeguate, disponibili in città più grandi.
♥ «Guardando con fede a questa tragica perdita, possiamo dire che ora sono in paradiso. Hanno donato se stessi, sono stati per molti poveri figura del Buon Pastore che ama e si prende cura delle sue pecore», dice padre Suresh.
♥ E conclude: «La nostra vita è un dono di Dio. La restituiamo a Lui nel servizio gratuito al prossimo, ai bisognosi, ai sofferenti».
(fonte: L’Osservatore Romano, 02 giugno 2021).