Stasera la sesta edizione
Grande attesa per il Tamburello Festival
Grande attesa per il Tamburello Festival, che questa sera è pronto ad accogliere a Zambrone migliaia di persone desiderose di divertirsi fino a tarda notte. Giunto alla sesta edizione, è organizzato con passione dal centro studi umanistici e scientifici “Aramoni”. Sarà un incontro di piaceri: dal cibo alla danza e alla musica, lasciandosi attraversare dalla tradizione. Anche quest’anno l’atteso Festival racchiude all’interno ben due sagre: l’Aramonese e quella dei dolci. Si avrà solo l’imbarazzo della scelta. Toccherà, infatti, passare dall’assaggio del salato, con i gustosi fileja, frittata di cipolla, cururicchie, soppressata e salsicce, per giungere al dolce, ben trecento torte, fra le quali spiccheranno la ciciariata, pitte pie, crostate con marmellata al peperoncino, torte al cioccolato e limone. Naturalmente, il Tamburello festival trova la sua massima essenza nel culto e nello studio della musica tradizionale e del canto popolare. «Questa edizione -spiegano gli organizzatori- punta l’occhio sugli aspetti più significativi dei mutamenti. E cerca di scoprire e attualizzare quali siano state le condizioni in cui maturò il cambiamento. E, soprattutto, quanto della tradizione sia ancora possibile cogliere nell’atteggiamento, nel gusto, nella formazione umana dei giovani calabresi». Questa sera, quindi, per allietare le vie e le piazze del paese, inizieranno a danzare le coppie di giganti aramonesi, seguiti dal duo tradizionale “Pipita e Zampogna”. Alle 22 sarà la volta del concerto dei Tammurria. la band salentina che trascinerà i presenti nella sua esibizione di brani della tradizione e composizioni inedite, per esprimere l’essenza vitale del popolo del Sud. A loro seguiranno i Nagrù, un trio di musicisti calabresi che metterà in scena il suono della lira, dell’organetto, del tamburello e della pipita. Strumenti tipici calabresi che parleranno di una storia che non muore. «La sorpresa -concludono gli organizzatori- è la constatazione dell’entusiasmo con cui i ragazzi vivono la tradizione, non diversamente e, forse più intensamente, dei ritmi del loro tempo».