Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Inaspettata benedizione.
La parole possono dire molto, ma i fatti molto di più. Ha riconosciuto umilmente di averlo sperimentato l’arcivescovo anglicano Moxon alla fine dei vespri alla Basilica di San Paolo fuori le Mura a Roma nella celebrazione ecumenica con Papa Francesco. Ha provato una emozione unica nel benedire il popolo insieme a Papa Francesco e al metropolita ortodosso Gennadios.
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♦ Un «segno molto toccante» e «incredibilmente commovente». Così, l’arcivescovo David Moxon, rappresentante personale a Roma dell’arcivescovo di Canterbury e direttore del centro anglicano, definisce quell’«inaspettata benedizione» impartita insieme a Papa Francesco e al metropolita ortodosso Gennadios, arcivescovo d’Italia e Malta ed esarca per l’Europa meridionale del Patriarcato ecumenico.
Gesto conclusivo, e dunque forse ancora più eloquente, della celebrazione dei vespri che, nel pomeriggio di lunedì 25, solennità della Conversione di san Paolo, tradizionalmente suggella presso la basilica ostiense l’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani.
♦ Come è noto, al termine della celebrazione Papa Francesco ha chiamato accanto sé per impartire insieme la benedizione i due rappresentanti ecumenici con i quali in precedenza aveva anche varcato insieme la porta santa della basilica.
♥ «È stato incredibilmente commovente essere parte di ciò che — credo — è stato un invito senza precedenti, che ha detto molto di più anche delle parole che sono state realmente recitate», ha scritto Moxon in una riflessione pubblicata dall’Anglican News Service.
(fonte: Osservatore Romano, 27 gennaio 2016)