Comunicato stampa
Nelle principali piazze italiane per chiedere il divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce
Allevamenti di pellicce: è ora di chiuderli! LAV in piazza 1l 30 novembre e il 1°, il 7 e 8 dicembre per chiedere il divieto all’allevamento di animale per la produzione di pellicce.
Scopri dove trovare i tavoli LAV su www.lav-it
Nella nostra provincia, tavoli LAV a Parghelia, Santa Domenica di Ricadi, Vibo Valentia e Tropea
Di nuovo in piazza per dire No alle pellicce: sabato 30 novembre e domenica 1° dicembre (con replica il 7 e 8 dicembre) la LAV sarà nelle principali piazze italiane per chiedere il divieto di allevamento di animali per la produzione di pellicce.
La LAV sarà presente:
• A PARGHELIA venerdì 29 novembre, dalle 15 alle 20, in piazza Francesco Ruffa.
• A SANTA DOMENICA DI RICADI sabato 30 novembre, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, di fronte al supermercato “Il Conte”.
• A VIBO VALENTIA sabato 7 dicembre, dalle 17 alle 20, su Corso Vittorio Emanuele.
• A TROPEA domenica 8 dicembre, dalle 10 alle 13 in piazza Duomo (in caso di pioggia sotto il Portico Normanno) e dalle 17 alle 20 in piazza Vittorio Veneto (in caso di pioggia in Largo Vaccari presso il pub “Fame da lupi”).
La LAV torna in piazza per sostenere la proposta di legge (Senato S.62 Silvana Amati – PD – Camera C.288 Michela V. Brambilla – PDL) che chiede di vietare l’allevamento, la cattura e l’uccisione di animali per la principale finalità di ottenere pellicce (ma anche pelle, al fine di prevenire il possibile sviluppo di allevamenti di animai esotici per la produzione di pelle “pregiata” utilizzata dall’industria del lusso).
Presso i tavoli LAV i cittadini potranno firmare le cartoline dirette ai 25 senatori e 43 deputati membri rispettivamente della Commissione Sanità al Senato e della Commissione Agricoltura alla Camera, che per primi dovranno esprimersi sulla proposta di legge della LAV.
Il testo ricalca quello presentato nel 2011, il cui iter ha subìto un arresto a causa del cambio del Governo, “lo scenario, però, è decisamente diverso rispetto a due anni fa: in Europa sono aumentati i Paesi che hanno definitivamente vietato questa attività – dichiara Simone Pavesi, responsabile LAV campagna Pellicce – mentre in Italia sta aumentando il numero di allevamenti”.
Negli ultimi due anni, infatti, l’industria europea della produzione di pellicce è stata oggetto di numerose iniziative di contestazione che hanno coinvolto cittadini e istituzioni. Il risultato più importante è stato raggiunto in Olanda, (il secondo produttore in Europa e terzo al mondo di pelli di visone, con oltre 5 milioni di animali appositamente allevati all’anno), dove lo scorso dicembre il Senato dell’Aia, preso atto della incompatibilità di questa forma di allevamento con il rispetto delle minime esigenze etologiche dei visoni, ha approvato la legge che dal 2024 farà chiudere i quasi 200 allevamenti olandesi.
In Italia invece il numero di allevamenti di visoni sta aumentando, “l’associazione di categoria degli allevatori ha concentrato le sue forze sulla promozione di questo primitivo business, che oggi vede attivi 20 allevamenti e altri 2 prossimi all’apertura, con un totale di circa 200.000 animali all’anno – prosegue Pavesi – per questo è necessario un immediato intervento del Parlamento al fine di impedire un ulteriore incremento di queste strutture”.
Il testo proposto dalla LAV prevede anche l’impegno alla promozione di attività economiche alternative, un regime di sanzioni che includono la reclusione da 3 a 18 mesi per chi contravviene al divieto, e la multa da 1.000 a 5.000 euro per ogni animale allevato. Reclusione da quattro mesi a due anni, con la multa da euro 1.000 a euro 5.000 per ciascun animale, per chi invece esporta, sfrutta economicamente, trasporta, cede o riceve pelli o pellicce di animali appositamente allevati, catturati e uccisi in Italia.
La proposta di legge della LAV prevede anche la possibilità di “riscattare” gli animali presenti negli allevamenti all’entrata in vigore del bando e di reinserirli in natura nell’ambito di progetti di recupero concordati con i Ministeri dell’Ambiente e della Salute.
“I tempi per l’abbandono dell’uso di pellicce animali sono maturi: lo dimostrano l’accresciuta sensibilità dei cittadini, l’83% dei quali si è dichiarato contrario alle pellicce (Rapporto Italia Eurispes 2011), e l’aumento delle aziende che aderiscono allo standard Fur Free – conclude Pavesi – è ora che il Parlamento si faccia promotore di un cambiamento legislativo in grado di rispondere alle istanze degli italiani”.
L’elenco completo delle piazze in cui trovare i tavoli della LAV è disponibile su www.lav.it.
Paesi con divieto di allevamento animali “da pelliccia”
Inghilterra 2000, divieto per tutti gli animali
Irlanda del Nord 2003, divieto per tutti gli animali
Scozia 2003, divieto per tutti gli animali
Austria 2004, divieto per tutti gli animali
Croazia 2007, divieto per tutti gli animali effettivo dal 2017
Bosnia 2009, divieto per tutti gli animali effettivo dal 2018
Danimarca 2009, volpi effettivo dal 2024
Olanda 2012, divieto per tutti gli animali effettivo dal 2024 (già vigente dal 2008 divieto per volpi e cincillà)
Slovenia 2013, divieto per tutti gli animali effettivo dal 2015
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