Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
In Bolivia il coronavirus si porta via il vescovo Scarpellini.
– Un missionario del Vangelo: tale era considerato monsignor Eugenio Scarpellini. Eppure mercoledì 15 luglio, a causa delle conseguenze del Covid-19, questo vescovo missionario a 66 anni, originario della diocesi di Bergamo, è tornato alla casa del Padre.
– Vescovo della diocesi di El Alto in Bolivia, era ricoverato nell’ospedale Sacro Cuore in El Alto per curare i postumi del virus e stava recuperando la salute. Improvvisamente l’arresto cardiaco, inaspettato.
– Nel 2013 Papa Francesco lo aveva nominato vescovo della diocesi di El Alto. Mons. Eugenio si è sempre distinto per l’attenzione ai poveri e la lotta a favore della giustizia in una Bolivia spesso turbata, anche negli ultimi mesi, da forti tensioni sociali. – La pandemia di Covid-19 continua a colpire duro in molti Paesi dell’America Latina, soprattutto in Brasile, Perù e Bolivia, dove l’altro giorno si è registrata la cifra record di 1. 946 nuovi casi. Oggi, in Bolivia, si celebrano i funerali del vescovo defunto per il Covid-19.
La pandemia di Covid-19 continua a colpire duro in Bolivia.
♦ Dopo la morte di monsignor Eugenio Scarpellini, vescovo di El Alto, deceduto il 15 Luglio scorso per le conseguenze del Covid, ha destato grande apprensione la notizia che anche il vicario apostolico di Pando, monsignor Eugenio Coter era stato colpito dal virus. Fortunatamente le sue condizioni di salute sembrano migliorare.
♥ Con la morte di monsignor Eugenio Scarpellini la Bolivia perde un pastore appassionato. Dice un suo amico arcivescovo: «Personalmente perdo un grande amico, un fratello, la Chiesa un pastore appassionato, la Bolivia un uomo vicino ai poveri, agli ultimi, il cui cuore batteva per la vita, la democrazia, la giustizia e la pace».
♦ Questo commosso ricordo è dell’arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra, Sergio Alfredo Gualberti Calandrina, ed ha un significato speciale: Eugenio Scarpellini, vescovo di El Alto, morto il 15 luglio all’età di 66 anni dopo essere stato contagiato dal covid-19, era davvero per lui più di un amico. Entrambi missionari italiani, provenienti dalla stessa diocesi (Bergamo), condividevano un grande affetto, da fratelli.
♥ «Eminente figura di pastore, era un generoso e instancabile missionario del Vangelo; per trentadue anni nel nostro paese, voleva essere un cittadino boliviano», ha detto monsignor Gualberti Calandrina durante una messa celebrata per rendergli omaggio.
♦ Nato a Verdellino l’8 gennaio 1954, Eugenio Scarpellini venne ordinato sacerdote il 17 giugno 1978.
Dieci anni dopo, l’11 gennaio 1988, giunse in Bolivia come missionario fidei donum della diocesi di Bergamo.
♦ Nell’arcidiocesi di La Paz ricoprì diversi incarichi: parroco di Villa Copacabana, economo e membro del Consiglio economico del Seminario maggiore, economo generale dell’arcidiocesi, direttore generale del Colegio Marien Garten, presidente della Fundación Mario Parma per i bambini neurolesi, direttore delle Pontificie opere missionarie per la Bolivia e coordinatore delle stesse per l’America Latina, poi segretario generale aggiunto della Conferenza episcopale boliviana.
♦ Il 15 luglio 2010 fu nominato vescovo ausiliare di El Alto, ricevendo l’ordinazione episcopale il 9 settembre successivo in cattedrale. Il 25 luglio 2013 è Papa Francesco a nominarlo vescovo di El Alto. Instancabile animatore missionario, uno dei suoi maggiori impegni è stata la celebrazione del quinto Congresso missionario americano, tenutosi in Bolivia, a Santa Cruz de la Sierra, nel 2018.
♥ In un comunicato, la Conferenza episcopale ha espresso l’affetto e la gratitudine del popolo boliviano. L’arcivescovo presidente, Ricardo Ernesto Centellas Guzmán, ha detto che «il suo spirito ci accompagnerà sempre, questo spirito di lotta e di lavoro, soprattutto di una convinzione incrollabile nelle dinamiche della missione ecclesiale».
♦ I funerali di monsignor Scarpellini si svolgeranno lunedì 20 luglio, alle 11, nella cattedrale di El Alto. La messa sarà trasmessa in tv e sulle reti sociali.
(fonte: L’Osservatore Romano, 18 luglio 2020).