La testimonianza del Beato Francesco Mottola
La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini
«Questo mondo nel quale viviamo ha bisogno di bellezza per non sprofondare nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione. E questo grazie alle vostre mani (…) Che queste mani siano pure e disinteressate! Ricordatevi che siete i custodi della bellezza nel mondo». Con queste parole ispirate, il Santo Pontefice Paolo VI l’8 dicembre 1965, al termine del Concilio Vaticano II, si rivolgeva agli artisti, ma l’invito ad essere custodi della bellezza nel mondo è un compito che ogni uomo, ogni cittadino di questa terra dovrebbe sentire risuonare nel proprio cuore.
A questa bellezza ci richiama senza dubbio la festa dell’Immacolata che per i cristiani diventa una tappa importante nel cammino verso la celebrazione del Santo Natale. Di questi tempi, ancora segnati dalla pandemia, vediamo come la salute sia un valore molto più importante della bellezza, ma c’è una bellezza che è invece infinitamente più importante, anche della salute: la bellezza della santità di cui Maria ci indica la strada. La bellezza di Maria Immacolata, bellezza non intaccata dal peccato, è la bellezza della Grazia di Dio che – pur con i nostri limiti – continua ad operare in noi e che abbiamo visto sperimentata nella vita del Beato Francesco Mottola. Il sacerdote tropeano che la Chiesa ha elevato agli onori degli altari, lo scorso 10 ottobre, è stato un grande devoto di Maria Immacolata in cui vide realizzarsi il vero ideale del cristiano e dell’oblata.
Fu proprio l’8 dicembre del 1933 che avvenne la prima emissione dei voti da parte del primo nucleo delle Oblate. Per questo il Beato don Mottola, scrivendo alle Oblate sottolinea che “noi siamo nate all’Immacolata. Dunque siamo figlie di Maria Immacolata e l’Immacolata è la nostra festa”.
Per il Beato Mottola, la Madonna attua in pieno infatti “l’ideale divino della bellezza”. Questo ideale, per don Mottola, “è parte dell’artista divino, il più grande ideale perché riguarda la Madre di Cristo” ed è attuato “senz’ombra e senza stonature, perché il demonio non la vinse mai, nella luce piena, e nella pura armonia di un canto puro”. E’ il capolavoro di Dio. “Nessuna bellezza creata, per don Mottola, è paragonabile a questa bellezza: tutte le luci dei cieli, tutte le germinazioni floreali sulla terra, tutti gli ansiti del mare sono ombra della sua luce” (FL 157-158).
In una sua preghiera alla Vergine, il Beato pone tre domande, chiedendo alla Madonna da Lui invocata come Mamma Mia Immacolata “ la pupilla serena, con riflessi infiniti di Cielo: voglio tutto vedere, amare, sperare, nella Luce divina del Figlio tuo, sole dell’Anima; l’umiltà dell’intelletto che crede, della volontà che si piega, del sentimento che si plasma come vuole la Chiesa santa, come vogliono i Superiori umani che rappresentano Dio; la povertà gioiosa e dura che soffre e spera, che tutto domanda al Padre e in Lui si riposa e crede, che diviene dono completo d’anima a Cristo fratello nostro e a Te Mamma sua e nostra”(FL 7).
Alla scuola del Beato don Mottola impariamo a desiderare Bellezza, a vedere Bellezza ed a seminare Bellezza.
Desiderare Bellezza significa cercarla nelle cose che facciamo, in quello che diciamo, in ciò che
ascoltiamo, riconoscendo come ci ha testimoniato don Mottola il bene e il bello in ogni piccola cosa.
Vedere Bellezza accogliendo e amando gli altri come fratelli, senza giudicarli immediatamente, andando al cuore delle persone, oltre le apparenze e riconoscendo la presenza di Dio e del suo Spirito, il suo profumo, le sue tracce, il suo fruscio, le sue carezze, le sue orme in ciò che accade.
Desiderare Bellezza, vedere Bellezza ci chiama a servire la Bellezza, ci porta a seminare Bellezza: nelle parole e nelle scelte concrete di ogni giorno per rendere questo mondo un posto migliore
don Francesco Sicari