Politica

Il vento della storia soffia impietoso

Riceviamo e pubblichiamo

Oggi, finalmente, i nodi sono venuti al pettine

Il Sindaco Dr. Giuseppe Rodolico, Dr. Tino Mazzitelli - foto Libertino
Il Sindaco Dr. Giuseppe Rodolico, Dr. Tino Mazzitelli – foto Libertino

Il vento della storia soffia impietoso, talvolta diventa uragano, abbatte ideologie, imperi, idoli.
Il resto lo fanno i flagelli del secolo, tsunami e droga. E così accade che in questa società consumistica “dell’usa e getta” in un solo colpo, l’uno dietro l’altro, vengono abbattuti e cancellati personaggi e miti che sembravano incrollabili.
Il 2010/2016 è stato, in questo senso, un quinquennio micidiale. Come birilli sono caduti Osama Bin Laden, Gheddafi, Mubarak, Berlusconi… Oggi è la volta di tanti altri “totem” di minore entità, ma non per questo meno nocivi e ugualmente inclini a mantenere e a garantire privilegi e prebende per se stessi e per una ristretta cerchia che, in definitiva, è risultata essere una accozzaglia di potere.
Tralasciando i vari Dell’Utri, Scaloja, Cosentino… non possiamo non volgere la nostra attenzione e le nostre riflessioni critiche più modestamente sul sindaco Rodolico caduto sotto i colpi della mannaia, soprattutto per lo spettacolo che ha offerto in questi anni, quale si è alla fine disvelato, giorno dopo giorno, “all’inclita e al vulgo”, tragico e farsesco ad un tempo, che dimostra la sua inadeguatezza al ruolo per anni occupato e attesta come anche i propositi di radicale rinnovamento morale e politico che proclamava ad alta voce di voler realizzare si soni infranti miseramente.
Poiché il giudizio discende da dati di fatto incontestabili relativi alle scelte compiute fino ad oggi, riesce difficile sintonizzarci ancora su una lunghezza d’onda che privilegia il solito, discutibile modo di gestire la cosa pubblica.
Ci riferiamo in particolare all’assenza di un vero e proprio indirizzo politico, alla gestione monocratica del potere, alla incapacità di distinguere tra autorità e autoritarismo, alla trattazione superficiale del turismo, unica fonte di reddito per la collettività, alla non sempre attenta incentivazione della risorse primarie della città verso le quali si è persistito in un atteggiamento miope, con assenza di iniziative qualificanti, tali da fare assurgere Tropea al rango di vera perla del Tirreno in aperta concorrenza con città (Taormina, Capri…) verso le quali subiamo una subalternità socio-economica e politico-culturale spaventosa, alla superficialità con cui è stata affrontata la problematica giovanile in massima parte rivolta verso forme di mero assistenzialismo anziché verso la promozione di iniziative concrete che potessero coinvolgere i giovani proiettandoli verso il mondo del lavoro, sollevandoli dal grave stato di alienazione,di frustrazione e di disagio in cui vivono dentro una città per molti mesi all’anno abbandonata a se stessa,priva di stimoli,in stato comatoso.
Oggi, finalmente, i nodi sono venuti al pettine. La dura presa di posizione di altri tre consiglieri comunali culminata con la dissociazione dalla maggioranza dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, che il Re ormai è nudo. Prima del possibile, eventuale decreto di scioglimento per mafia ad opera del Ministero dell’Interno si è consumato l’ultimo atto di una sceneggiata che ha messo a dura prova la città e l’intera collettività.
Il sindaco Rodolico non ha più la maggioranza consiliare ragion per cui è naufragato un progetto politico che evidentemente poggiava su un castello di carta, troppo fragile per subire l’urto di quest’ultimo “tsunami” che si è abbattuto sul primo cittadino facendolo naufragare alla mercé del suo stesso atteggiamento insolente e sprezzante, tipico di chi si ritiene superiore agli altri. La città non può che gioire in merito alla dura, ancorché necessaria, presa di posizione dei tre ex consiglieri di maggioranza che per l’occasione sono stati coadiuvati legittimamente dall’intera opposizione. Erano ormai venute meno le ragioni del sostegno personale e politico al sindaco Rodolico che si fondavano essenzialmente sulla condivisione di un progetto politico, oggi fallito, che avrebbe dovuto caratterizzarsi in iniziative di ampio respiro per rendere più vivibile Tropea e che via via potessero assumere valenza di criterio costitutivo dell’azione amministrativa introducendo elementi di particolare rilevanza nel sistema dei rapporti con i cittadini e, al tempo stesso, promuovessero l’ineludibile processo di risanamento della città attraverso una moderna pianificazione che, bandendo la solita ottica clientelare, tenesse conto, viceversa, del soddisfacimento dei bisogni di ognuno,scordandosi che l’interesse collettivo non è la somma degli interessi individuali ma li sovrasta, li compone, ne prescinde e talvolta contrasta con essi.
Le ragioni dei dissenzienti, pertanto, sono tutte attribuibili a semplici considerazioni di merito oltre che di metodo: un gruppo dirigente è vivo e vitale quando è maturo e libero da schematismi mentali,scevro da paranoie autoreferenziali e da delirio di onnipotenza e allo stesso tempo capace di dare sostegno diretto a tutti i processi e le novità che vanno in direzione dei diritti,prescindendo da preclusive logiche di schieramento e di appartenenza politica.
Quando si registra un vuoto così evidente sul piano della credibilità,quando manca un’idea concreta di progettualità,quando la crisi si trascina oltre ogni aspettativa plausibile non può che cogliersi in tutta la sua evidenza l’impossibilità della realizzazione di un sogno, di un progetto per quanti avevano creduto che con l’avvento dell’amministrazione Rodolico Tropea sarebbe decollata. Per tutti, sostenitori e avversari, oggi viene meno quella speranza e viene meno soprattutto un triste andazzo,un tirare a campare che ha annullato lo sforzo creativo della componente dissenziente,determinante nella vittoria,fino ad oggi resa avulsa dal potere decisionale e quindi impossibilitata ad esprimersi e ad incidere nei processi di trasformazione basati essenzialmente sulla coniugazione sinergica di idealismo e realismo necessaria per una vera,concreta inversione di tendenza.
Al punto in cui eravamo arrivati, il “tutti a casa” è oggi un atto di grande responsabilità e di alta dignità politica. Nonostante le ovvie, tardive riflessioni di qualche sirena ammaliatrice in ordine al danno inflitto alla “sua” Tropea, occorre ricordare che è la Storia che si vendica ineluttabilmente e che la nemesi è sempre in agguato.


Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea

DR Tino Mazzitelli

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Redazione
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