“Tramonto sullo Stromboli”, scritto di Marcello Macrì sull’evento che si può ammirare da Tropea
“L’intimità avvolge questo momento, interrotto dallo sguardo stupito dell’osservatore; un momento fatto di pochi secondi bruciati dal fuoco che si perde nell’aria rinfrescata dall’arrivo della sera”
Tramonto sullo Stromboli
C’è un momento nel mondo in cui il calore della terra e dell’aria si uniscono.
È un istante fatto di lava e di fiamme solari, un momento in cui Sole e Terra si fondono in calore bruciato d’amore.
Il Sole lontano calcola la traiettoria nei mesi invernali cercando, dallo spazio infinito, quel luogo avvolto di leggende e di miti, un pezzo di terra isolato, avvolto dall’ intimità del mare antico.
In una tiepida giornata d’Estate, il Sole trova questo lembo di terra e scende nel silenzio della sera per unirsi con la terra ardente d’amore.
L’intimità avvolge questo momento, interrotto dallo sguardo stupito dell’osservatore; un momento fatto di pochi secondi bruciati dal fuoco che si perde nell’aria rinfrescata dall’arrivo della sera.
Anche gli astri stanno lì immobili ad osservare questo evento attendendo quel rumore più lento della luce; un rumore creato dall’unione del calore e che solo il silenzio assordante dello spazio può ascoltare.
Un silenzio che blocca l’osservatore nel ricordo di questo bacio rimasto impresso nel cielo stellato.
Giunta la notte, il vulcano sta lì ormai avvolto dalla solitudine del mare profondo. Arde di desiderio del prossimo bacio; un bacio che diventa rito e presto tristezza rilasciata nel fumo riempito di desiderio del prossimo incontro.
Marcello Macrì
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