Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il tempo e la conversione.
Dio è paziente e attende la nostra conversione. Gesù lo annunzia: «Convertitevi: il Regno dei cieli è vicino».
– Gli avvenimenti personali e pubblici possono diventare occasione per una riflessione, per cambiare i nostri pensieri, i nostri desideri e le nostre scelte operative. A ognuno Dio dà la sua opportunità. Chi sbaglia può rinnovarsi e cambiare. Dio è paziente, ma il tempo di cui disponiamo per convertirci è breve. Approfittiamo del «momento favorevole» della Quaresima!
– Le tante tragedie che avvengono nel mondo ci richiamano all’urgenza di convertirci, perché non sprechiamo il tempo che Dio ci dona.
– La XXVII Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri che si celebra oggi ci ottenga il necessario coraggio per fare bene le nostre scelte nella vita presente. Questa giornata viene celebrata il 24 marzo, data del martirio di Mons. Oscar Romero, arcivescovo di San Salvador. Nel 1980, dopo essersi schierato con gli ultimi e aver denunciato le violenze della dittatura nel suo Paese, fu assassinato dagli squadroni della morte mentre celebrava l’Eucaristia. Oggi è santo e con lui tanti altri martiri.
♦ Dal Vangelo di questa domenica (Lc 13,1-9).
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici.
Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
♦ Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
Due episodi di cronaca molto conosciuti al tempo (una rivolta di zeloti sedata nel sangue e la caduta improvvisa di una torre, la cui base è visibile ancora oggi, in un quartiere di Gerusalemme chiamato Siloe) vengono utilizzati da Gesù per smentire il nesso di causa ed effetto che si riteneva esistere tra il peccato degli uomini e il castigo di Dio.
♥ Il Dio di Gesù Cristo non minaccia e non punisce, ma invita a conversione.
Conversione ha tanti significati e forse oggi assume l’urgenza della riconciliazione. Lo ascolto molto spesso nel confessionale; convertirsi vuole dire anche riconciliarsi con la propria storia, e poi con il proprio presente, per poter scorgere i segni dei tempi, e sperimentare la misericordia del Padre.
♥ Dobbiamo riconciliarci anche con la provvisorietà del tempo. La morte è il segno più chiaro della fragilità della nostra vita, davanti alla quale curviamo il capo ed eleviamo lo Spirito.
♥ Riconciliarsi anche con la morte significa vivere una vita che punta all’essenziale, vivere il tempo come dono di Dio, restare vigilanti, nell’attesa delle sorprese del suo Amore.
♥ Il Signore Gesù, davanti al nostro peccato, ci dona ancora nuovo tempo per portare frutti di conversione. Ma se rifiutiamo, siamo noi ad autodistruggerci. Gesù resta sempre proteso a fare la Volontà del Padre.
«E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno» (Giovanni 6, 39). Lasciamoci salvare dal suo amore.
(cf. Osservatore Romano, 20 marzo 2019)