Repice: “Sono fiducioso in merito alla questione del porto”
Macrì: “Il comune non indica le ragioni di pubblico interesse”
Si attende per oggi il pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale (Tar) di Catanzaro in merito al ricorso presentato dalla società “Porto di Tropea Spa” per il mancato rinnovo della concessione demaniale che vede come resistenti il Comune di Tropea e la Regione Calabria. «In merito alla questione porto di Tropea – ha dichiarato il sindaco Adolfo Repice -, sono fiducioso e il Tar non si farà influenzare certamente dagli atti che vengono divulgati ad arte. L’azione degli amministratori continua nella massima trasparenza e legalità e anzi, per quanto attiene alla polemica sui liquami e sul depuratore, rimandiamo al mittente tutte le accuse che vengono mosse, perché non è certamente colpa di questa Amministrazione se due depuratori raccolgono le fogne dei paesi viciniori sono stati collocati nei posti più sbagliati, addirittura uno sul letto di un torrente». Repice, parlando degli atti divulgati ad arte, si riferisce in particolare ad alcune dichiarazioni del consigliere provinciale Nino Macrì, che ha commentato nei giorni scorsi la comunicazione con cui la filiale regionale dell’Agenzia del Demanio ha «censurato il provvedimento di revoca adottato dall’amministrazione Repice perché non indica – ha spiegato Macrì – quali sarebbero le ragioni di pubblico interesse che sottendono alla scellerata decisione». In forza di questo documento, Macrì ha affermato che tale nota, «nell’anticipare la decisione che il Tar Calabria prenderà, spiana la strada alle azioni di risarcimento dei danni che la Società Porto di Tropea, verosimilmente, intenterà contro il Comune di Tropea ed i diretti responsabili dell’illegittima attività vessatoria».
Intanto Repice ha fatto sapere che intende denunciare quest’intervento nelle sedi opportune, ed ha trasmesso alla stampa un documento redatto dall’Ufficio segreteria e inoltrato lunedì 21 al Demanio, al procuratore della Repubblica e alla Capitaneria di porto. In tale documento, il primo cittadino dapprima riassume i motivi della scelta di internalizzare la gestione dell’approdo, e in seguito critica la scelta dell’Agenzia del Demanio di invadere la sfera di competenza comunale. Repice spiega quindi come sia «volontà del Comune di Tropea sia di utilizzare in maniera ottimale la struttura, realizzata solo con imponenti risorse finanziare pubbliche, sia per ricavare adeguate entrate pubbliche dalla gestione, a fronte dei risibili corrispettivi erogati dalla Società Porto di Tropea a titolo di utili societari». Rivolgendosi quindi al procuratore «a conoscenza di tutti gli atti del procedimento – afferma Repice -, significativi di una continua turbativa della serena gestione dell’Ente e delle condizioni di fatto sulle quali dovrà pronunciarsi il Tar», il sindaco segnala «l’anomala circostanza consistente nel fatto che la nota dell’Agenzia del Demanio sia pervenuta in possesso – aggiunge ancora Repice – di soggetti privati non forniti di titolo alla sua conoscenza e al di fuori di un procedimento di accesso». Per questo il primo cittadino ipotizza che la sua pubblicazione «risponde anche ad obiettivi politici, notoriamente incardinati sul contrasto all’Amministrazione comunale e per i quali la nota, per la sua manifesta imparzialità amministrativa, rappresenta valido sostegno». Il sindaco, infine, chiede perciò «a tutti gli Enti in indirizzo di esercitare le proprie funzioni tutorie e persecutorie anche a livello disciplinare».