Repice: “Sono fiducioso in merito alla questione del porto”
Macrì: “Il comune non indica le ragioni di pubblico interesse”
Intanto Repice ha fatto sapere che intende denunciare quest’intervento nelle sedi opportune, ed ha trasmesso alla stampa un documento redatto dall’Ufficio segreteria e inoltrato lunedì 21 al Demanio, al procuratore della Repubblica e alla Capitaneria di porto. In tale documento, il primo cittadino dapprima riassume i motivi della scelta di internalizzare la gestione dell’approdo, e in seguito critica la scelta dell’Agenzia del Demanio di invadere la sfera di competenza comunale. Repice spiega quindi come sia «volontà del Comune di Tropea sia di utilizzare in maniera ottimale la struttura, realizzata solo con imponenti risorse finanziare pubbliche, sia per ricavare adeguate entrate pubbliche dalla gestione, a fronte dei risibili corrispettivi erogati dalla Società Porto di Tropea a titolo di utili societari». Rivolgendosi quindi al procuratore «a conoscenza di tutti gli atti del procedimento – afferma Repice -, significativi di una continua turbativa della serena gestione dell’Ente e delle condizioni di fatto sulle quali dovrà pronunciarsi il Tar», il sindaco segnala «l’anomala circostanza consistente nel fatto che la nota dell’Agenzia del Demanio sia pervenuta in possesso – aggiunge ancora Repice – di soggetti privati non forniti di titolo alla sua conoscenza e al di fuori di un procedimento di accesso». Per questo il primo cittadino ipotizza che la sua pubblicazione «risponde anche ad obiettivi politici, notoriamente incardinati sul contrasto all’Amministrazione comunale e per i quali la nota, per la sua manifesta imparzialità amministrativa, rappresenta valido sostegno». Il sindaco, infine, chiede perciò «a tutti gli Enti in indirizzo di esercitare le proprie funzioni tutorie e persecutorie anche a livello disciplinare».