Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il sorriso di Willy illumina le tenebre dell’odio.
– E’ una morte assurda che fa stare tutti male. Willy Monteiro Duarte, 21 anni, è stato aggredito e preso a calci e pugni perché aveva cercato di proteggere un amico coinvolto in una rissa. L’amicizia lo portato incontro alla violenza cieca.
– Willy, figlio di una coppia di capoverdiani trasferitasi molti anni fa a Paliano e impegnata in una locale azienda agricola, era cresciuto nel piccolo centro della provincia di Frosinone ed era perfettamente inserito nel paese, dove giocava nella locale squadra di calcio e dove aveva anche partecipato alla sfilata in abiti storici per la rievocazione del Palio. Aveva una sorella più piccola, frequentava l’istituto alberghiero di Fiuggi e lavorava come aiuto cuoco all’Hotel degli Amici di Artena. – Arrestati i quattro giovani dediti alla violenza. – L’odio ha cercato di spegnere un sorriso di luce, di pace e di fraternità. Ma il sorriso resta per illuminare il cammino di quanti sapranno dire no alla violenza e tendere la mano per camminare insieme.
Intensa è stata la giornata di lutto cittadino a Colleferro e Paliano per la morte di Willy:
♦ “Sconforto e disperazione. Questo è quello che prova in questo momento la nostra Città per la perdita del nostro Willy: uno splendido ragazzo” che aveva imparato il precetto della «generosità»
♦ Il giovane picchiato a morte a Colleferro è cresciuto tra l’Azione Cattolica Ragazzi di Paliano e i campi-scuola della diocesi. Il parroco e gli educatori testimoniano: «Diceva sempre “tranquilli, ci penso io”».
♦ Willy Monteiro Duarte, 21 anni, è morto nella notte tra sabato e domenica, pestato a sangue da cinque giovani violenti. Quattro di loro sono stati rinchiusi a Rebibbia.
♥ «Non ti preoccupare, ci penso io a loro… ». Quando gli educatori avevano qualche problemino a gestire il gruppetto degli adolescenti di Azione Cattolica di Paliano, quando al campo-scuola della diocesi di Palestrina in una stanza – succede – si andava su di giri, Willy arrivava puntuale con quell’intercalare da piccolo uomo: «Non ti preoccupare, ci penso io a loro…», diceva ai “grandi”, ai responsabili.
♥ Poteva avere 15-16 anni, ma già era lì, ben formata nella sua coscienza, tutta la voglia di non girare la faccia dall’altra parte.
C’è Willy in quel «ci penso io». L’ansia quasi di dare una mano, di risolvere i problemi. Di sentirsi responsabile. Di portare pace.
Don Paolo, il parroco di Sant’Andrea a Paliano, e quegli adulti che hanno aiutato Willy a crescere – Cinzia, Fulvio, Tiziana, Federica – nemmeno hanno la forza e la voglia di parlare. Scrivono i loro pensieri su un foglio. Raccontano una piccola grande storia di provincia.
♥ L’ACR, poi i “giovanissimi” e i pomeriggi in parrocchia. «Un ragazzo rispettoso, aperto e sveglio, anche se inizialmente poteva sembrare timido. Riservato nell’esprimersi ma acuto nel farlo», scrivono quasi con pudore, con il terrore di dire una parola di troppo.
♥ Ai campi scuola in diocesi si faceva notare, eccome. «Lui e i suoi amici richiedevano qualche attenzione in più, ma ti ripagavano ampiamente di tutto. Non l’abbiamo mai visto litigare con qualcuno.
Riusciva a fare domande che ti mettevano in difficoltà e che ti costringevano ad alzare l’asticella del discorso». Lo dice chi l’ha seguito da bambino e ricorda bene che alle spalle, Willy, aveva una mamma che ci teneva alla vita interiore del figlio così come si tiene alla salute, alla scuola, all’educazione verso gli altri.
Il vescovo: siamo tutti corresponsabili.
♥ “Siamo tutti corresponsabili”, “seduti su una polveriera che può esplodere” da un momento all’altro. È la denuncia del vescovo di Velletri, mons. Vincenzo Apicella, dopo la morte di Willy Monteiro. “L’ennesimo atto di feroce e assurda violenza, cui non possiamo rassegnarci, ucciso a calci e pugni da quattro coetanei, nostri condiocesani, durante una rissa di cui non conosciamo i motivi e a cui era molto probabilmente estraneo”.
♥ “Tutti siamo corresponsabili. Da dove provengono i virus della prepotenza, della violenza, della vigliaccheria, del disprezzo della vita, della stupidità che generano queste tragedie e gettano nella disperazione intere famiglie e comunità?
♥ Il vescovo si rivolge alle famiglie, alla Chiesa, alla scuola, alle istituzioni “perché siano partecipi “di quella fondamentale e indispensabile opera di civiltà che si chiama educazione e che va rivolta a tutti, anche agli adulti”.
E chiede ai parroci di diffondere il messaggio nella prossima messa domenicale.
(Fonte: cf Avvenire.it 7 e 8 settembre 2020).