Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il Signore chiama e attende la nostra risposta.
– Il Signore chiama tutti noi a seguirlo, ciascuno nel suo stato di vita.
– Seguire Cristo esige una decisione risoluta, come quella del profeta Eliseo che lascia immediatamente tutto per mettersi al servizio di Dio.
– Ma è anche un cammino di libertà, perché sotto l’azione dello Spirito si diventa forti e capaci di prendere su di sé ogni giorno la propria croce, come ha fatto Gesù.
– La risposta alla chiamata è lasciata alla nostra libertà dimostrando docilità allo Spirito inviato a guidare la nostra vita come ha guidato quella di Elia ed Eliseo.
– Gesù ci invita, oggi, a seguirlo con decisione, qualunque si riveli la via da percorrere. Tocca a noi lasciare giungere nelle profondità del cuore la sua voce per trovare il coraggio di aprirci ad accoglierla con generosità e gioia. – Seguire Cristo non è una cosa come un’altra, che si possa conciliare con esigenze parallele o contrarie.
– Chi intraprende questo cammino deve sapere fin dall’inizio che sarà il discepolo di un povero che non ha un luogo dove posare il capo, di un uomo che ha saputo, non senza pericolo, rompere certi legami, e che, una volta impegnatosi in una missione, non si è più guardato alle spalle.
– Siamo chiamati a seguire Cristo in ogni stato di vita, come mostra la bella immagine: in senso orario: Beato Don Pino Puglisi, S. Teresa di Calcutta, Don Giuseppe Diana, Don Tonino Bello, Chiara Lubich, S. Gianna T. Molla. Davvero c’è possibilità per tutti. (illustrazione di Francesca Corrao, 2018). – Oggi ricorre la Giornata per la carità del Papa.
Dal Vangelo di questa domenica (Lc 9,51-62).
♦ Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri davanti a sé.
♦ Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso Gerusalemme.
Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio.
♦ Mentre camminavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
♦ A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu invece va’ e annuncia il regno di Dio».
♦ Un altro disse: «Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».
Pronti e liberi per la chiamata di Dio.
Nella liturgia di oggi ci vengono presentati tre casi di vocazione per indicarci che cosa è richiesto al discepolo del Signore:
♦ nella prima lettura, con la chiamata di Eliseo, viene espressa l’urgenza della sequela: quando il Signore chiama e invita alla missione, non si può guardare indietro fermandosi alle proprie sicurezze materiali o psicologiche. Occorrono prontezza e abbandono alla provvidenza di Dio, unica vera sicurezza.
♦ San Paolo, nella seconda lettura, invita a riflettere sul fatto che la vocazione cristiana è per la libertà autentica e per la vita secondo lo Spirito; tutto ciò conduce a liberarsi da ogni egoismo carnale per vivere nell’amore fraterno autentico. Di conseguenza, i parametri che il discepolo di Cristo deve assumere non possono essere quelli del successo umano, della risposta immediata e plaudente, ma devono essere piuttosto quelli della pazienza e della benevolenza, capaci di suscitare gli interrogativi. ♥ Nello stesso tempo, tuttavia, chi si mette a servizio del Vangelo deve incamminarsi con Cristo “con il volto duro”, senza rimpianti o volta faccia, ed essere libero per il regno di Dio, anche in seno alla propria famiglia. (don Tiberio Cantaboni).
Prendere coscienza.
♦ Il Signore ci invita a seguirlo con coraggio e fermezza.
♦ Il Signore ci rende liberi di compiere il bene e di attuare in noi la volontà del Padre,
♦ Il Signore perdona sempre a chi ritorna a lui col cuore pentito.
♦ Perciò abbiamo fiducia in lui quando abbiamo mancato: chiediamo perdono a Dio dei nostri peccati e invochiamo la sua misericordia. La sua grazia dimorerà in noi e ci renderà docili ascoltatori del suo Spirito.
Preghiera ed impegno.
♥ Dio nostro Padre ci renda veri discepoli e testimoni di Cristo, così da collaborare per la salvezza di tutta l’umanità.
♥ La Chiesa diventi, con le sue parole e azioni, esperienza e manifestazione dell’amore del Signore, che chiama a una vita libera e salvata.
♥ Quanti hanno responsabilità educative e di tutela civile, promuovano sempre percorsi di formazione attraverso cui tutti possano crescere e maturare nel bene autentico.
♥ I genitori, sappiano discernere l’afflato dei figli e corrispondano ai loro desideri più veri, aiutandoli a comprendere e a vivere la loro vocazione.
♥ La comunità ecclesiale, con la preghiera e l’aiuto concreto, sostenga coloro che sentono la chiamata a mettersi al servizio del Signore nella vita sacerdotale e religiosa.
♥ O Padre, concedi a tutti noi il dono della tua sapienza, perché diventiamo segno concreto di un’umanità nuova, fondata nella libertà e nella comunione fraterna. – Amen.
Amore familiare: vocazione e via di santità
♥ La famiglia è “mistero grande”; è «grembo fecondo di bellezza, di vita e di gioia»; è «scuola di amore, di luce e di speranza per il mondo»
♥ Questo X incontro segna l’atto conclusivo dell’anno della famiglia “Amoris laetitia”.
Attesta e riconferma la solidità di una vocazione speciale, quella degli sposi e delle famiglie, che merita permanente riconoscenza nell’ambito ecclesiale e sociale.