Testimonianze di stima
Un pensiero a voi che non svolgete un semplice lavoro ma una missione. A voi che come angeli state vicino a chi soffre
“Tutti insieme con la vostra sapienza, intelligenza, umiltà, generosità e competenza, avete dato vita e speranza, riuscendo a regalare sorrisi e voglia di vivere in momenti tristi ed estremamente difficili alla nostra cara” e poi ancora “Un pensiero a voi che non svolgete un semplice lavoro ma una missione. A voi che come angeli state vicino a chi soffre.Continuate così a regalare a chi ha bisogno cure, affetto e, perché no, qualche piccola illusione”; queste semplici frasi, e molte altre, dettata dall’emozione di chi ha visto un proprio caro perdere la sua battaglia con il male del secolo, campeggiano su grandi poster sistemati lungo le pareti del corridoio del reparto di oncologia di Tropea. Sono attestati di stima, ringraziamenti, espressioni di gratitudine per chi ogni giorno dedica ai malati ed alle loro famiglie tempo, professionalità e dedizione assoluta. E’ la voce dei malati, delle loro famiglie, di figli, di madri, di fratelli, che sentono il bisogno, anche a distanza di molto tempo, di testimoniare ciò che l’unità operativa di Tropea ha significato per molti di loro: un ancora di salvezza, un punto fermo nelle quotidianità tempestate da un mare agitato di preoccupazioni, paure e sofferenze. E’ soprattutto questo aspetto che dovrà prevalere giorno 12 novembre, data stabilita per una mobilitazione generale di protesta contro il Decreto 106, manifestazione popolare a cui si auspica una partecipazione massiccia di tutta la gente della provincia, in quanto non è solo l’ospedale tropeano ad essere stato depotenziato, ma il diritto dei cittadini del vibonese di poter avere assicurarazioni per la loro salute. La mobilitazione è stata indetta sul territorio di Tropea, qui si è levato dal basso un movimento popolare di dissenso e costernazione notevole, qui è previsto il ridimensionamento della struttura di oncologia, unità a cui giungono pazienti da tutte le zone della provincia e non solo. Il decreto in questione di fatto, nei numeri e nelle postille, segna così come è una discriminazione per il conteggio dei posti letto, che vede assegnare all’intera provincia solo 222 posti per una percentuale di 1,45 per mille abitanti, mentre i numeri indicano un 2,47 per mille calcolati per Cosenza, un 2,29 per Crotone, un 3,38 per Catanzaro ed un 2,34 per Reggio Calabria. Come sempre il territorio vibonese si ritrova ad essere la Cenerentola non solo dell’Italia intera, ma anche della Calabria, destinata forse ad essere additata come il capro espiatorio di tutte le bruttura che hanno visto in questi decenni la sanità protagonista di un deficit incalcolabile. L’invito a partecipare alla manifestazione è aperto a tutti; tutte la Amministrazioni comunali saranno invitate da quella tropeana ad aderirvi con i propri gonfaloni ed in particolare le comunità ricadenti nel futuro ex distretto sanitario facente capo a Tropea, dove più forte si avverte il disagio. Partecipare con lo spirito di riscoprirsi comunità e cittadini, con la voglia di far prevalere la voce dei malati, lo sdegno delle famiglie, i disagi di chi prova ogni giorno sul suo corpo cosa significhi essere malato, in un territorio come il nostro che dal mare si inerpica con un dedalo di mulattiere fin sopra le montagne delle Serre. Partecipare gridando il proprio diritto alla salute è ciò che si aspettano i rappresentanti delle associazioni che hanno dato l’imput alla manifestazione e ad altre forme di impegno in vista di una possibile rivisitazione del decreto; manifestare portando in alto i colori della speranza prima di quelli inneggianti al proprio credo politico sindacale e sociale perché se è vero, come si è detto nella riunione di giovedì con i sindaci a Tropea, che ognuno deve essere libero di indossare “l’abito” che più lo rappresenta, è altrettanto vero che il primo “abito” che ognuno ha avuto sin dalla nascita è la nuda pelle e con essa nessuno può arrogarsi il diritto di giocare.