Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il seme insegna agli uomini.
Un comune seme, per quanto piccolo sia, può dire qualcosa a degli uomini normali, uomini con tutti i pregi e i difetti degli uomini; a uomini che fanno parte del mondo in cui viviamo e che questo mondo lo vorrebbero cambiare. Se osserviamo e rispettiamo la natura – è prossima la pubbllicazione della nuova enciclica di Papa Francesco a riguardo – potremo imparare tutti, e tanto.
Scrive un autore: «Penso a come agisce la natura e provo a fare un esercizio apparentemente semplice, ma ricco di conseguenze. Osservando con attenzione una pianta, meglio ancora se un albero, ho posto dinanzi il seme che corrisponde a quella pianta.
Ho considerato con attenzione la forma, il colore e tutte le altre proprietà del seme e poi con l’immaginazione, senza distogliere lo sguardo, ho provato a seguire la sua naturale evoluzione: il granello una volta sepolto comincerà ad attirare magneticamente le qualità della terra, caccerà radici, comincerà a crescere verso l’alto, vincendo la forza di gravità slanciandosi verso l’aria e la luce.
Ho seguito il crescere del tronco, il diffondersi dei rami a raggiera e poi lo spuntare delle foglie sui rami, dei fiori e dei frutti al calore del Sole.
Nel seme già riposa nascosta tutta la forza dell’albero, in quel seme è iscritta la forma dell’albero in ogni suo minimo aspetto.
Ciò che è invisibile nel seme diventerà visibile, alla luce del Sole: l’invisibile diventerà visibile».
Dice Gesù: «Il Regno di Dio è come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra» (dal Vangelo di questa domenica 14 giugno 2015, cf Mc 4,26-34).