Fede e dintorni

Il santo Curato d’Ars: un occhio fine

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il santo Curato d’Ars:
un occhio fine

Oggi, 4 agosto, la Chiesa ricorda San Giovanni Maria Vianney, noto anche col nome di Curato d’Ars, patrono dei sacerdoti, patrono dei parroci. Visse il suo sacerdozio in modo eccellente, ringraziando ogni giorno Dio per quel dono immeritato e “immeritabile”. Nella sua parrocchia si attivò con ogni sforzo per far diventare i suoi fedeli degli autentici adoratori dell’Eucaristia, e li preparava con la Confessione. Un sacerdote interamente abbandonato a Dio e benedetto da grazie speciali. 

Nella confessione leggeva nei cuori
Il santo Curato d’Ars per una grazia speciale di Dio conosceva i segreti dei cuori, in particolare nei momenti della confessione. Ecco alcuni casi concreti.
♦ Vi sono numerosi esempi di peccatori ai quali il santo curato disse dopo la confessione: Non mi ha detto tutto, lei non mi ha detto quel tal peccato. Non ha confessato di aver ingannato fino ad oggi tutti i suoi confessori, di essere stato in tal luogo con tale persona, di avere
commesso quella tale ingiustizia… Altre volte diceva semplicemente: “Questo non è tutto, le resta ancora qualcosa da dire”.
E non passava giorno senza che egli, riconoscendo tra la folla qualche peccatore particolarmente bisognoso, gli facesse segno di avvicinarsi o andasse a prenderlo per mano e lo portasse in confessionale.
Ecco due conversioni avvenute frutto di invito diretto.
Primo episodio.
Nel 1853, un gruppo di pellegrini si dirige ad Ars. Tra di essi c’è un anziano che ci va per curiosità. Quando tutti vanno in chiesa, lui dice agli altri che va a prenotare il pranzo. Dopo un po’ si reca in chiesa e, in quel momento, esce dal confessionale il santo curato e lo chiama da lontano.
Tutti gli dicono: Sta chiamando lei. E lui, un po’ incredulo, si avvicina; padre Vianney gli stringe la mano e gli chiede:
– Da molto tempo non si confessa?
– Da trent’anni.
–Rifletta bene, da 33 anni.
– Ha ragione, signor curato.
– Allora, subito a confessarsi.
L’anziano si confessò e provò una felicità incredibile. Spiegava: “La confessione è durata 20 minuti e mi ha trasformato”.

Secondo episodio.
Verso il 1840, un uomo chiamato Rochette andò con sua moglie e il figlio malato a chiedere al santo la guarigione del bambino. La donna si confessò e fece la comunione. Don Vianney uscì dal confessionale, cercò l’uomo e lo chiamò. Il signor Rochette gli disse che non desiderava confessarsi e il curato gli chiese:
– È molto tempo che non si confessa?
– Circa 10 anni.
– Ce ne aggiunga un po’ di più.
– 12 anni.
-Sì, dal giubileo del 1826 (14 anni).
– È così, a furia di cercare si trova.

(fonte: riportato in  fermenticattolicivivi.it)

Dallo sperduto villaggio di Ars il sacerdote Giovanni Maria Vianney, il santo Curato d’Ars, ha movimentato la religiosità dei cattolici del suo tempo come ai nostri giorni ha fatto San Pio da Pietrelcina. – Era umilissimo, ma consapevole, in quanto prete, d’essere un dono immenso per la sua gente».

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