Attualità

Il Redentore, pastore con la compassione di Dio

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il Redentore, pastore con la compassione di Dio.

-Oggi è la 16a domenica del tempo ordinario ed anche la domenica del SS. Redentore (terza domenica di luglio).
– Gesù, inviato dal Padre come redentore dell’umanità, si mostra vero pastore, che prova per il popolo la compassione di Dio.
– Di fronte al dramma del popolo trascurato dai suoi pastori, Geremìa aveva annunciato un intervento diretto di Dio nella cura del suo gregge: ha donato al popolo un vero pastore, Gesù, il figlio di Davide, che rivelerà il volto compassionevole di Dio.
– Il Redentore ci invita a riconoscere in lui il vero re e pastore, che rivela agli uomini la compassione del Padre e reca il dono della riconciliazione e della pace.
– “Adorato Gesù, amore dell’anima mia, come potrò dimenticarmi di te? Come potrò vederti appeso su questo legno e non amarti con tutte le mie forze?”.

Dal Vangelo di questa domenica (Mc 6,30-34)
♦ In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte.
♦ Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Il riposo della compassione.
♦ Il Vangelo di Marco ci parla dei sentimenti con cui Gesù ha compassione delle folle, «pecore senza pastore», solitarie, disperse, proprio perché nessuno le radunava in unità. Di conseguenza, la prima cosa che Gesù fa è «insegnare loro molte cose». – Quella di Gesù è sempre una parola per i dispersi, una parola che convoca, raduna, crea relazioni, stabilisce legami forti.
♦ Gesù aveva promesso riposo ai discepoli stanchi per la loro missione. – Non c’è però possibilità di riposare, perché sopraggiungono le folle di cui bisogna avere cura.
Del resto, il vero riposo che Gesù ci dona è accoglierci nel suo sguardo di compassione e di tenerezza, che sempre riunisce i dispersi. Egli è infatti la nostra pace; è venuto ad annunciare pace ai lontani, pace ai vicini. Per mezzo di Gesù infatti ora possiamo presentarci gli uni e gli altri tutti uniti, al Padre in un solo Spirito.
Ancora oggi Gesù ci rivela lo sguardo di compassione e di tenerezza del Padre. E noi sappiamo di essere custoditi dalla sua misericordia, lo invochiamo sempre con fiducia.
(fr. Luca Fallica, Comunità Ss. Trinità di Dumenza).

Breve preghiera.
Padre buono e misericordioso, ascolta la nostra supplica ed esaudiscila. Accordaci di accogliere la tua parola come annuncio di pace e di comunione, e di condividerla con tutti coloro che hanno sete di relazioni autentiche. Amen.

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Vangelo della solennità del SS. Redentore – (cf Gv 3, 13-18.21)
♦ In quel tempo, Gesù disse a Nicodemo: “Nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”.
♦ Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
♦ Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.

2. La festa.
Nella terza domenica di luglio si celebra la solennità del SS. Redentore, che interessa diverse chiese italiane, tra cui quella famosa di Venezia, dove la notte del sabato che precede la festa ha luogo un fantasmagorico spettacolo pirotecnico che attrae migliaia di visitatori.
♦ Ed in questa domenica i Missionari Redentoristi festeggiano il titolare del loro Istituto. Papa Benedetto XIV il 25 febbraio 1749, nell’approvare le Regole del nuovo Istituto, fondato da S. Alfonso Maria de Liguori nel 1732 a Scala, cittadina sopra Amalfi), diede anche il nome definitivo: Congregazione del SS. Redentore. Da qui il nome di Missionari Redentoristi.

3. Alcune note teologiche.
  Cristo è il Redentore promesso nell’antica Alleanza, e Dio l’ha consacrato e mandato per risollevare l’uomo dalla sua caduta.
  Apparso nella  carne mortale di uomo, e offrendosi come vittima di espiazione, con la sua morte e risurrezione ha portato la salvezza a tutte le genti.
  Grande è la redenzione dall’antica schiavitù, la remissione dei peccati. In lui la verità, la luce, la vita; in lui i credenti sono segnati con l’unzione dello Spirito Santo promesso e hanno la speranza di conseguire la completa libertà dei figli.
  Dio, così, ha avuto compassione dell’Uomo, e vedendolo incapace di dar degna soddisfazione per il peccato commesso, con bontà e misericordia ha mandato il suo Figlio a redimere il genere umano con prendere la natura umana e morire per tutti gli Uomini.

4. Preghiera di S. Alfonso
Contemplando il Redentore.

♦ Anima mia, alza gli occhi e contempla Gesù crocifisso. Guarda l’Agnello divino, sacrificato su un altare di dolore. Pensa che egli è il Figlio prediletto dell’eterno Padre e che è morto per amor tuo.
♦ Egli ha le braccia aperte per accoglierti, il capo chino per darti il bacio della pace, il costato aperto per accoglierti. Non merita forse di essere amato un Dio così buono e pieno d’amore? Dalla croce il tuo Signore ti dice: “Figlio, chi mai al mondo ti ha amato più di me, tuo Dio?”

Mio Dio e mio Redentore, tu sei morto di una morte infame e dolorosa, per guadagnarti il mio amore. Ma quale creatura potrà mai ricambiare l’amore del suo Creatore morto per essa?
Adorato Gesù, amore dell’anima mia, come potrò dimenticarmi di te? Come potrò vederti appeso su questo legno e non amarti con tutte le mie forze?
Gesù mio, io credo che tu mi hai amato fin dall’eternità, senza alcun merito mio, e che, pur prevedendo le mie ingratitudini, solo per la tua bontà mi hai dato di esistere.
Tu sei il mio Salvatore, perché con la tua morte mi hai liberato dall’inferno tante volte da me meritato.
Tu sei la mia vita, per la grazia che mi hai donato, senza la quale io sarei rimasto per sempre nella morte.
Tu sei la mia speranza: da nessun altro io posso sperare del bene, giacché tu solo sei giunto a morire per me.
Agnello di Dio, sacrificato sulla croce e vittima d’amore, vorrei morire per te, come tu sei morto per me! Amen.

OGGI Solennità del SS. Redentore – AUGURI a tutti i Redentoristi nel mondo. – C’è ancora bisogno di Redenzione: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi” – O Gesù Redentore, manda operai nella tua messe!

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