Intervista a Maria Faragò, coordinatrice dell’evento tropeano
Il TropeaFestival Leggere&Scrivere, rappresenta un ampliamento della proposta e delle istanze culturali che già abbiamo promosso in cinque edizioni del Premio.
Da poco tempo sono stati assegnati i finanziamenti dalla Regione Calabria in merito al bando promosso con fondi POR per eventi culturali riferibili al progetto “Calabria terra di Festival”. Tra di essi, per la sezione Letteratura, è risultato vincente un progetto di partenariato che vede capofila il Sistema Bibliotecario Vibonese e la collaborazione con il comune di Tropea, quelli di Serra San Bruno e Soriano Calabro ed il Comune e la Provincia di Vibo Valentia.
Quanto promosso in sinergia dagli enti cofirmatari muove i passi dal già affermato Premio letterario “Città di Tropea”. Quattro chiacchiere con Maria Faragò, coordinatrice dell’evento tropeano sin dalla sua prima edizione, project ed event manager del “TropeaFestival Leggere&Scrivere”, editor e organizzatrice di eventi culturali, ci aiuteranno a capire meglio l’evoluzione che accompagnerà per i prossimi anni il “Tropea”.
Tra non molto il Premio Tropea vestirà un abito nuovo: quali le novità più importanti previste per questa nuova formula organizzativa?
Il Premio costituirà il fuoco d’artificio finale di una sei giorni letteraria. Il TropeaFestival Leggere&Scrivere, rappresenta un ampliamento della proposta e delle istanze culturali che già abbiamo promosso in cinque edizioni del Premio. Il nostro progetto rappresenta un’innovazione assoluta nel panorama delle proposte culturali, sia nella nostra Regione che in Italia. Sarà dunque un evento fortemente ispirato dall’innovazione, nell’ambito di un format di successo che ha come modello di partenza esperienze prestigiose come il Festivaletteratura di Mantova, considerato uno degli eventi letterari più importanti in Europa e con il quale il TropeaFestival Leggere&Scrivere ha già avviato un’importante collaborazione che vedrà nei prossimi mesi un intenso scambio culturale. Sarà un festival di letteratura il cui tema centrale è la lettura e la scrittura nell’epoca digitale. Tutti gli incontri che si svolgeranno a Vibo Valentia, Soriano Calabro e Serra San Bruno, insieme agli ospiti e protagonisti degli Itinerari Culturali Vibonesi, sono stati pensati per promuovere le comunità e i patrimoni culturali, i beni architettonici e le tradizioni enogastronomiche del territorio. Abbiamo immaginato un programma di sei giorni inclusivo da ogni punto di vista: a partire dal pubblico, ci saranno eventi per ogni target d’età e preferenze letterarie; una parte importante del programma è poi rivolta ai bambini in età pre-scolare, scolare e per i ragazzi delle scuole medie e superiori. Il festival intende coniugare le nuove modalità di lettura e scrittura con l’esperienza fisica ed emozionale dei luoghi e delle tradizioni, proponendo ai calabresi una nuova e coinvolgente esperienza culturale.
L’uso dei formati digitali non rischia di lasciar fuori una gran fetta di lettori non avvezzi alle nuove tecnologie? Il pubblico tradizionale del lettore di libri di carta resta per ora, e resterà a lungo anche in futuro probabilmente, maggioritario. Mentre è certo che crescerà ancora di più la tendenza alla doppia lettura di testi pubblicati sia in formato cartaceo che su supporto elettronico. Da parte nostra ci rendiamo conto in questo modo di aver fatto una proposta davvero innovativa che tiene conto di questa doppia istanza. In questo ambito ci consideriamo un laboratorio di livello nazionale. Pensiamo possa essere un modo per acquisire al mondo del libro e della lettura attiva e consapevole nuove generazioni di lettori. E’ alle porte una nuova fase di democratizzazione dei saperi, anche per via dei costi più contenuti rispetto al libro di carta, con la possibilità di accedere a un numero infinito di titoli attraverso la vendita on line. Una realtà che al Premio Tropea piace molto.
La formula innovativa introdotta dal Tropea che vede i sindaci di tutta la regione coinvolti in una giuria popolare hanno reso questo Premio più vicino alla gente rispetto ad altri eventi? Indubbiamente. I sindaci e la giuria popolare rappresentano una platea democratica di lettori, ogni proclamazione è stata vissuta in prima persona da ognuno dei componenti di questa giuria. Il nostro è uno dei pochi esempi in Italia di un premio letterario pensato per le comunità e fatto per la “gente”. Quando abbiamo portato la letteratura in piazza, qualcuno ha storto il muso, ma io credo che il concetto di partecipazione e la dimensione “pop” della cultura sia decisamente da ripensare in termini di qualità e di valore per farlo uscire da troppi luoghi comuni.
L’organizzazione “mondana” del Tropea, che tanto interesse suscita nel pubblico, è risultata una scelta vincente per un premio letterario? Soprattutto la qualità del “glamour” e la caratura delle personalità coinvolte è ciò che ha fatto del “Tropea”, in soli cinque anni di vita, uno tra i sette premi letterari più importanti d’Italia, come ha scritto lo scorso anno la giornalista Stefania Vitulli su “Panorama”, dedicandogli grande attenzione, e come evidenziato anche da “La Repubblica” in una interessante inchiesta sui premi letterari italiani, dove il nostro premio letterario nazionale viene indicato come il maggiore, e diciamo pure l’unico nato a Sud. Siamo primi tra gli “emergenti”, dopo istituzioni solide, potenti e storicizzate come il “Campiello” e lo “Strega”.
Il partenariato previsto con altri comuni ed il Sistema Bibliotecario Vibonese fa correre il rischio alla “Perla del Tirreno” di non essere più il cuore pulsante del Premio? Al contrario. In una logica di valorizzazione e di integrazione territoriale e tematica, il TropeaFestival Leggere&Scrivere si fa promotore di quel concetto di “rete” e di sussidiarietà tanto proclamato, ma poco praticato, non solo in ambito culturale, nella nostra regione. La città di Tropea, con la sua grande notorietà di capitale del turismo regionale e la sua forte notiziabilità nazionale e internazionale presso il vasto pubblico, farà da traino anche per altre realtà territoriali e culturali di grande valore, ma meno conosciute, in una logica di proposta culturale integrata e realmente inclusiva mettendo in vetrina il meglio che la Calabria oggi è in grado di proporre anche sui grandi mercati della comunicazione e dei consumi culturali.