Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il pregiudizio.
Tutti abbiamo a che fare con il pregiudizio che i vocabolari indicano come “una idea, opinione concepita sulla base di convinzioni personali e prevenzioni generali, senza una conoscenza diretta dei fatti, delle persone, delle cose, tale da condizionare fortemente la valutazione, e da indurre quindi in errore. E in quanti errori cadiamo. Solo un cuore limpido, misericordioso e aperto può salvaguardarci dai danni del pregiudizio.
♦ Nello scompartimento di un treno c’era solo un anziano sacerdote, che bisbigliava il suo breviario: possiamo immaginarlo come un don Camillo.
♦ Ad una stazione entrò un giovane dall’aspetto trasandato: capelli lunghi, jeans bisunti, scarpe sformate. Ma soprattutto un giornale notoriamente laicista e anticlericale che gli spuntava dalla tasca.
Il sacerdote seguì il giovane con un lungo ed eloquente sguardo di disapprovazione.
♦ Il giovane si sedette e cominciò a leggere il suo giornale.
Dopo un po’ alzò la testa e chiese: «Scusi, reverendo, che cos’è la dispepsia?».
♦ «Ecco una buona occasione per fargli una predica» – pensò il sacerdote, e ad alta voce proseguì: «La dispepsia è una malattia terribile che prende quelli che vivono male, senza orari e senza ideali, concedendosi tutti i vizi e gli stravizi, che non si ricordano che Qualcuno ci vede e ci giudicherà!».
♦ Il giovane seguiva il discorso con curiosità e anche un po’ di apprensione : «Ah» – disse alla fine – «perché qui c’è scritto che il Papa ha la dispepsia».
♦ Il sacerdote, novello don Camillo, arrossì vistosamente e si morse il labbro: in effetti la dispepsia è un’alterazione delle funzioni digestive dello stomaco, comunemente descritta come ‘cattiva digestione’. Ma il desiderio di “fare una predica a quel tale” lo aveva sopraffatto.
Da ricordare
♥ Ciascuno nota negli altri, ciò che vuol vedere o sentire. Si è così presi talora dai propri pensieri che non si ascolta veramente il prossimo.
♥ Gesù: ” Non giudicate e non sarete giudicati” (Luca 6,37).