Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il pianto di un Babbo Natale.
I bambini con la loro naturale “impotenza” sono capaci di attirare e conquistare tutti; e più sono deboli e indifesi e più attraggono.
E’ la logica del Verbo di Dio che ha voluto nascere come un bambino indifeso e impotente… eppure ha conquistato il mondo.
La storia di oggi sta facendo il giro del mondo su ogni tipo di media e social network: un bambino americano, malato terminale, esprime l’ultimo desiderio: vedere Babbo Natale; viene accontentato e muore contento tra le sue braccia. Ed a piangere questa volta è lo stesso Babbo Natale, impersonato da un uomo che il Babbo Natale lo fa per professione.
♦ Il Babbo Natale si chiama Eric Schmitt-Matzen, un sessantenne di Knoxville, in Tennessee, USA. L’uomo ha esaudito l’ultimo desiderio di un bambino di 5 anni malato terminale presentandosi in ospedale vestito da Babbo Natale, e il bimbo poi è morto tra le sue braccia.
♦ L’uomo è abbastanza conosciuto nella città proprio per la sua somiglianza con Santa Claus, dato il suo peso di circa 130 chili e la sua barba bianca assolutamente naturale.
♥ «Sono stato chiamato da un’infermiera che conosco in ospedale – racconta l’uomo -, che mi ha detto che un bambino molto malato di 5 anni voleva vedere Babbo Natale».
Il bambino, racconta l’uomo, gli ha chiesto dove sarebbe andato, visto che gli era stato detto che stava per morire.
«Ho risposto che quando sarebbe arrivato in Paradiso doveva dire di essere l’elfo numero uno [elfi = spiriti geniali] di Babbo Natale, e lo avrebbero fatto entrare». A questo punto il bambino lo ha abbracciato ed è morto.
♥ «Ho pianto per tutto il tragitto di ritorno – conclude -, per tre giorni sono stato uno straccio, e per settimane non sono riuscito a pensare ad altro. Ho anche pensato di appendere il vestito da Babbo Natale al chiodo, ma poi ho cambiato idea quando ho realizzato quanto è importante per i bambini».
(fonte: cf. LaStampa.it).
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Da “Tu scendi dalle stelle” di S. Alfonso.
♥ Dolce amore del mio core,
dove Amor ti trasportò?
Tu piangi non per duol, ma per amore.
Tu piangi per vederti da me ingrato
dopo sì grande Amor, sì poco amato.
Caro, non pianger più, ch’io t’amo, io t’amo.
Tu dormi, o Ninno mio, ma intanto il Core,
non dorme no, ma veglia a tutte l’ore.
O mio bello e puro Agnello,
a che pensi dimmi Tu?
“A morire per te, io penso”.