Tropea Teatro Festival
Tra le sorprese più belle dell’estate
*di Francesca Chiappalone
La prima edizione di un festival non è mai cosa semplice. Dai primi passi dell’organizzazione fino alla chiusura dell’ultima serata c’è sempre un filo conduttore fatto di incognite, speranze.
Come andrà? Alla gente piacerà? E noi, membri dello staff, saremo soddisfatti quando le locandine saranno da staccare e la cassa da chiudere?
Adesso che le locandine sono state staccate davvero, quello che compare sui nostri visi è una traccia di stanchezza ed un sorriso sicuro.
L’incognita è scomparsa completamente e questi quattro giorni di spettacoli e laboratori si sono dimostrati una delle sorprese più belle di questa estate 2009.
In questi giorni, il piccolo Teatro del Porto di Tropea ha ospitato una serie di spettacoli differenti per tipologie e tematiche, ma uniti dalla passione teatrale e dalla voglia di condividerla con il pubblico. Ogni compagnia, ogni attore ha lasciato una traccia di quello che è il teatro in Italia oggi, regalando il proprio personale punto di vista agli spettatori.
La Compagnia Cajka che ha aperto il Festival con Ballate a mare, proseguendo il secondo giorno con Gastromachia, non ha soltanto portato in scena storie di mare e preparazioni culinarie nella chiave del vaudeville, ma ha anche regalato la possibilità di conoscere un’arte teatrale genuina, artigiana, costruita dagli attori attraverso l’esperienza, la tecnica attoriale, l’unità di squadra e una grande passione per il mare.
Struggente è stato l’incontro con la drammaturgia di Gianni Guardigli, in programma la terza sera della rassegna: il suo spettacolo Boukra, portato avanti dalla bravura di Alessandra Muccioli e dalle musiche di Giancarlo Mazzù, ha toccato e commosso il pubblico, di certo per la questione Israele e Palestina, ma anche per la delicatezza della parola usata dallo scrittore nel trattare un tema così caldo e rischioso.
La chiusura del Tropea Teatro Festival è stata affidata alla compagnia calabrese di fama nazionale Scena Verticale, artefice di una divertente, raffinata, lezione-spettacolo sulla Commedia dell’Arte, con particolare attenzione alla maschera calabrese di Giangurgolo.
Attraverso la bravura di Dario De Luca e Rosario Mastrota, e grazie alla loro notevole verve comica, l’excursus sulla commedia dell’arte, sugli attori girovaghi e le maschere del Cinquecento, si è trasformato in un’occasione di approfondimento, alleggerita dall’ironia che ha coinvolto, indistintamente, adulti e bambini, unendoli in un’attenta partecipazione, in una comune risata.
Il pubblico ha lasciato il Porto contento, queste sere sotto la luna piena sono state accompagnate e arricchite dall’atmosfera magica che soltanto il Teatro, evento irripetibile e quindi unico, riesce a creare non solo sul palco, nel corpo degli attori, ma tra gli spettatori, nei loro sguardi complici e all’interno di uno staff emozionato e orgoglioso di aver potuto collaborare per la creazione di quella magia.