La scelta del Consiglio comunale di Tropea
La replica del Segretario Circolo PD Tropea alla nota stampa dall’Avv. Macrì
Due articoli, per ragioni diametralmente opposte, hanno avuto la mia attenzione nella giornata di ieri (8.5.2013). Sul Corriere della Sera (edizione on line) vi è una pregevolissima intervista al prof. Giuliano Amato. L’ex premier, descrivendo gli ultimi eventi che lo hanno visto protagonista, così si esprime: “Un simile clima, dice l’ex premier, «è un frutto avvelenato di stagione molto difficile, nella quale la dinamica essenziale di una società democratica, quella che chiamiamo scala sociale e deve permettere a chiunque di salire ai gradi più alti, si è in realtà fermata per molti. … se a tanti di noi non è consentito salire la scala sociale, allora l’uguaglianza va realizzata sul gradino più basso. Ma questa è la rinuncia di una società a crescere … “Ciò è inammissibile”. Purtroppo su questo pesa anche l’attuale condizione di un ceto politico le cui letture non vanno molto oltre Twitter, e se su Twitter legge 50 commenti negativi su di lei ne desume che il popolo la vede male».
Il mio pensiero, letto il superiore riferimento ad un certo ceto politico, è corso immediatamente alla nota stampa dall’Avv. Macrì, il quale ha nuovamente osannato (guardandosi bene da entrare non solo nel merito giuridico della vicenda ma anche in quello politico) la scelta di assicurare la concessione cinquantennale in favore della Spa Porto di Tropea. Nessuno crede che la magnanimità che riconosce alla “sua” maggioranza (ma il “suo” capogruppo mi pare essere accolito del M5S) sia dipesa dalla volontà di tenerci indenni da possibili azioni giudiziarie. Non servono troppe parole per comprendere che i benefici di quella che lui chiama “magnanimità della maggioranza” sono stati appannaggio di una Spa.
La scelta del Consiglio comunale di Tropea – per come anticipato dal Macrì, il quale si è dimostrato molto sensibile ai rapporti Comune-Spa Porto di Tropea – è un tipico esempio “della rinuncia di una società a crescere”. E’ la decisione presa da chi è incapace di guardare oltre ciò che accade, per dirla alla Macrì, “all’interno dello scalo portuale” e, conseguentemente, perde di vista le opportunità che una scelta diversa poteva garantire per un intero paese.
Segretario Circolo PD Tropea