Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il parroco che confessa in strada.
– A Napoli. Don Michele Madonna, parroco della parrocchia di Montesanto (e di altre due nel centro di Napoli), da tempo confessa in strada, convinto delle parole di Papa Francesco ” La Chiesa è un ospedale di campo”.
– Queste parole lui le ripete continuamente durante la straordinaria esperienza delle confessioni in strada: «Siamo un ospedale da campo»; e allora andiamo.
– Dice il parroco napoletano: «Anche questa quarta ondata del coronavirus sta allontanando le persone dai Sacramenti… Sempre meno gente va in chiesa per partecipare alla Messa ed accostarsi al Sacramento della penitenza. Eppure, quando scendo in strada per confessare, io sperimento quanto la gente ha bisogno di Dio, e quando sono lì in tanti si riconciliano».
– Manifesta il suo modo di fare pastorale: «Il mio stile non è altro che lo stile di Gesù: la strada il luogo privilegiato del suo annuncio. Questo non vuol dire sminuire i luoghi sacri. È sbagliato stare solo dentro le nostre chiese. Allo stesso modo sarebbe sbagliato anche stare solo fuori». Tutto deve portare a Gesù.
La Chiesa, ospedale da campo.
♦ Napoli. – «Se la Chiesa è, come dice il Papa, ospedale da campo, allora vuol dire che dobbiamo esserlo due volte in questo momento storico». Parola di don Michele Madonna, parroco di tre parrocchie nel centro di Napoli.
♥ Ogni settimana don Michele si piazza in strada, e qui amministra il Sacramento della penitenza. Per la verità, è da almeno 18 anni che lo fa. Con lui ci sono anche i giovani delle sue tre parrocchie, che annunciano il Vangelo ai passanti attraverso delle rappresentazioni teatrali ispirate ad alcuni passi del vangelo.
♥ In questi ultimi due anni, a causa della pandemia, l’iniziativa di don Michele e dei suoi ragazzi ha assunto inevitabilmente un particolare significato.
Tempo di pandemia.
♦ «Anche questa quarta ondata del virus sta allontanando le persone dai Sacramenti – dice don Michele –. Sempre meno gente va in chiesa per partecipare alla Messa e accostarsi al Sacramento della penitenza. Eppure, quando scendo in strada per confessare, noto quanto la gente abbia bisogno di Dio. Non ho mai un minuto libero quando sono lì: in tanti avvertono, vedendomi, il bisogno di accostarsi al Sacramento. Sono venute persone che avevano aderito a sette sataniche, appartenenti alla camorra… Ho visto gente perdonare di cuore agli assassini dei propri genitori…».
♦ Presente e attivo anche sui social, il sacerdote coinvolge anche i suoi ragazzi che annunciano il Vangelo ai passanti attraverso delle rappresentazioni teatrali ispirate ad alcuni passi del vangelo.
♦ Secondo don Michele, «la Chiesa, nel corso di questa pandemia, ha corso il serio rischio di una frenata dal basso. Molti cristiani sono andati nella strada opposta a quella indicata dal Papa e dai vescovi. Invece questo tempo deve esser visto anche come un’opportunità».
L’uso dei social network.
♦ Come molti suoi confratelli, anche don Michele fa largo uso dei social network e di tutti gli altri moderni mezzi di comunicazione. La sua pagina Facebook ‘La risposta di Dio – don Michele Madonna’ conta 21mila follower, e le sue omelie vengono inviate a centinaia e centinaia di persone attraverso WhatsApp.
♦ Ma il sacerdote napoletano conosce anche i rischi che ci sono dietro ciò. «Si rischia di perdere la dimensione comunitaria della Chiesa. I social sono importanti, ma non possono sostituire la comunità».
♥ Una delle tre chiese parrocchiali ospita 365 giorni l’anno l’adorazione perpetua. E ogni anno, don Michele dà vita a un raduno al Palapartenope di Napoli che ospita migliaia di persone.
♥♥ Egli dice di non fare nulla di straordinario. «Il mio stile non è altro che lo stile di Gesù: la strada il luogo privilegiato del suo annuncio. Questo non vuol dire sminuire i luoghi sacri.
È sbagliato stare solo dentro le nostre chiese. Allo stesso modo sarebbe sbagliato anche stare solo fuori».
(fonte: cf Avvenire.it, 15 gennaio 2022).