Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il nuovo beato Jean-Baptiste Fouque e i poveri.
Ieri, domenica 30 settembre, la cattedrale di Marsiglia ha ospitato per la prima volta la liturgia di una beatificazione, quella di Jean-Baptiste Fouque, sacerdote marsigliese che ha speso la sua vita per aiutare i poveri. Umile e tenace, era noto ai poveri, ai quali dedicò la maggior parte della sua attività, così come ai ricchi, senza i quali non avrebbe potuto completare i suoi progetti di assistenza di vasta risonanza sociale.
– Ha presieduto la celebrazione il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in rappresentanza di Papa Francesco. Preziosa la testimonianza del postulatore della Causa di beatificazione, il padre Bernard Ardura. Così la città francese di Marsiglia festeggia la salita agli onori degli altari di uno dei suoi figli più impegnati nell’apostolato sociale, vicario nella parrocchia della Santissima Trinità per tutta la vita.
♦ Chi fosse Jean-Baptiste Fouque (1851-1926) era ben noto ai fedeli che frequentavano regolarmente la chiesa di La Palud ma anche ai non credenti che, comunque, vedevano in lui un uomo dalla bontà eccezionale. Era noto ai poveri, ai quali dedicò la maggior parte della sua attività, così come ai ricchi, senza i quali non avrebbe potuto completare i suoi progetti di assistenza.
In ogni caso viene dal popolo la migliore testimonianza sul sacerdote francese che il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in rappresentanza di Papa Francesco, ha beatificato domenica 30 settembre a Marsiglia.
♦ Proprio a Marsiglia Jean-Baptiste nacque il 12 settembre 1851.
Formatosi alla scuola del servo di Dio Joseph-Marie Timon-David, egli incarnò il grande movimento del cattolicesimo sociale seguendo il suo maestro spirituale Jean-Joseph Allemand.
♦ Ordinato sacerdote il 10 giugno 1876, restò per tutta la vita vicario parrocchiale. Lo fu ad Auriol, dal dicembre 1877 al luglio 1885, e a La Major, tra il 1885 e il 1888, finché giunse alla parrocchia della Santa Trinità, dove rimase per 38 anni, dal 15 aprile 1888 fino alla sua morte, il 5 dicembre 1926.
♥ Dopo un’intera vita donata a Dio e ai più poveri, Fouque venne onorato dal popolo come «il san Vincenzo de’ Paoli marsigliese». Nel 1993 le sue spoglie furono collocate proprio nell’ospedale Saint Jospeh, dove riposano nella omonima cappella situata nel cuore della struttura.
Tutto è possibile per chi crede.
♥ “Tutto è possibile per chi crede” diceva Gesù, e padre Jean-Baptiste Fouque di questa parole ha fatto il centro della sua vita, interamente dedicata al servizio al prossimo. Testimone con la vita e con le opere dei valori cristiani della solidarietà e dell’altruismo, con l’amore questo piccolo sacerdote è riuscito più volte a spostare le montagne, circondando, di fatto, la città portuale di una cintura di bontà che prima non aveva mai conosciuto.
♥ Erede delle istanze del cosiddetto “cattolicesimo sociale”, animato da un’incredibile fede nella provvidenza, fu soprannominato “il San Vincenzo de’Paoli di Marsiglia”. “Per la città francese è un grande evento – afferma il postulatore della Causa di beatificazione di padre Fouque, il padre Berbard Ardura – perchè è la prima volta che si celebra una beatificazione a Marsiglia. Poi è una grande grazia perchè è una figura di sacerdote che viene presentata ufficialmente dalla Chiesa come modello, come esempio da seguire nell’esercizio del ministero sacerdotale. Abbiamo in questo sacerdote – sostiene padre Ardura – una figura straordinaria, un uomo interamente dedicato alla sua missione”.
♥ Dalla mattina alla sera vive sempre in unione con Dio sia nella preghiera personale sia nella celebrazione dei sacramenti – in particolare nell’Eucarestia e nell’amministrazione del sacramento della penitenza.
♥ Totale era il servizio verso i poveri, perché a Marsiglia ha creato una rete di istituzioni che si dedicano sia al servizio degli orfani, dei bambini ed adolescenti abbandonati o già condannati dalla giustizia per qualche delitto – talvolta molto grave -, degli ammalati, che sono accolti in un ospedale da lui fondato e una casa di riposo per le persone anziane.
Inoltre per i giovani ha creato qualche istituzione come la scuola parrocchiale in cui oggi si ricevono più di duecento bambini. Quindi è un sacerdote che dedica tutta la sua vita all’amore verso il Signore; ha una fede incontrollabile e una volta che si è convinto che tale progetto, tale iniziativa, è veramente volontà di Dio, vi si dedica interamente.
♥ È un sacerdote rimasto sempre vice parroco per tutta la sua vita, per 50 anni di sacerdozio e di questi ne ha passati 35 nella stessa parrocchia. Ha segnato profondamente la città di Marsiglia a tal punto che quando è morto il suo funerale è stato un vero trionfo che ha percorso tutta la città. Ancora oggi è molto venerato.
L’opera più importante: l’ospedale San Giuseppe.
♥ Negli anni bui della Grande Guerra, padre Fouque aprì le porte dell’ex convento dei Sacramentini del Prado ai feriti. Nel 1917 gli americani lo requisirono per allestirvi un ospedale da campo per le loro truppe, ma alla fine del conflitto se ne andarono lasciandovi tutte le attrezzature mediche. Ancora una volta era intervenuta la Provvidenza, che consentì al sacerdote di crearvi, nel 1919, un grande ospedale cattolico libero per tutti i bisognosi di Marsiglia.
♥ Molte famiglie sostennero il progetto anche economicamente, così tre anni dopo poté essere inaugurato il nosocomio di Saint Joseph, che ancora oggi è la prima struttura privata gratuita in Francia, la terza per il reparto maternità.
♥ Proprio qui, nella cappella di quella che forse fu la sua più grande opera mai realizzata, è oggi sepolto padre Jean-Baptiste Fouque, deceduto nel 1926, che riposa accanto ai sofferenti e ai bisognosi che tanto amava perché in loro vedeva il volto di Cristo sulla Croce.
L’abate Foque e Marsiglia
La Beatificazione dell’abate Jean-Baptiste Fouque è un momento molto importante per la città di Marsiglia, non solo perché il sacerdote rappresenta “un modello per le generazioni presenti e future di attenzione verso i più fragili”, come sottolinea l’arcivescovo della città, mons. Georges Pontier, ma anche perché è importante rinnovare la memoria di una figura che tanto si è spesa per questo specifico tessuto sociale che a volte sembra averlo dimenticato, soprattutto i giovani, mentre le sue opere – quasi 600 i ragazzi ospitati nelle sue case per l’infanzia disagiata e 800 i posti letto nell’ospedale Saint Joseph – sono ancora vive e continuano a portare conforto e cure alla popolazione.
(fonte: da Osservatore Romano e Vatican news 29 settembre 2018).