È un referendum contro le trivellazioni? No. O, cioè, non del tutto
A Tropea in Piazza Vittorio Veneto un banchetto informativo per ribadire un netto NO alle trivellazioni
Domenica 10 Aprile dalle 10:30 in poi, il “meet up” Tropea in Movimento – Amici di Beppe Grillo ha organizzato in Piazza Vittorio Veneto un banchetto informativo per ribadire, anche da Tropea, un chiaro e netto NO alle TRIVELLAZIONI.
Il gruppo che si ispira ai principi ed agli obbiettivi del Movimento 5 Stelle, vuole contribuire alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti dell’importante Referendum del 17 Aprile sulle trivellazioni in mare.
Ma diamo qualche precisazione.
È un referendum contro le trivellazioni?
No. O, cioè, non del tutto.
È un referendum che mira a quegli impianti off shore, situati all’interno delle 12 miglia dalla costa, e già operativi. In sostanza: VOTANDO SÌ diamo una scadenza certa alle concessioni di petrolio e gas in mare entro le 12 miglia dalla costa. La vittoria del referendum cancellerà l’ennesimo regalo fatto alle compagnie petrolifere grazie all’approvazione della Legge di Stabilità 2016, che permette loro di estrarre petrolio e gas nei nostri mari entro le 12 miglia, senza alcun limite di tempo. Vi rendete conto? Senza limiti di tempo, sul nostro mare. Se vince il SI, sarà ripristinata la norma precedente che prevede una scadenza temporale per ogni concessione.
Tra l’altro, questi impianti di trivellazione rappresentano soltanto una piccola parte di quelli esistenti e che ammorbano il nostro mare. VOTANDO SÌ, infatti, non rinunciamo a una risorsa strategica. Basti pensare che il contributo delle attività estrattive entro le 12 miglia sono pari al 3% dei nostri consumi di gas e meno dell’1% di petrolio: quantitativi ridicoli per i nostri fini energetici, a fronte di rischi incalcolabili. Un contributo energetico che è abbondantemente compensato dal calo dei consumi in atto e che non comporterebbe alcun aumento di importazione.
Insomma, il punto è questo: l’energia fossile è il passato mentre il futuro è e deve essere rinnovabile.Non solo per una questione ambientale ma anche per una questione economica.
Pensiamo a questo semplice fatto: il M5S ha calcolato che se investo un miliardo di euro nelle fonti fossili, creo 500 posti di lavoro. Se investo lo stesso miliardo nelle fonti rinnovabili ne creo 17.000.
Le fonti fossili sono antieconomiche e chi le avalla ha un cervello fossile o degli interessi privati da difendere.
Per questo dobbiamo andare a votare. E dobbiamo votare sì. Nonostante il tentativo del governo di boicottarlo. Dobbiamo comunque essere consapevoli che non è LA risposta definitiva a questo enorme problema ma una prima risposta per fermare lo scempio delle nostre coste e del nostro Paese.
Il M5S (comprese le associazioni ambientaliste) aveva chiesto di votare nello stesso giorno delle amministrative. Era indispensabile un election day per portare i cittadini in massa al voto ma il governo non ha mai avallato questa ipotesi. Siamo consapevoli che il quorum potrebbe non essere raggiunto. Ma questo è un referendum importante e siamo tutti chiamati a partecipare.
Per Domenica mattina a Tropea auspichiamo la partecipazione di tutti i cittadini sensibili al tema a prescindere dall’identificazione con i principi e gli obbiettivi del M5S. Essendo il Movimento semplicemente un mezzo che i semplici cittadini possono usare per organizzarsi per accrescere la propria consapevolezza, sottostando a semplici regole.
Quindi consapevoli che questo del 17 Aprile è un referendum che nasconde una trappola; che è una chiamata alle armi monca; che è una battaglia necessaria ma che non risolve il problema:
Dobbiamo andare a votare e dobbiamo votare SI.
Inoltre segnaliamo come sia in atto una raccolta firme per una nuova proposta referendaria, da attuare nel 2017, contro tutte le trivellazioni.