Attualità Fede e dintorni

Il marocchino che amava la Calabria

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

 

Il marocchino che amava la Calabria.

019a-funerale musLa storia di Ahmed El Idrissi, per tutti Stefano, morto in questi giorni a Briatico (VV) di leucemia, la cui salma è stata rimpatriata grazie al contributo volontario della comunità. Il bene si fa in silenzio: è quanto ha fatto la piccola comunità di San Costantino di Briatico, i cui abitanti, eredi della genuina indole calabrese, hanno compiuto con naturalezza il gesto benevolo nei confronti di un uomo, un gigante buono, arrivato dal Marocco tanti anni fa in un piccolo paese della provincia vibonese, dove ha deciso di far crescere la sua famiglia e lavorare onestamente come ambulante per i paesini della stessa provincia.

♦ Ahmed El Idrissi, chiamato semplicemente Stefano, è morto pochi giorni fa di leucemia a soli 44 anni. Aveva 4 figli e una amorevole moglie. Il più piccolo dei suoi figli, ha ancora solo 3 anni. Una famiglia umile, rispettosa e laboriosa, integrata con cuore nella piccola comunità di San Costantino di Briatico.
♦ Tutti gli hanno voluto bene e continuano a voler bene al resto della sua famiglia. Ne dà atto, il gesto che da molti paesi della provincia, dove Stefano era conosciuto, fino alla stessa Vibo Valentia, si è provveduto ad una volontaria raccolta di fondi da consegnare alla famiglia, affinché la sua salma fosse riportata in Marocco.
Un gesto tanto nobile quanto spontaneo, nato dai giovani compagni dei figli di Stefano che, in poco tempo, ha coinvolto adulti, e addirittura persone che non hanno mai conosciuto né lui né la sua famiglia ma, che sono stati toccati al cuore dalla triste storia e dall’amore che ha mosso questo libero gesto di solidarietà verso la famiglia.
♦ Stefano era musulmano e per questo il suo corpo deve tornare in sepoltura nel paese natio e sepolto secondo un rito semplice e umile richiesto dalla sua fede. La morte, per chi è di fede musulmana, è considerata come un momento di passaggio alla vera vita, quella che non avrà mai fine e consentirà allo spirito di progredire.
♦ E se come si descrive nel rito funebre musulmano in cui, Dio si occupa di ricompensare ciascuna anima in base a come si è comportata in vita, Stefano, dai numerosi attestati di stima arrivati in maniera volontaria e libera da molti paesi del circondario, ha già avuto la più grande ricompensa che un uomo possa avere sulla faccia della terra: l’ammirazione per un uomo semplice ed umile, rispettoso ed onesto.
Tutto è stato fatto in rispettoso silenzio. Questo è il fatto che più colpisce in questa storia. Ogni persona, sia che l’abbia conosciuto o semplicemente ne ha sentito parlare, ha voluto contribuire in qualche modo, al ritorno della salma nella sua terra di origine.
Un esempio, quello di San Costantino di Briatico, di vera integrazione sociale: di vera e pura unione di anime. In un mondo che si odia, un piccolo paese della Calabria insegna a tutti come si ama e ci si accoglie come semplici uomini.
Buon viaggio Stefano.
(fonte: Mariella Epifanio in www.ilvibonese.it, 17/01/2016).

La storia di Ahmed El Idrissi, per tutti Stefano, morto in questi giorni a Briatico (VV) di leucemia, la cui salma è stata rimpatriata grazie al contributo volontario della comunità. Il bene si fa in silenzio: è quanto ha fatto la piccola comunità di San Costantino di Briatico.
La storia di Ahmed El Idrissi, per tutti Stefano, morto in questi giorni a Briatico (VV) di leucemia, la cui salma è stata rimpatriata grazie al contributo volontario della comunità. Il bene si fa in silenzio: è quanto ha fatto la piccola comunità di San Costantino di Briatico.

 

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