Prossima una scelta di campo
“Alternativi a sistemi di potere”
Alternativi. Così si definiscono i membri di PubbicaMente, il comitato costituitosi qualche mese fa a Tropea in vista delle elezioni comunali. Questo è stato il loro slogan sin dall’inzio, cioè di essere alternativi “a teoremi concepiti nell’ottica di creare o consolidare veri e propri micro e macrosistemi di potere”, a contrapposizioni, ostilità, divisioni, disgregazioni, “che sono la proiezione di una società ammalata, incapace di guardare al futuro” e “di individuare e valorizzare risorse proprie”. E’ con queste parole che si apre un manifesto affisso ieri lungo le strade della cittadina tirrenica, con il quale il comitato inizia a comunicare con la popolazione che ancora non ne conosce i principi e, probabilmente, per preparare gli iscritti a quella che sarà l’imminente scelta di campo. Prendendo inoltre le distanze da coloro che alimentano una stratificazione sub-culturale “per mezzo di clientele, proteggono gli amici, minacciano, emarginano, tentano di zittire, di delegittimare”, i giovani di PubblicaMente pensano “che sia il momento di mettere a disposizione degli altri e della città la passione per il dialogo, per l’ascolto, per il senso critico”.
Si definiscono inoltre una “forza propulsiva” che, quasi di fronte ad un bivio, “deve scegliere una via, canalizzarsi”, per non ridursi “ad una estemporanea manifestazione di intenti” e possa invece “dare prova della propria forza, essere ascoltata, capita, condivisa”, affinché possa insomma incidere. Dopo questa premessa, quindi, si attende l’imminente scelta di campo di questa nuova, giovane, forza politica. “Ed allora – conclude infatti il manifesto -, ritroviamoci con chi ha dimostrato di volerci ascoltare”, mettendo in guardia però i propri interlocutori con una puntualizzazione, poiché se la scelta verrà fatta, PubblicaMente esigerà “sempre e con determinazione il rispetto” di ciò a cui si sono ispirati per formulare il loro progetto, inoltre i giovani aderenti dicono di essere “pronti a sparare su chi infrange il perimetro dei nostri valori”, certi di aver fatto qualcosa di buono, per l’esser “riusciti a far capire a chi ci ha voluto ascoltare che non si può prescindere dai cittadini”.