Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il Giubileo dei carcerati.
Questa domenica 6 novembre, in Piazza San Pietro vede la celebrazione coraggiosa del Giubileo dei carcerati: mille detenuti con Papa Francesco più un paio di migliaia di familiari, accompagnatori, guardie penitenziarie.
– La misericordia di Dio è davvero senza limiti perché proviene dall’infinito amore che Dio, in Cristo, nutre per tutta l’umanità e che sgorga dal suo cuore di Padre.
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L’Anno Santo della Misericordia si avvia alla conclusione con il primo di due eventi particolarmente cari a Papa Francesco. Oggi il “Giubileo dei carcerati” e domenica 13 novembre il “Giubileo delle Persone socialmente emarginate”, quando quel giorno si chiuderanno anche le Porte Sante in tutte le diocesi del mondo in vista della celebrazione conclusiva del 20 novembre.
♦ Papa Francesco tiene molto ai detenuti. Lo dimostra la Messa in Coena Domini nel carcere minorile di Casal del Marmo, le visite ai penitenziari negli Stati Uniti, in Bolivia e in Messico, i frequenti contatti telefonici con condannati a morte in vari Paesi del mondo. Lo dimostra la stessa lettera di attuazione del programma giubilare in cui la soglia di ogni cella diventa una Porta della Misericordia se i detenuti che la attraversano rivolgeranno il pensiero e la preghiera al Padre, “perché la misericordia di Dio è capace di trasformare le sbarre in esperienza di libertà”.
♦ Per il Giubileo dei carcerati, che sarà celebrato in molte diocesi nel mondo, questa domenica mattina saranno presenti in San Pietro 4 mila persone tra detenuti, ex-detenuti, famigliari, operatori, cappellani e agenti della polizia penitenziaria, provenienti da 12 Paesi del mondo. Mille i detenuti che attualmente stanno scontando la pena, 35 provenienti dalla Spagna, il resto dalle carceri italiani.
♦ A partecipare alla Messa presieduta dal Papa in Basilica saranno detenuti di tutte le categorie: “Ci saranno minori, persone in alternativa al carcere sul territorio, persone in detenzione domiciliare e detenuti definitivi con diverse condanne. Insomma, una presenza vera che segna un reale impegno per offrire un futuro ed una speranza oltre la condanna e la durata della pena”.
♥ Il segno è grande e la Misericordia di Dio ancora più grande. Per questo la sua realtà può valicare i confini delle mura e delle sbarre di un carcere e comunicarsi a chi, pur privato della libertà, può sentirne i benefici “liberanti” nella propria anima.
In questo possiamo vedere il senso profondo del Giubileo dei carcerati voluto da Papa Francesco.
Dal Vangelo di questa domenica (cf. Lc 20,34-38)
Dio non è dei morti, ma dei viventi.
♥ Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli i che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».