Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il giorno dei Redentoristi.
– Il 9 novembre 1732 a Scala, cittadina sopra Amalfi, fu fondata la Congregazione del Santissimo Redentore. Nei giorni precedenti vi furono i preparativi.
– Il 5 novembre 1732 Alfonso de Liguori, già brillante avvocato del foro napoletano e primogenito di una mobile famiglia, ormai sacerdote da sei anni, lasciava Napoli su di un asino e si dirigeva verso Scala per provvedere alle cose necessarie alla fondazione del suo Istituto. A Scala si unirono cinque sacerdoti: Mazzini, Donato, Mandarini, Pietro Romano, il canonico Tosquez.
– L’ospizio delle religiose del Santissimo Salvatore servì loro da convento provvisorio. Furono tre giorni di preghiere e di preparazione alla cerimonia di inaugurazione. Venne esposto il SS. Sacramento nella cappella delle Monache, e si verificò di nuovo il miracolo dell’apparizione avvenuto l’11 settembre: nella santa ostia si vide una croce luminosa con intorno gli strumenti della Passione. Alfonso de Liguori scelse come stemma della Congregazione la croce del Cristo circondata dagli strumenti della Passione.
La Fondazione della Congregazione a Scala (SA).
♥ “L’anno da Dio preordinato al nascimento felice di nostra Congregazione fu l’anno 1732. Sedeva sul Vaticano papa Clemente XII, e reggeva coll’Impero questo Regno di Napoli Carlo Augusto, Sesto di questo nome. Alfonso, ottenuta la benedizione dal Ven. P. Fiorillo e dal P. D. Tommaso Pagano suo Direttore, cavalca alla peggio… un giumento da soma, e celandolo a’ suoi parenti, ed a’ suoi più cari amici, lascia Napoli, e portasi nella Città di Scala” .
♦ Così il grande biografo redentorista P. Antonio Tannoia introduce nella storia la nascita dei Redentoristi, sottolineando con forte contrasto il fatto apparentemente insignificante, che ne caratterizzerà per sempre il fine e lo spirito: non c’era più il distinto cavaliere napoletano (Alfonso), ma un sacerdote povero tra i poveri.
♦ Mons. Santoro, vescovo di Scala, l’aspettava con ansia, lo ricevette come un angelo venuto dal cielo, e rese grazie a Dio che gli aveva accordato il favore di vedere questo felice giorno. Tutta la città di Scala, clero, nobiltà, fedeli, applaudiva il suo arrivo. La gioia era generale; si parlava solamente dei nuovi missionari della nascente Congregazione, dello zelo di Alfonso, e del bene che operava dovunque.
♥ La visione durante l’esposizione eucaristica, avvenuta nei giorni precedenti, suggerì al fondatore alcuni motivi sulla scelta dello stemma della sua Congregazione, che verrà fissato verso il 1743: su tre colli, la croce con la lancia e la spugna della passione e con il motto: Copiosa apud eum redemptio.
♥ La mattina del 9 novembre 1732 i sei missionari (Alfonso de Liguori, Giovanni Mazzini, Pietro Romano, Giovanni B. De Donato, Vincenzo Mannarini e Silvestro Tosquez ) dopo una lunga meditazione, cantarono la messa dello Spirito Santo e il Te Deum di ringraziamento nell’umile oratorio dell’ospizio, non nella cattedrale di Scala. Il Te Deum fu di ringraziamento a Dio che suscita incessantemente nuovi operai per lavorare nella sua vigna.
♥♥ Quel giorno nasceva la Congregazione dei Padri del SS. Salvatore, divenuta poi del SS. Redentore per decisione di Roma. Il 9 novembre ancora ancora nulla c’era sul nome Redenzione/Redentoristi: questo avverrà successivamente.
♦ Fu festa grande per il clero, la nobiltà e il popolo di Scala, perché finalmente avevano con loro quell’Alfonso che già da due anni avrebbero voluto trattenere e con lui altri missionari dello stesso stampo, della sua scuola fatta di dure penitenze e soprattutto di preghiera.
♦ I successivi giorni furono dedicati alla preghiera e alle condivisioni di vita. Poi Alfonso, a capo dei suoi primi compagni, evangelizzò i dintorni di Tramonti. Fu la prima missione data dai Padri del Santissimo Salvatore, così fu chiamata allora.
Nelle tre località dove si recarono, Pietre, Campinola e Gete, i campagnoli accorsero in massa per ascoltarli.
♥ «Sento da qui – scriveva Mons. Falcoia (direttore spirituale di Alfonso) – il buon odore delle vostre predicazioni. Potessi anch’io, mio caro Alfonso, lavorare con voi! Sarei al colmo della felicità se potessi solamente pulire le vostre scarpe. Con il cuore sono al vostro fianco, e chiedo a Dio di benedire i vostri lavori».