Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il frate del silenzio proclamato beato: Arsenio da Trigolo (1849-1909).
E’ veramente sorprendente: ci sono santi e beati per… ogni gusto, cioè per ogni situazione e condizione di vita. Può sembrare una cosa banale, persino contraddittoria; invece è la continua conferma che i doni e carismi sono molteplici, le strade alla santità anche, ma il traguardo finale resta uguale per tutti: un solo corpo, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo; un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti (cf Ef 4,6). – Così il frate dell’umiltà e del silenzio, Arsenio da Trigolo, che ha vissuto situazioni di vera precarietà, è stato beatificato a Milano il 7 ottobre 2017. Un frate, sconosciuto ai più, è stato messo sul candelabro perché faccia luce a tutti.
«La virtù del silenzio»: ecco il tratto caratteristico di un testimone di umiltà e carità come Arsenio da Trigolo (1849-1909), «il frate degli ultimi», beatificato sabato mattina 7 ottobre nel duomo di Milano.
♦ La messa è stata celebrata dal nuovo arcivescovo ambrosiano Mario Delpini, mentre il rito per la beatificazione è stato presieduto — in rappresentanza di Papa Francesco — dal cardinale Angelo Amato, che ha rilanciato l’attualità della testimonianza di un religioso che, nell’umiltà e nel silenzio, non ha avuto paura di affrontare ripetuti cambiamenti nella sua vita provocati da continue “sfortune”, “incomprensioni”, “sgarbi” e “accuse”, nelle varie situazioni in cui si trovò a vivere.
♥ Ma egli rimase sempre nell’umiltà e nel silenzio, spargendo semi di carità e santità.
♦ Arsenio da Trigolo si chiamava Giuseppe Migliavacca e visse tra il 1849 e il 1909: fu gesuita per quasi diciotto anni, sacerdote nelle diocesi di Cremona, Torino e Milano e infine figlio di san Francesco, col saio di frate minore cappuccino, nell’ultimo tratto di vita, oltre che fondatore delle Suore di Maria Santissima Consolatrice.
♦ Uomo gioioso e austero allo stesso tempo, «ignaziano e francescano», Arsenio si è schierato sempre dalle parte degli ultimi, riuscendo a esercitare al massimo la virtù della pazienza, soprattutto nei duri momenti di prova.
♥ Fu un sacerdote fiero della sua vocazione e del suo apostolato: prima da prete diocesano, poi da gesuita e, infine, da cappuccino mantenne sempre viva la tensione alla santificazione propria e altrui.
(fonte: cf. osservatore Romano 07 ottobre 2017).
Leggi articolo precedente pubblicato sul Beato nel gennaio 2017.