Cultura e Società

Il filosofo di Stilo visto da De Vita

Da poco in libreria

“La concezione etico-pedagogica della politica in Campanella”

Esordio della Meligrana editore nei saggi di filosofia politica. Questo nuovo filone editoriale si apre con il primo numero della collana “Cercatori di perle (di saggezza)”, dal titolo “La concezione etico-pedagogica della politica in Tommaso Campanella” scritto dall’autore pargheliese Giuseppe De Vita. Nato a Tropea nel 1973, De Vita si è laureato in materie letterarie nel 1995, all’età di 22 anni. In seguito, dopo aver conseguito due master ed una specializzazione sulla gestione della scuola dell’autonomia, è stato impiegato dal 1992 al 2004 presso il Dipartimento Provinciale dell’Economia e delle Finanze di Catanzaro. Appassionato di scienze dell’educazione, filosofia e scienze della politica, ha collaborato con l’Università di Messina alla cattedra di Storia della Filosofia Politica e, dal 2005, insegna presso le scuole secondarie di primo grado. È autore di recensioni, articoli giornalistici e progetti inerenti il tema dell’educazione alla legalità. Sposato e padre di un bambino, vive a Lamezia Terme. Con questo libro, uscito nel dicembre del 2008, De Vita è alla sua prima opera edita.
Si tratta di un saggio di filosofia politica, di quella branchia della filosofia, cioè, che si occupa di descrivere e valutare le organizzazioni sociali di ogni tempo. Problema fondamentale affrontato da questa disciplina è la differenza tra l’agire politico e l’agire in modo moralmente giusto, poiché le due cose, spesso, non corrispondono. Nello specifico questo lavoro si occupa del pensiero di uno dei più illustri esponenti della storia della filosofia politica, il poeta e pensatore calabrese Tommaso Campanella. Il testo del De Vita, che si presenta scorrevole e ben articolato, offre una analisi qualitativamente elevata dell’eclettica personalità del Campanella. Pur se la materia trattata non è di facilissimo accesso, poiché sarebbe impossibile racchiudere la poliedricità campanelliana in semplici schematismi, il volume si presenta interessante, facendo trasparire la figura di una personalità che ha saputo proiettarsi nel futuro, esaltando utopiche realtà e narrando l’idea di uno Stato nuovo. Ma il De Vita offre anche uno sguardo diverso sull’opera del Campanella, poiché la sua tesi individua le caratteristiche pedagogiche ed etiche del pensiero del pensatore calabrese. Lo Stato ipotizzato dal Campanella è uno stato in cui ha grande importanza il senso del diritto, la giustizia e l’armonia sociale, la cultura e la moralità, la partecipazione attiva di tutti allo sviluppo di una ricchezza comune. Alla base dell’educazione dell’uomo, inoltre, è posta come strumento e mezzo essenziale la religione. Il De Vita pone Tommaso Campanella, accanto a Giordano Bruno e Bernardino Telesio, tra i filosofi che hanno contribuito al passaggio del pensiero filosofico medioevale a quello della filosofia moderna. Anche se Campanella continua a rimanere una figura dalle mille sfaccettature, enigmatica e complessa, il libro del De Vita riesce ad offrire una visione differente su di una parte ben definita del suo pensiero, e cioè sulla concezione politica di un uomo che ha influito in modo sostanziale sulla civiltà occidentale moderna. Il filosofo di Stilo non pose a capo dello Stato il più potente, il più ricco, ma il più saggio, e questo è possibile solo con un popolo culturalmente e spiritualmente elevato. Un trattato importante, dunque, quello di Giuseppe De Vita, che contribuirà di certo alla ricerca sull’importante filosofo de’ “La città del sole”.

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Francesco Barritta
Docente ordinario di Lingua e letteratura italiana e Storia presso il Nautico di Pizzo (VV), è giornalista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, elenco pubblicisti. Ha diretto varie testate giornalistiche, tra cui Tropeaedintorni.it