È stato abbattuto uno degli alberi che adornano la via Umberto I, il primo e più grande per l’esattezza, il ficus che si ergeva di fronte alla “Porta nova”, ingresso principale del Corso di Tropea. L’incredulità dei presenti è diventata ben presto polemica all’arrivo dei primi esponenti politici, la polemica ha dato poi spazio ad una vera e propria protesta quando questi non sono riusciti a dare giuste motivazioni per l’increscioso problema.
I lavori di recupero che interessano questa zona, per i quali non è stata ancora prevista una data di consegna certa, stanno da tempo facendo montare un nuvolo di polemiche tra i commercianti, ai quali è stata di fatto preclusa l’opportunità di lavorare a pieno regime proprio in prossimità dell’imminente stagione estiva. Quella dell’albero, avendo toccato i sentimenti anche della restante parte della popolazione, potrebbe essere la goccia che farà traboccare il vaso.
Pare che Nicola Romano, responsabile degli operai che lavorano al recupero della cosiddetta “calata di’ forgiari”, alle pressanti richieste dei cittadini in protesta abbia indirizzato gli stessi verso suo fratello Giuseppe, un dirigente del Consorzio di Bonifica che si occupa della cura del verde e già primo cittadino del comune di Tropea per ben due legislature negli anni ottanta. Ma gli abitanti del luogo si sentono delusi e traditi soprattutto dal sindaco Euticchio, ed a sottolineare il loro dispiacere basta citare una frase pronunciata da uno di essi: «Peppinu ‘ndi ruvinò ‘nta deci anni, Euticchio ‘nta deci misi». Vox populi, vox Dei.
Nei giorni passati il sindaco, a causa delle continue lamentele dei commercianti e degli abitanti del quartiere, che chiedevano di interrompere momentaneamente i lavori e di riprenderli al termine del periodo estivo, era corso ai ripari facendo allestire delle passerelle in corrispondenza all’entrata dei negozi e delle abitazioni e adornando l’ingresso della zona interessata ai lavori con un grande vaso ricolmo di fiori. Questo tentativo di placare gli animi, alla luce di quanto accaduto ieri, non potrà però bastare come deterrente per l’accesa polemica che intanto va via via crescendo.
Sintetico e diretto a riguardo il commento di Nino Macrì: «Negligenza completa riguardo la vigente normativa prevista dal codice dei beni culturali (D.L. 42 del 2004), che è stata violata. Per procedere ad un tale intervento infatti, che non era assolutamente previsto nel progetto, ci sarebbe stato bisogno dell’autorizzazione preventiva della Soprintendenza». Parole forti dunque, quelle dell’ex vicesindaco, che prosegue «Ho interpellato con un fax la Gauardia Forestale e Legambiente, se non fossi intervenuto personalmente avrebbero abbattuto anche gli altri alberi». Prima di poter dare un giudizio sulla vicenda, bisogna però attendere le ragioni dell’amministrazione, che di certo i cittadini vorranno ascoltare.
«Quel ficus centenario, posto nel cuore di Tropea – dice Salvatore Libertino, appassionato e studioso di storia locale – è stato testimone delle vicende della città. Ne rimarrà traccia solo nelle pellicole della Rai, della Bbc e delle altre Tv venute da noi per documentare la festa dei “Tri da’Cruci”».
Saverio Caracciolo, consigliere comunale dell’Udc, commenta la vicenda che nella mattinata di ieri ha animato le vie del centro con queste parole: «Secondo me non si sono proprio resi conto della gravità di quello che stavano facendo. Era tra le scenografie preferite dai turisti per gli scatti delle loro foto ricordo, ho addirittura visto molti di loro sedersi sui gradini antistanti a disegnare il viale con le sue botteghe partendo proprio da quell’albero!».