Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il fascino della clausura.
Una volta conosciuto un monastero di clausura ed essere entrati in contatto chi vi abita, monache o monaci che siano, è difficile dimenticarlo e farne “tranquillamente” a meno. L’aria che vi si respira, l’essenzialità che ha come frutto la gioia, lo spirito che vi aleggia invade il cuore dei visitatori e soprattutto degli amici.
– Periodi di vacanze trascorsi in questi luoghi di pace rivelano lo straordinario cambiamento che può avvenire nel cuore umano; e ciò che si pensava fosse raggiungibile attraverso complicati teoremi filosofici e pratiche orientali finisce col ritrovarsi facilmente accessibile nella ordinarietà di una vita priva di miraggi, ma pieno di incanto umano.
– Lo ha sperimentato e confidato il cantante Simone Cristicchi venuto a contatto col mondo della clausura: “La spiritualità va toccata con mano. La si deve toccare e farne esperienza. Una esperienza davvero forte è vedere persone rapite da qualcosa di superiore, che hanno abbandonato la vita precedente per un desiderio di infinito che appartiene a tutti. In questi luoghi c’è un’energia intrinseca che riesce a cambiarti e farti ritornare alle priorità della vita. C’è tanta bellezza che ci circonda e tu scopri la meraviglia di esserci e di partecipare”.
Il ritorno delle monache di clausura.
♦ E’ stata una festa domenica 10 febbraio. Sono tornate a Norcia, in Umbria, le monache benedettine di clausura, che dal terremoto del 30 ottobre 2016 avevano trovato accoglienza dalle consorelle di Santa Lucia, a Trevi.
♦ Le otto claustrali, guidate da madre Caterina Corona, si sono stabilite in un modulo abitativo adattato a monastero e posizionato nel giardino della struttura ex Santa Pace, sempre di proprietà delle religiose.
♦ Numerosi i fedeli che hanno partecipato alla Messa presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, nel centro di comunità alla Madonna delle Grazie.
♦ A far festa con le monache di Norcia sono giunte altre religiose dell’ordine fondato dal Santo patrono d’Europa San Benedetto: da Trevi, da Castel Ritaldi, da Fabriano, da Pontasserchio, Viboldone.
♥ Nell’omelia l’arcivescovo Boccardo ha sottolineato che “per ciascuno di noi c’è un progetto, una chiamata, quella che definiamo vocazione”. “Per tutti Dio ha un sogno e noi lo dobbiamo scoprire e impegnarci per realizzarlo. Ci sono scelte fondamentali nella vita che si fanno una sola volta e penso al matrimonio, alla vita religiosa e al sacerdozio: scelte, però, che devono essere riscoperte e riconfermate ogni giorno”.
♥ “Qui a Norcia, dopo i terremoti del 2016, la gente sperimenta la lentezza burocratica, unita alle tante promesse deluse – ha affermato l’arcivescovo –. C’è la tentazione di dire: ‘andiamo a vivere altrove’.
Invece è necessario gettare le reti a Norcia e ricominciare da qui. E il ritorno delle monache benedettine ci dice che è possibile. È un segno bello che ci fa guardare avanti con fiducia. La loro presenza di preghiera, di testimonianza di vita consacrata è una benedizione e una ricchezza per Norcia”.
♥ Quindi, l’invito ai fedeli a “guardare avanti, prendere il largo, non cedere allo scoraggiamento”. “È possibile ricominciare e ricostruire il tessuto sociale e comunitario sostenendoci gli uni altri”.
Al termine della Messa, la processione fino al modulo abitativo adattato a monastero che è stato benedetto dall’arcivescovo.
(fonte: cf Avvenire.it 11 febbraio 2019).