Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il Crocifisso assolve un peccatore.
Le storie che si raccontano sui Crocifissi venerati dai cattolici nel mondo sono tante e ciascuna con un particolare significato teologico. La storia che qui è presentata esprime efficacemente il perché Cristo ha accettato di morire in croce: perdonare i peccati di tutti, senza alcuna distinzione. L’amore di Gesù per ciascuno d noi va al di la dei nostri pensieri, dei nostri criteri, dei nostri desideri. E noi siamo i primi a farne esperienza.
In una chiesa di Spagna si venera un Crocifisso antico, il cui braccio destro è schiodato e abbassato. Su questo Crocifisso si racconta una storia significativa.
Ai suoi piedi un giorno si confessava un gran peccatore, dando segni vivissimi di pentimento.
Eppure il confessore esitava a impartirgli l’assoluzione: gli sembravano troppi i peccati. Alla fine gli disse:
– Ti assolvo, ma fa attenzione per il futuro!
Il penitente promise, ma debole com’era, dopo un po’ di tempo dovette di nuovo venire a confessarsi.
Il confessore gli disse severamente:
– Ti assolvo per l’ultima volta da questi peccati!
Passarono alcuni mesi, ma ecco di nuovo il grande peccatore ai piedi del sacerdote. Implorò:
– Mi pento di vero cuore. Faccio sinceramente il proposito, ma poi sono terribilmente debole. Padre, perdonami ancora una volta.
Gli rispose il confessore:
– Dio, non lo si può prendere in giro. Io non ti assolvo più!
Si udì allora un singhiozzo. Partiva dal Crocifisso, che miracolosamente schiodò la sua mano destra e tracciò sulla testa del povero penitente il segno del perdono.
Poi, rivolto al prete, disse:
– Io ho versato il sangue per lui, non tu!
Bibbia. Prima Lettera di Pietro.
Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti. (cap. 2,24-25).