Una Biblioteca comunale non del tutto gremita quella di domenica sera per la presentazione della lista “A testa alta per la Calabria”, che concorrerà alle primarie per l’assemblea costituente regionale del Partito Democratico del 14 ottobre. La lista, che appoggia come candidato alla segreteria regionale Marco Minniti si presenta al collegio numero 11 (Vibo 1), che in buona sostanza raccoglie gran parte dei paesi dell’area costiera ed occidentale della provincia. Tra i candidati in lizza, l’altra sera, c’erano i giovani Gioacchino Raffa e Tania Ruffa, il capolista Michele Mirabello e, innanzitutto, Maria Gerarda Ruffa, già consigliere comunale e quindi padrona di casa. Ad introdurre il dibattito, di fronte allo sguardo attento del primo cittadino Antonio Euticchio, è stato l’avvocato Saverio Simonelli, che a Tropea riveste la carica di presidente del consiglio comunale, seguito dal più corposo discorso del segretario provinciale dei Ds Francesco De Luca.
Dopo i discorsi introduttivi e convenevoli, con questo intervento è entrato nel vivo il discorso sul nascente partito. «Dobbiamo spiegare alla gente – ha infatti ammesso De Luca – perché oggi nasce il Partito Democratico. La gente ha delle aspettative e la politica non può non farsene carico e deve affrontare i problemi della società» dando, in sostanza, «delle risposte concrete alle esigenze di tutti». Sempre riguardo alla costituzione di un nuovo, grande soggetto politico, De Luca prosegue dicendo che «per far ciò, per costruire il futuro, il partito deve essere giovane e dai giovani deve prendere soprattutto la passione, tanta passione, per creare un gruppo come questo fatto di forze fresche in cui, in seguito, potranno ritrovarsi una grande moltitudine di persone. Vogliamo insomma che il partito cambi davvero». De Luca ha infine concluso il suo discorso con una analisi dei mali della politica locale che hanno creato l’odierno distacco tra la gente e le istituzioni. Riferendosi a Tropea, ha così sottolineato quanto sia «vergognoso che lo svincolo che da Ricadi porta a Tropea, Capitale delle vacanze, e che rappresenta un vero e proprio biglietto da visita di fronte ai turisti, sia ancora chiuso dopo anni». È quindi fuor di dubbio che se gli amministratori non sono stati in grado di dare delle concrete risposte «che almeno stiano in silenzio – ha tuonato con enfasi De Luca – e facciano perciò un mea culpa».
Dina Ruffa, dal canto suo, ha ripreso il tema che meno era stato affrontato sino a quel punto, cioè quello inerente alle varie forze in gioco in questo particolare momento della storia politica del nostro paese e, per quel che le riguarda, ha affermato di credere «che non ci siano in effetti delle liste contrapposte, perché per ognuno dei candidati la politica non è altro che un progetto comune».
La giovane ventiquattrenne Tania Ruffa, invece, ha voluto ricordare ai convenuti che il rinnovamento è già iniziato, visto che le stesse primarie partiranno da «un punto molto importante, rappresentato dalla novità del diritto di voto ai sedicenni», mentre Michele Mirabello ha raccolto molti applausi dicendo che «bisogna tener presente che giorno 14 non sarà ricordato come la conclusione di qualcosa, bensì come l’inizio di un nuovo percorso».
In chiusura, Brunello Censore, arrivato a discussione già inoltrata, pur rimpiangendo nel suo discorso i suoi trascorsi tra le file del Partito Comunista e caricando di nostalgia il ricordo di quella stagione oramai conclusa, ha concordato sul fatto che il Partito Democratico, così come la politica tutta, «ha bisogno di nuove energie», ed ha poi illustrato i punti essenziali che la classe politica calabrese non dovrà più perdere di vista. «La politica – ha infatti puntualizzato Censore – deve dare segnali forti nella lotta contro la mafia, deve occuparsi di infrastrutture, svolgere il suo compito senza dar spazio al clientelarismo, ma soprattutto deve occuparsi di dare lavoro ai giovani».