Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il carcere di Bergamo intitolato al defunto don Resmini già cappellano.
– Il carcere di Bergamo viene intitolato a don Resmini, già cappellano defunto dopo un apostolato intenso tra i detenuti.
– L’anno scorso il Covid si portò via il cappellano del carcere di Bergamo e nei giorni scorsi la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha presieduto la cerimonia di intitolazione. Il carcere di Bergamo ora porta ufficialmente il nome di Don Fausto Resmini, lo storico e amato cappellano della struttura penitenziaria
– Ha detto la Ministra Cartabia: «Intitolare il carcere di Bergamo a don Fausto Resmini significa fare propri i suoi insegnamenti, farne tesoro, custodirli e mantenerli vivi». Don Fausto Resmini era noto come l’apostolo bergamasco degli emarginati. – «Andava nei luoghi della sofferenza, favoriva l’incontro, credeva nel recupero», è il commosso ricordo consegnato da Teresa Mazzotta, direttrice della casa circondariale bergamasca.
2020 – Il ricordo della morte (Cronaca Bergamo, 23 marzo 2020)
♦ Il Coronavirus si è portato via anche don Fausto Resmini, l’apostolo bergamasco degli emarginati. E’ morto la notte scorsa all’ospedale di Como. Aveva 67 anni. Per la chiesa e per Bergamo è un durissimo colpo al cuore.
♥ Don Fausto era infatti uno dei sacerdoti più noti e stimati, un prete di frontiera, che ha dedicato tutta la sua esistenza ai carcerati, ai ragazzi “difficili” e ai senzatetto. Per loro aveva creato la Comunità don Milani a Sorisole e il Servizio Esodo, un servizio di strada per fornire cibo e coperte ai clochard e ai tossicodipendenti della stazione.
♥ Dal 1992 don Resmini è stato cappellano del carcere di Bergamo. Per questo suo impegno, la Conferenza episcopale regionale lo aveva nominato nel 2012 delegato regionale per la pastorale carceraria. E a lui erano stati affidati anche alcuni sacerdoti sottoposti a provvedimento penale.
Questo il post pubblicato dalla sua Comunità.
“Questa notte don Fausto è tornato alla casa del Padre. Ha combattuto fino alla fine contro questo virus così tremendo.
♦ Se ne è andato nel silenzio e nella solitudine della notte, proprio come molti uomini vissuti in strada di cui lui si è preso cura nel suo ministero. Ora preghiamo Dio perché lo accolga nel suo Regno. Sarà accolto dai santi, da don Bepo e dagli ultimi della terra che lui ha amato e servito, lì potrà trovare pace e gioia eterna”.
2021 – La cerimonia dell’intitolazione del carcere a don Resmini.
♦ Il 20 aprile scorso alla presenza della ministra della Giustizia Marta Cartabia e del capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Bernardo Petralia, oltre che delle autorità locali, s’è tenuta la cerimonia di intitolazione del penitenziario al sacerdote bergamasco.
♥ «Un gesto tutt’altro che formale», lo ha definito Cartabia: «Il nome esprime un’identità. Intitolare il carcere di Bergamo a don Fausto Resmini significa fare propri i suoi insegnamenti, farne tesoro, custodirli e mantenerli vivi».
♥ Vicino ai detenuti e costante riferimento anche per operatori e agenti, don Resmini s’è spento un anno fa, il 23 marzo del 2020, strappato alla vita dal Covid nei giorni più bui per Bergamo, a 67 anni.
Commozione, quella che la perdita del prete lascia tutt’oggi, e riflessione. L’incontro era l’insegnamento concreto di don Resmini, formatosi in quella palestra di vita, fede e missione che è il Patronato San Vincenzo di Bergamo, negli insegnamenti di don Bepo Vavassori per cui ora si sta percorrendo la causa di beatificazione.
♥ L’incontro, appunto, per il sacerdote bergamasco era quello con gli ultimi, ma anche con le vittime, percorrendo un ideale di giustizia differente: «Quello riparativo è un aspetto della nostra giustizia ancora tutto da sviluppare – è stato appunto un passaggio dell’intervento di Marta Cartabia –. Come ho avuto modo di dire anche in Parlamento, mi sta molto a cuore e desidero sostenere attraverso l’azione di governo, per quanto sarà nelle mie possibilità».
Carceri, vaccini e sicurezza.
♦ La titolare della Giustizia ha quindi riferito della ripartenza della campagna vaccinale nelle carceri:
♥ «Oggi siamo chiamati a farci carico prioritariamente della salute di chi opera negli istituti penitenziari e di chi ne è ospitato per proteggere tutta la comunità carceraria – ha rimarcato l’ex presidente della Corte costituzionale, che aveva avuto modo di conoscere don Resmini proprio durante il suo periodo alla guida della Consulta.
♥ Ci auguriamo che il vaccino possa dare sollievo a tutti nella speranza possa costituire sia protezione da un virus così insidioso e luce capace di alleviare le non meno faticose sofferenze psicologiche che la pandemia ha portato con sé».
♦ Nel carcere di Bergamo l’immunizzazione è già avanti, il primo giro di somministrazioni si avvia alla conclusione; erano 527, a fine marzo, i detenuti presenti nella struttura, a fronte di una capienza regolamentare di 315 posti; 34 le donne presenti nel reparto femminile, visitato da Cartabia. Duecento circa gli agenti di polizia penitenziaria in servizio.
(fonte: cf Avvenire.it, 20 aprile 2021).