Un libro leggero dalla prosa scorrevole e avvincente
La recensione del libro di Lucia Marmorato
L’esordio della giovane scrittrice Lucia Marmorato con il romanzo “Il buio di un sorriso, edito dalla Thoth di Capo Vaticano, può essere considerato un inizio fortunato e promettente.
Leggendo il libro dell’autrice pargheliese non si può non rimanere affascinati e intrigati da una storia che parla di noi, delle nostre radici di gente del Sud, di valori da riscoprire, delle usanze dei nostri antenati, della società italiana e, in particolare, meridionale del ‘900, di paesaggi, di emozioni. La scrittrice affida nel romanzo il compito di aprire i “cassetti della memoria” ad un personaggio, una nipote che ripercorre e racconta le tappe della storia personale della propria nonna, Nora Brullo, di umili origini, e della sua famiglia. Attraverso questa finzione letteraria, l’autrice ci guida alla riscoperta della storia dei nostri avi e del loro modo di vivere e affrontare la quotidianità. Così, leggendo tra le righe del romanzo, si ha modo di riportare alla memoria un tempo in cui si viveva felici con poche risorse, in cui l’essere contava più dell’apparire, in cui le famiglie erano più unite da valori di solidarietà e di rispetto. A fare da contraltare a questi aspetti certamente positivi della società di un tempo è l’impostazione culturale maschilista che vigeva nelle famiglie e che viene descritta nel romanzo.
La nascita della figlia femmina non era accolta di buon grado perché non poteva contribuire all’economia familiare in quanto non lavorava. Ma la donna non era considerata neanche artefice del proprio destino: infatti, la nonna del personaggio narratore, come le altre donne dell’epoca, non può scegliere liberamente il proprio marito, tutto viene combinato dalla sua famiglia, non può decidere della propria vita perché le “regole” del tempo non lo permettevano. Tutta una serie di vicissitudini renderanno Nora Brullo un personaggio che vivrà costantemente all’ombra delle frustrazioni, ragion per cui il suo sorriso non sarà mai illuminato dalla soddisfazione per un esistenza completa, ma oscurato dall’insoddisfazione, dai rimpianti. Questa signora chiuderà gli occhi al mondo dopo aver condotto una vita umile e dedicata interamente alla cura del focolare, del nucleo familiare. La domanda importante, di carattere esistenziale, che si pone il personaggio narrante è: Potrà essere ricordato, senza essere sepolto definitivamente nel flusso della grande storia, chi ha condotto la propria vita dedicando tutte le proprie energie al lavoro e alla famiglia, chi ha vissuto un’esistenza normale, ma straordinaria allo stesso tempo per i valori che la hanno guidata nel suo percorso terreno? Come potrà resistere all’oblio la storia di personaggi straordinari, che non hanno mosso imperi ed eserciti, ma hanno affrontato con dignità assoluta le battaglie della vita? La risposta è in un libro leggero dalla prosa scorrevole e avvincente, è nella voglia di ricordare, di ripercorrere la storia dei nostri antenati che ha indotto Lucia Marmorato, una giovane scrittrice, a scrivere pagine di assoluto interesse per il mantenimento della memoria collettiva. Infatti, chi non è consapevole del proprio passato, chi ha smarrito le proprie radici, non può vivere bene, né il presente, né il futuro.