150 elementi, tra coristi e professori d’orchestra
L’oratorio sacro “Francesco servo di Dio – L’Aquila che raggiunse il Sole, nel teatro del porto di Tropea
Tra lo scrosciare degli applausi, alla fine, il Maestro Vincenzo Laganà ha concesso il reclamato bis. E’ stato un altro successo quello che ha visto l’esibizione dell’oratorio sacro “Francesco servo di Dio – L’Aquila che raggiunse il Sole”, una serata di ottima musica, di preghiera cantata, di apostolato della parola, alla presenza di un pubblico numerosissimo accorso a riempiere le gradinate del teatro del porto di Tropea.
La musica, quindi, è diventata un’altra volta preghiera, e viceversa, nel ricordo del Venerabile don Francesco Mottola, per il quale presto verrà aperta la causa di santificazione attesa da anni dai suoi tanti confratelli oblati e da tutto il popolo tropeano. Ricordando le parole del Vescovo della Diocesi, Mons Luigi Renzo, don Francesco Mottola è degno di essere conosciuto in tutto il mondo cristiano, in quanto uomo di fede, di carità, di servizio e di amore per il prossimo, di grande spiritualità, che visse la sua quotidianità, come diceva nei suoi stessi scritti, come un’allodola con le zampe nel fango e come l’aquila pronta a spiccare il volo verso il suo sole alla ricerca della Verità assoluta.
La replica della rappresentazione musicale, che segue la prima avvenuta nel giugno scorso, ha avuto uguale partecipazione emotiva da parte del pubblico, è riuscita, ancora una volta, a creare un momento di raccoglimento ed aggregazione sin dalle prime battute con l’Inno dal titolo “Francesco Servo di Dio” e fino alla conclusione con il brano stilisticamente particolare, “Andate”, brano di struttura medioevaleggiante voluta dal compositore nell’intento di creare un collegamento musicale e religioso con la figura di San Francesco d’Assisi a cui don Mottola guardava con fede e speranza.A fine serata la soddisfazione dei circa 150 elementi, tra coristi e professori d’orchestra, dei cinque cantanti solisti, del maestro Vincenzo Laganà e degli Oblati del Sacro Cuore di Gesù, era palese e forte sui volti di ognuno, certi di aver contribuito con il proprio impegno e passione a comporre il quadro che porterà don Mottola ad essere riconosciuto dalla comunità religiosa come uomo Santo e Giusto.