Uno dei tre “ragazzi del ‘54” ancora in vita
L’unico calabrese della spedizione presente al raduno nazionale del 16 maggio
Trieste si ritrovò sotto l’egida dell’ONU, dove fu istituita l’Allied Military Govemment-Free Territory of Triest (il territorio libero di Trieste) con un governo militare alleato. Nel 1953, a seguito di manifestazioni, disordini, moti rivoluzionari e scioperi, inneggianti l’annessione di Trieste all’Italia, la protesta degenerò nel sangue per mano Inglese.
Questi episodi indussero gli alleati a risolvere la questione tanto che, nell’Ottobre del ’54 a Londra, gli Stati Uniti, l’Italia e il Regno Unito, con a latere la Jugoslavia ormai dipendente dall’occidente, sottoscrivevano un Protocollo d’intesa secondo cui il Territorio Libero di Trieste veniva spartito in due zone, assegnate rispettivamente all’Italia, con la città di Trieste, ed alla Jugoslavia che nel frattempo era riuscita ad ottenere qualche chilometro in più di territorio.
Il 26 Ottobre del 1954 le truppe italiane entrano finalmente a Trieste; qui, inizia la nostra storia: tra gli ottantuno Bersaglieri che portarono il Tricolore in città c’era il tropeano Francesco Russo, unico calabrese della spedizione.
Ciccio era presente anche all’ultimo raduno nazionale del 16 maggio a Milano, invitato personalmente dal Presidente nazionale, Generale del Corpo d’Armata, Benito Cochesci, come uno dei tre “ragazzi del ‘54” ancora in vita. Ciccio Russo è diventato negli anni il punto di riferimento della sezione Bersaglieri di Trieste, insieme ad un suo caro amico compagno del cinquantaquattro, il Generale di Brigata Antonio Bianchi.
Intervenendo ad una manifestazione a Verdello in provincia di Bergamo, ospite con la sezione di Trieste, ha voluto salutare con queste parole: