Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Il bene gratuito genera felicità pura.
– La gratuità inattesa del bene genera una libertà inaspettata. “Che nessuno vada via da voi scontento”, diceva San Giovanni Bosco.
– Basterebbe l’applicazione di questa semplice regola per rendere il mondo un luogo totalmente diverso. Un luogo dove la vita degli altri è simmetrica alla nostra ed ha lo stesso identico valore.
– Queste parole rivelano una lucidità straordinaria, una verità che ci inchioda alla nostra pochezza. Eppure le si trovano già ripetute più volte nella Bibbia con formule diverse. Ma esse acquistano una luce avvolgente quando il cuore è disposto a seguirle.
– Perché: la mente ha la funzione di rivelare la natura delle cose, ma il cuore è quello che determinerà se si è una persona di amore o una persona indifferente. I due cavalli (mente e cuore) devono tirare insieme il carro della nostra vita: solo così questa potrà andare avanti in maniera umana, anzi divina, perché Dio è Amore.
♦ “Questo mondo non va troppo bene, questa vita è troppo insufficiente…”. Il più delle volte, ammettiamolo, ci fermiamo tutti a una critica sterile, oppure al giudizio rivolto verso gli altri. Infatti resta sempre più semplice annotare le mancanze e gli insuccessi dei nostri vicini. Sfuggiamo all’idea che le cose dipendono anche da noi, che invece potremmo collaborare anche con poco.
♦ Restare distanti dai bisogni dei nostri simili, dalla loro gioia, anche quando potremmo contribuire con un gesto semplice, leggero, come può essere un sorriso, o uno sguardo di comunione dentro la stessa esperienza. In mezzo al traffico, in fila al supermercato, renderci presenza accogliente.
♦ Non servono miracoli. Non servono nemmeno parole. Tante volte basta la postura del corpo e degli occhi Per dire: io ci sono. Sono come te.
♥ Per arrivare a questo obiettivo non c’è altra strada oltre quella della rivelazione più grande. Siamo chiamati a testimoniare l’Amore.
♥ Diceva un convertito alla “vita degli altri: “Quando accolgo l’altro, quando la sua vita è migliorata dalla mia presenza, raggiungo vette di felicità che non potrei sfiorare attraverso un gesto rivolto a me stesso. Proprio così.
♦ Si conoscerà la vetta della gioia attraverso la realizzazione di quella altrui. Attraverso la gratuità inattesa, il gesto che spezza l’abitudine, la libertà del bene inaspettato.
♥ E si vedono fiorire le persone quando si sentono accogliere dalla gentilezza. Perché gli altri non sono monoliti, perché sono i nostri gesti a innalzarli, o schiacciarli, dentro la loro identità, dentro il potenziale che hanno a disposizione.
♥ La tanta cattiveria che c’è nel mondo di fronte alla gentilezza si scioglie, sparisce dinanzi ai gesti gratuiti di bene Bisogna ricordarlo: i gesti rimangono. Quello che compiamo resta.
♥ Non il gesto eroico, ma la certezza di uno slancio sincero, presente, costante.
Dobbiamo migliorare la vita degli altri e la nostra attraverso la semplice condivisione del bene.
Non aspettiamo ciò dagli altri. Iniziamo a farlo noi.
(fonte: cf L’Osservatore Romano, novembre 2020).